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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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lunedì 20 gennaio 2014

Perché la Repubblica Ceca è una delle terre più agnostiche?

Cari amici ed amiche.

La Repubblica Ceca è oggi una delle terre più agnostiche.
Secondo un censimento del 2011, il 34,2% della popolazione ceca non professa nessuna religione, contro il 10,37% di cattolici e lo 0,8% di protestanti, oltre alle minoranze di ebrei e Testimoni di Geova.
Eppure, l'antica Boemia, fu fucina di grandi Santi e teologi.
Cito, San Giovanni Nepomuceno (1349-1393), un Santo che qui nel Mantovano ha molta devozione, essendo il Protettore contro le alluvioni.
Ancora oggi, la Repubblica Ceca è fucina di teologi.
Cito l'attuale arcivescovo di Praga, Sua Eminenza il Cardinale Dominik Duka.
Ora, c'è da capire il perché di questa situazione.
La storia della Repubblica Ceca è molto complessa.
Dopo essersi liberata dalla dominazione degli Avari, nel VII secolo AD, la gente della Boemia si convertì al Cristianesimo, stringendo alleanze con il Sacro Romano Impero di Carlo Magno.
Dal 1310, la Boemia entrò a fare parte dei territori del Sacro Romano Impero degli Asburgo.
Nel XV secolo si sviluppò una Chiesa cristiana staccata da Roma, quella degli Hussiti.
Il teologo Jan Hus (1371-1415) non si riconobbe nella Chiesa cattolica poiché riteneva che essa fosse corrotta e che il Cristianesimo fosse venuto da Oriente.
La Chiesa hussita divenne elemento del nazionalismo slavo contro la cultura germanica (o meglio asburgica) che era rappresentata dalla Chiesa cattolica.
Quindi, si creò una forte tensione tra le popolazioni slave (hussite) e quelle tedesche (cattoliche) e queste tensioni portarono alla Defenestrazione di Praga, un episodio del 1618 in cui gli hussiti insorsero scaraventando i messi imperiali dalle finestre del castello di Praga, e la Battaglia della Montagna, che si svolse l'8 novembre 1620 e che terminò con la vittoria cattolica.
Così, i Boemi (Cechi) divennero cattolici.
A differenza di quanto avvenne in Polonia, in cui il cattolicesimo divenne elemento di identità nazionale contro la Prussia (Germania) e Svezia protestanti e la Russia ortodossa, in Boemia, il cattolicesimo fu visto come un elemento straniero (legato agli Asburgo) che era imposto.
Molti Boemi erano cattolici esteriormente ma avevano in sé una forte connotazione anticlericale.
Questa cosa si vide nel XX secolo.
Nel 1939, la Germania nazista si annetté la Boemia e la Moravia (l'attuale Repubblica Ceca) e rese la Slovacchia, lo Stato con cui fino al 1992 la Repubblica Ceca formò la Cecoslovacchia, uno Stato collaborazionista.
I nazisti fecero crimini così immondi al punto da rendere il popolo ceco inviso ai tedeschi e da fare sì che i Cechi vedessero nel Partito Comunista Cecoslovacco una forza di liberazione, al punto che esso fu votato alle elezioni del 1946.
Però, i comunisti non furono diversi dai nazisti ed iniziarono a togliere ogni libertà al popolo ceco ed attaccarono proprio la Chiesa cattolica, che era l'unica vera forza di opposizione al regime comunista.
Nel 1948, dopo un periodo di apparente moderazione,  furono fatte le "Leggi Ecclesiastiche", che colpirono la Chiesa con pesanti restrizioni ed i beni ecclesiastici furono confiscati.
I preti furono internati nei "conventi di concentramento", ossia dei conventi trasformati in veri e propri gulag in cui gli internati erano tenuti in condizioni durissime.
Ci fu una larga opera di scristianizzazione.
La vita religiosa poteva essere vissuta avanti solo in segreto mentre esprimere le proprie idee in pubblico poteva costare molto caro.
Nella migliore delle ipotesi, una persona che esprimeva liberamente le sue idee rischiava ben 20 anni di carcere. Nella peggiore, quella persona moriva.
Nel periodo della presidenza di Alexander Dubcek (5 gennaio 1968-17 aprile 1969) le misure furono ammorbidite ma con l'arrivo dei carri armati sovietici a Praga, la destituzione di Dubcek e l'insediamento del comunista ortodosso Gustav Husak si tornò allo stesso regime oppressivo di prima, contro cui nacque un movimento, Charta 77, che comprendeva anche molti intellettuali cattolici.
Con il crollo del comunismo, nel 1989, la Cecoslovacchia tornò alla democrazia e sembrò esserci un risveglio della Chiesa.
Nel 1992, la Cecoslovacchia si divise in Repubblica Ceca (con capitale Praga) e in Slovacchia (con capitale Bratislava).
In Slovacchia, la Chiesa tornò attiva.
In Repubblica Ceca le cose andarono diversamente.
Infatti, a comandare furono i pragmatici economisti che non si curarono di una ricostruzione spirituale della Repubblica Ceca ma solo di portare il benessere in essa.
La Chiesa stessa sembrò non sapere come muoversi in quel nuovo contesto.
Così, restò quel "substrato marxista" che portò l'ateismo, ateismo che oggi è presente nei giovani.
Il comunismo fece più danni di quanto si possa immaginare.
Termino con una frase di Sua Eccellenza il cardinale Miloslav Vlk, arcivescovo emerito di Praga e storico oppositore dei comunisti che disse: "Il diavolo non può essere convertito!".
I cattocomunisti italiani sono avvisati.
Cordiali saluti.





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Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.