Cari amici ed amiche.
Il 14 settembre di quest'anno inizierà il Sinodo della Diocesi di Mantova.
Ieri sera c'è stato un incontro organizzato dall'Unità Pastorale di San Leone Magno, l'Unità Pastorale che unisce le parrocchia di Barbasso, Barbassolo, Cadé, Casale, Governolo, Nosedole, Roncoferraro e Villa Garibaldi.
Ospite dell'incontro (che si è tenuto presso l'oratorio della Parrocchia di San Giovanni Battista a Roncoferraro) è stato il dottor Davide Boldrini, segretario della Commissione preparatoria al Sinodo.
Il moderatore è stato don Giovanni Telò, parroco di Villa Garibaldi di Roncoferraro e coordinatore dell'Unità Pastorale di San Leone Magno.
Il dottor Boldrini ha parlato di quello che sarà il Sinodo diocesano di Mantova.
Il termine "sinodo" indica un cammino condiviso in una comunità cristiana.
Dopo le sue visite pastorali, il vescovo di Mantova, Sua Eccellenza Monsignor Roberto Busti, ha deciso di indire un sinodo per portare alla luce e risolvere le criticità della Chiesa mantovana.
Il sinodo è un evento aperto a tutti.
In questo senso, il dottor Boldrini ha parlato della Chiesa come comunità di fedeli e non solo come apparato di sacerdoti ed ecclesiastici.
Nel sinodo, la Chiesa apre le sue porte anche ai fedeli laici.
Il dottor Boldrini ha detto che in un terzo delle parrocchie del territorio mantovano vi sono gruppi sinodali.
Questa cosa si potrebbe fare anche nell'Unità Pastorale di San Leone Magno.
Questi gruppi servono ad interloquire con gli organi ufficiali del sinodo (a cominciare dal vescovo) per portare all'attenzione le varie criticità.
Un'esigenza sentita è quella del dovere dare delle responsabilità al laicato.
Oggi, vi sono parrocchie che non hanno parroci residenti.
Però, le comunità al loro interno pregano, anche se la messa non può essere celebrata sempre.
Per il dottor Boldrini, se in una comunità si prega ci possono essere anche le vocazioni.
Egli ha citato il caso della parrocchia di Pozzolo (una frazione di Marmirolo) in cui manca il parroco.
In quella parrocchia, la messa può essere celebrata solo due volte a settimana.
Eppure, la comunità continua a pregare.
Il dottor Boldrini ha detto anche che un gruppo sinodale deve incontrarsi periodicamente, così da potere rispondere ai quesiti posti dal vescovo.
Poi, si è lasciato spazio al dibattito.
Il primo intervento è stato il mio.
Al dottor Boldrini ho posto la questione del disfacimento delle comunità.
All'inizio, citando la terza tappa del Sinodo, egli aveva detto: "Non c'è Chiesa senza comunità".
Ora, io ho fatto notare che oggi manca proprio il senso della comunità.
Ci sono internet ed i mass media e c'è molta comunicazione ma la gente si è chiusa nelle proprie case, forse anche per semplice menefreghismo.
Il dottor Boldrini ha risposto dicendo che prima di tutto bisogna creare le condizioni per stabilire buone relazioni umane.
In un sinodo, infatti, non ci debbono essere una maggioranza (che comanda) ed una minoranza (che è esclusa) ma ci deve essere una reale condivisione delle idee ed una reale inclusione di tutti.
Bisogna sapere coniugare la solidarietà con il concetto di fraternità.
Tra gli altri interventi, cito quello di don Giovanni Telò che ha parlato della questione del clericalismo e dell'esigenza di dare responsabilità ai laici.
Il dottor Boldrini ha risposto dicendo che questo clericalismo è insito anche nei laici e che spesso è un clericalismo di comodo ed è atto più a deresponsabilizzare la persona che lo propugna.
Personalmente, queste affermazioni non mi trovano molto d'accordo.
Certo, i laici debbono avere maggiori responsabilità ma a mio giudizio alcune cose spettano solo al sacerdote o a una persona consacrata.
Per esempio, la liturgia e la somministrazione dei Sacramenti (compresa l'Eucaristia) non possono essere celebrate da un laico.
Ambiti come quello liturgico debbono essere competenze dei sacerdoti.
Forse, avrò un'idea un po' vecchia ma penso che bisogna mantenere la distinzione tra sacerdoti e laici.
Poi, nella catechesi, nell'organizzazione di gruppi di preghiera, nella questione del GREST e in tantissimi altri ambiti della Chiesa è giusto che i laici abbiano larghissime responsabilità.
Anzi, molte iniziative non dovrebbero essere limitati solo ai consigli parrocchiali ma alle intere comunità.
La serata è stata interessante.
Io penso che il sinodo possa aiutare la Chiesa mantovana ad essere realmente missionaria.
Cordiali saluti.
The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.
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