La questione delle "quote rosa" torna dirompente più che mai!
Infatti, si parla dell'"Italicum", la nuova legge elettorale si parla di nuovo dell'esigenza di riproporre le "quote rosa", ossia delle quote di persone di genere femminile da candidare per legge nelle liste.
Ora, la questione delle "quote rosa" gira intorno ad un problema prettamente culturale.
In Italia c'è ancora una cultura molto incentrata sul genere maschile.
Per esempio, non è mai stato eletto un Presidente della Repubblica donna.
I candidati al Parlamento sono prevalentemente uomini.
L'esigenza di imporre delle "quote rosa" nasce da ciò.
Quindi, si crea una legge con cui forzano tutti i meccanismi per creare una situazione di parità che per "via naturale" (ossia con una logica meritocratica) non si potrebbe ottenere.
Questa cosa, per contro, può creare non risolvere un altro problema, quello della scarsa meritocrazia.
Infatti, l'esigenza di dovere candidare per forza delle donne rischia di mettere in secondo piano il merito e la capacità di ogni persona, per una questione di genere.
In pratica, si rischia di mandare in Parlamento un gruppo di dilettanti allo sbaraglio.
Ergo, è giusto che si candidino uomini e donne.
Per me, ci possono essere liste costituite dall'80% di donne e dal 20% di uomini o, al contrario, dall' 80% di uomini e dal 20% di donne.
Però, queste persone (donne o uomini che siano) debbono essere preparate e meritevoli di essere candidate.
Forse, il problema va analizzato più a fondo e per risolverlo serve prima di tutto un cambio di cultura.
Cordiali saluti.
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