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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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sabato 17 gennaio 2015

Sant'Antonio ed il maiale


Cari amici ed amiche,

oggi si festeggia Sant'Antonio Abate, un santo che nella tradizione di terre come la nostra (qui nel Mantovano) ha una devozione molto sentita.
Infatti, la Provincia di Mantova (come tante altre zone della Pianura Padana) è terra di agricoltori e di allevatori.
Qui si allevano anche i maiali, con cui si producono gli ottimi salami.
Ora, nell'iconografia, Sant'Antonio è associato al maiale.
Per i primi cristiani, il maiale era associato al male.
Sant'Antonio fu tentato dal demonio.
Con il demonio egli lottò e vinse.
Sant'Antonio divenne così custode del fuoco (da qui venne fuori la tradizione agiografica secondo cui egli divenne guaritore dell'herpes zoster, il "fuoco di Sant'Antonio) e protettore dei maiali.
Per superare, infatti, l’interpretazione negativa del maiale, presente nel pensiero ebraico e nel primo pensiero cristiano, e comprendere l’abbinamento iconografico santo-maiale (un animale ritenuto immondo ed impuro), è utile conoscere alcuni avvenimenti storici e leggendari. Nel secolo XI, dopo la creazione dell’Ordine ospedaliero degli Antoniani, fu concesso ai monaci anche il diritto di allevare maiali che circolavano liberamente nelle città e nei luoghi ove sorgevano i loro conventi. Tale disposizione risultava necessaria dal momento che i maiali girando in villaggi e città provocavano numerosi danni.
L’allevamento vero e proprio, tuttavia, era svolto per conto dei monaci, gratuitamente e per devozione dei contadini i quali, ad opera compiuta ricevevano protezione per se stessi e per i lavori da effettuare durante il ciclo annuale di produzione. Il maiale in questo modo era “sacralizzato” e perdeva la sua connotazione demoniaca, dal momento che diventava il tramite più vicino perché le masse contadine ottenessero rassicurazione e promesse di fecondità e fertilità.
Inoltre, si capì che tutte le parti del maiale potevano essere usate.
Le carni e le frattaglie venivano usate per il consumo umano.
Con i peli si facevano setole di pennelli.
Con le ossa ed il grasso bolliti si facevano unguenti per le "ammaccature" che il corpo poteva subire e con il grasso si poteva fare il sapone.
Inoltre, il maiale è un animale che mangia tutto.
Ancora oggi, per esempio, lo si usa per eliminare gli scarti delle lavorazioni del formaggio.
Forse per questo motivo il salvadanaio ha la forma del maiale.
Il maiale è simbolo di economia.
Termino, augurando a tutti coloro che si chiamano Antonio, Antonia, Antonella, Antonello ed Antonietta buon onomastico e sperando che a nessuno salti in mente di togliere le immagini di Sant'Antonio per il solito atteggiamento "politicamente corretto".
Cordiali saluti.

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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screemshot de "Il Corriere della Sera".