Cari amici ed amiche.
Leggete l'articolo della pagina di Facebook del "Minzolini Fan Club" che recita:
"CONDANNA DIRITTI TV: GIALLO DELLE CINQUE FIRME
Che cosa successe nella camera di consiglio che quel primo agosto decise la condanna di Silvio Berlusconi per il caso Mediaset?
Ci fu una spaccatura tra i cinque giudici nelle 7 ore di discussione, con il relatore che si dissociò duramente dagli altri? Oppure si raggiunse l'unanimità, come sembra vogliano dire quelle 5 firme di tutto il collegio, cosa che non ha precedenti?
Attorno a quella sentenza regna il silenzio quasi totale dei giuristi. Niente note di commento, un silenzio imbarazzante salvo due analisi fortemente critiche sulle motivazioni giuridiche della condanna a 4 anni.
Quegli unici due commenti pubblicati su Guida al diritto, rivista giuridica del Sole24Ore, sono delle bocciature. “La sentenza non sta in piedi”, sostengono Enrico Marzaduri, ordinario di Diritto pubblico all'università di Pisa di note simpatie a sinistra e Antonio Iorio, docente di Economia dei tributi all'ateneo di Viterbo.
Quanto sopra avvalora la tesi secondo la quale il primo a non condividere la decisione finale fu il relatore del processo. Molti sostengono che per lui la condanna non poteva essere confermata, perché le basi giuridiche non reggevano. Tra i cinque giudici, e su questo tutti concordano, lui era il vero esperto della materia. E anche quello che conosceva a fondo il caso, visto che per il processo Mediatrade aveva confermato l'assoluzione del leader del centrodestra.".
Questo conferma la tesi secondo cui la sentenza pronunciata contro il presidente Berlusconi che era stata emessa dalla Corte di Cassazione il 1 agosto 2013 e che lo condannava a quattro anni di reclusione ed ad otto di interdizione dai pubblici uffici aveva qualcosa che non andava.
Inoltre, il presidente Berlusconi non poteva sapere di quello che stava accadendo nella sua azienda poiché egli aveva già delegato la direzione ad altri.
Va detto anche che, in funzione di quella sentenza assurda, egli sia stato fatto decadere dal Senato, con la forzatura di varie regole.
Questo ci deve fare riflettere sulla giustizia italiana.
Cordiali saluti.
The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.
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