questo è l'articolo n° 7000, tenendo conto anche di quelli scritti sul vecchio blog "Italia e Mondo". Quegli articoli sono oggi su questo blog. .
Che quella di Roncoferraro sia una realtà strana è cosa nota.
A Roncoferraro c'è chi parla della difesa della "roncoferraresità" ma forse ha le idee un po' confuse.
La realtà territoriale di Roncoferraro è difficile.
Essa, per esempio, è frammentata al suo interno tra i vari centri abitati del Comune (Barbasso, Pontemerlano, Castelletto Borgo, Cadé, Villa Garibaldi, Barbassolo, Roncoferraro, Nosedole, Casale, Garolda e Governolo) che anziché fare comunità tra di loro mostrano il campanilismo.
Ora, il campanilismo va bene per il folclore.
Per esempio, a Siena vi è il Palio delle Contrade .
Però, quando si deve fare sistema il campanilismo è deleterio.
E' il caso di Roncoferraro.
Per esempio, Roncoferraro è diviso in undici frazioni ed otto di queste hanno i comitati di paese.
Questi comitati di paese si fanno concorrenza tra loro, come se fossero di comuni diversi.
Ciò fraziona l'attività culturale del Comune.
Lo stesso discorso vale per altri ambiti.
Roncoferraro è un sistema (anzi visto il frazionamento non può nemmeno essere definito tale) che è bloccato.
Ognuno pensa al suo orticello e si chiude in sé stesso.
Per esempio, riguardo agli immigrati clandestini che sono stati mandati a Barbasso, non si sarebbero dovuti arrabbiare solo quelli di Barbasso ma anche quelli di Governolo, di Roncoferraro e di tutti gli altri centri abitati.
Questo non è avvenuto.
La grana è di tutto il Comune di Roncoferraro.
Le amministrazioni comunali degli ultimi anni non hanno migliorato la situazione e penso che anche questa farà altrettanto.
Una realtà del genere non attira investimenti.
Basti pensare, per esempio, alle varie lottizzazioni che ci sono a Roncoferraro.
Esse sono già urbanizzate ma non ci sono le case.
Questa chiusura è presente anche nelle persone.
Addirittura, c'è chi dice: "Io ho amici roncoferraresi e mi sposo con una ragazza roncoferrarese".
Ironicamente, io rispondo dicendo: "Tra un po' facciamo l'endogamia".
A me, che un amico (o un'amica) sia di Roncoferraro o meno interessa relativamente.
Che la mia compagna (se e quando l'avrò) sia di Roncoferraro o meno interessa relativamente.
L'importante è che ella piaccia a me e che sia una persona seria.
Roncoferraro ha bisogno di novità.
Prima di tutto, si devono superare i campanilismi.
Per esempio, la mia proposta di portare San Gabriele dell'Addolorata qui a Roncoferraro potrebbe essere funzionale a ciò.
Si potrebbero fare anche manifestazioni culturale che coinvolgono più frazioni.
Una cosa è importante, però, è difendere prima di tutto l'italianità.
Lo dico proprio io, che ho sempre ritenuto (e che tuttora ritengo discutibile) l'operato di Giuseppe Garibaldi.
Roncoferraro è notoriamente un "Comune risorgimentale".
Qui nacque Giuseppe Nuvolari, luogotenente di Garibaldi e nel 2011, per festeggiamenti del 150° anno di Unità d'Italia, io avevo proposto al Comune di fare delle tavole rotonde anche con chi criticava quel processo di unificazione.
E' inutile dire che non ero stato ascoltato.
Ora, l'essere italiano è cosa che prescinde da Garibaldi, che fece danni.
Basti pensare alla Concattedrale de La Valletta (Malta) in cui vi è una statua che raffigura un angelo che regge uno scudo con il nome "Italia".
La foto qui sopra lo mostra.
La concattedrale è del XVI secolo.
Fin dal Medio Evo, all'estero eravamo identificati come "Italiani", per la nostra cultura.
Forse, noi roncoferraresi dovremmo difendere prima il nostro "essere italiani" con la nostra cultura.
Fatto ciò, potremmo difendere la roncoferraresità.
Non vorrei che si difendesse il "Risotto alla pilota" e che poi ci trovassimo con una moschea (con tutto ciò che essa comporterebbe) sul nostro territorio.
Cordiali saluti
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