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martedì 29 aprile 2014

Idiozie sedevacantiste


Cari amici ed amiche.

Leggete l'articolo del sito "Il Sussidiario" che è intitolato "CANONIZZAZIONI/i lefabvriani non riconoscono la santità di Giovanni Paolo II e Giovanni XXIII".
I sedevacantisti (quei cattolici che non riconoscono il Concilio Vaticano II ed i Papi che vennero eletti dopo di esso) ed i lefebvriani (in membri della Fraternità Sacerdotale "San Pio X") hanno storto il naso di fronte alla canonizzazione di Papa Giovanni XXIII e di Papa Giovanni Paolo II.
Essi ritengono questi due Papi eretici, come ritengono eretici Papa Paolo VI, Papa Giovanni Paolo I, Papa Benedetto XVI e Papa Francesco.
Ora, però, essi ritengono eretici questi Papi.
Però, guardiamo bene le cose.
Pur essendo stato male interpretato da alcuni (che lo interpretarono senso progressista), il Concilio Vaticano II non stravolse la Chiesa.
Esso riformò la Chiesa avvicinandola al mondo ma non ne stravolse la Tradizione.
Con il Concilio Vaticano II si volle dare maggiore responsabilità al laicato cattolico.
Questo non volle dire che il laico avrebbe dovuto sostituire il prete nella messa.
Semplicemente, il Concilio Vaticano II voleva dimostrare che la Chiesa era (ed è) una comunità di persone e in questa comunità tanto il sacerdote quanto il laico ha delle responsabilità.
La Chiesa era (ed è) il Corpo di Cristo.
A tale proposito, vi faccio leggere questo commento scritto su Facebook dall'amico Filippo Giorgianni all'articolo intitolato "Preparazione al Sinodo della Chiesa mantovana":

"Antonio, guarda che Telò e Boldrini hanno perfettamente ragione. Se siamo a questo punto oggi è perché per molto tempo il clero si è impicciato della politica mentre il laicato si è ridotto a fare, a seconda delle esigenze dei preti di turno, nell'ordine: diaconi, ministri straordinari della comunione, sagrestani, perpetue, animatori liturgici, etc. e NON quello che deve fare il laico, cioè FORMARSI in parrocchia, impegnarsi magari pure dentro un po' (io sono uno di quelli che ci vivrebbe, figurati!), ma, dopodiché, OPERARE NEL MONDO! E bada che dire quello che dicono i due succitati significa riconoscere appunto la distinzione tra clero e laicato per come la fai tu. Non sono cose opposte. Dite la stessa cosa: hai solo frainteso. Te lo dico perché il Magistero in genere (e recentemente Francesco in modo incisivo dicendo praticamente le stesse parole di Telò e Boldrini!) ha sempre battuto sul punto.". 

Concordo con Giorgianni, che è un ragazzo intelligente e che va valorizzato.
Certo, quando si parla di responsabilità dei laici, ci può essere un fraintendimento.
Perché la Chiesa possa operare bene nel mondo, i laici debbono formarsi nelle realtà parrocchiali.
Per fare ciò, essi debbono avere responsabilità.
Inoltre, con il Concilio Vaticano II la Chiesa si aprì al dialogo con le varie realtà del mondo.
Questo non fu capito da coloro che diventarono sedevacantisti e lefebvriani che ruppero con la Chiesa, "in nome della Tradizione".
Ora, con questa loro rottura essi si misero contro la Tradizione, senza saperlo.
La Chiesa cattolica, per esempio, riconosce il primato del Papa.
Con le loro posizioni scismatiche, i sedevacantisti ed i lefebvriani essi si misero contro la logica del  primato del Papa, esattamente come fecero di giansenisti di Utrecht nel 1713.
Quindi, essi si posero in contrasto con la dottrina cattolica.
Il non riconoscere le canonizzazioni dei due Papi altro non è che l'ennesimo atto di disconoscimento della tradizione cattolica da parte di questi movimenti. 
Cordiali saluti. 


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