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giovedì 24 aprile 2014

La Rivoluzione Francese ed il femminismo

Olympe de Gouges
Cari amici ed amiche.

Un rapporto speciale fu quello tra la Rivoluzione francese ed il femminismo.
Nel 1789, le assemblee incaricate di eleggere i deputati agli Stati Generali presentarono all'Assemblea Rivoluzionaria il "Cahier de dolences de femmes", con una prima richiesta dei diritti delle donne.
In quell'ambito operò anche una certa Olympe de Gouges (il cui vero nome era Maie Gouze, 1748-1793).
Scrittrice, Olympe de Gouges era femminista ed abolizionista.
Nel 1788, ella pubblicò le sue "Riflessioni sugli uomini negri", un trattato contro la schiavitù.
Nel 1791, Olympe pubblicò la "Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina", con cui si proclamava l'eguaglianza tra uomo e donna.
Tuttavia, nel 1793 si oppose all'esecuzione di re Luigi XVI (1754-1793) e attaccò il Comitato di Salute Pubblica.
Per questo, ella fu decapitata nello stesso anno.
Olympe fu l'esempio di femminismo.
Nel 1765, ella si sposò con Louis Yves Aubry ed ebbe un figlio ma rimase vedova.
Ella definì il matrimonio la "tomba della fiducia e dell'amore" e non ebbe più relazioni durature.
Olympe fu quindi il simbolo della donna rivoluzionaria donna che assunse anche un ruolo nella "religione della rivoluzione".
Nel 1792, infatti, iniziò una vera e propria politica di scristianizzazione che portò alla creazione di culti di stato dedicati alla "Dea Ragione"  e dell'"Essere Supremo".
Molte chiese furono chiuse al culto e trasformate in templi dedicati all'"Essere Supremo" e alla "Dea Ragione", furono distrutte le le immagini cristiane, furono profanate le reliquie ed i cristiani furono perseguitati.
Nei culti della "Dea Ragione" compariva una donna procace, che rappresentava la "Dea Ragione".
Il 10 novembre 1793 fu celebrato nella cattedrale di Notre Dame di Parigi il culto della "Dea Ragione" organizzato da Pierre Gaspard Chaumette, con un'avvenente cantante lirica.
Così facendo si profanò il simbolo della donna obbediente alle leggi di Dio, la Vergine Maria, sostituendola con una donna assai più terrena.
Inoltre, l'istituzione del divorzio favorì il libertinaggio.
Ora, questi fatti, secondo gli storici, contribuirono a portare la questione dei diritti delle donne ma nel contempo, al di là della questione del voto delle donne e dei diritti delle donne,  scardinò la famiglia, mettendo in discussione il principio della donna madre.
Forse, noi dovremmo ripensare a tutto ciò e porre rimedio ove si sbagliò.
Cordiali saluti.






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