Presentazione

Presentazione
Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

Il mio libro sul Covid

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

martedì 21 gennaio 2014

La rakija, il distillato del diavolo!

Cari amici ed amiche.

Di norma,  quando cerco di bere una bevanda alcolica, mi faccio il segno della Croce.

Sono astemio e nelle poche volte in cui ho cercato di bere una bevanda alcolica sono stato male.
Ora, però, vi è una bevanda alcolica che al momento in cui la si beve il bevitore deve davvero farsi il segno della Croce.
La bevanda in questione è un liquore superalcolico che si produce della Penisola Balcanica, la rakija.
La rakija è un superalcolico simile al brandy che si produce attraverso la fermentazione e distillazione di frutta, come uva, pesche, albicocche, mele, fichi, amarene e prugne.
In seguito,  essa viene fatta stagionare in botti di quercia o di gelso.
La rakija è la bevanda nazionale della Serbia.
In Serbia e in Montenegro, essa viene servita come aperitivo, insieme a formaggi e salumi.
In Bulgaria, la rakija viene servita con insalata al latte o verdure in salamoia oppure viene scaldata ed addolcita con miele.
Ora, però, c'è una leggenda intorno a questa bevanda.
Secondo questa leggenda, Dio creò il vino con l'uva buona ed il diavolo creò la rakija, con l'altra frutta e gli scarti.
Sempre secondo questa leggenda chi beve la rakija deve farsi il segno della Croce per fare sì che non possa "traviare la sua anima" e bere tre bicchieri di rakija fa entrare il diavolo nel corpo del bevitore.
Anche per questo motivo, dentro le bottiglie di rakija vi sono dei crocifissi.
Se la bevessi io, finirei dritto dal Creatore!
Cordiali saluti.

Nessun commento:

Posta un commento

Translate

AstraZeneca ha ritirato il suo vaccino anti-Covid

Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screemshot de "Il Corriere della Sera".