Cari amici ed amiche,
Leggete l'articolo scritto su "La Nuova Bussola Quotidana" dal professor Massimo Introvigne che è intitolato "La grande bufala dei cardinali "amici dei pedofili"".
E' molto interessante la parte che recita:
"Negli ultimi giorni i giornali di tutto il mondo hanno dato rilievo a una lista di dodici cardinali che avrebbero protetto i preti pedofili, la «sporca dozzina». La lista è stata diffusa dall'organizzazione americana SNAP (Survivors Network of Those Abused by Priests, «Rete di Sopravvissuti Abusati da Preti») e - vedi caso - comprende la maggioranza di coloro indicati a torto a ragione come «papabili» dai media, tra cui i cardinali Scola, Ouellet, Dolan e O'Malley.
Ma i giornali - anche italiani - che hanno pubblicato con compiacimento la lista della «sporca dozzina» sanno davvero chi è lo SNAP? Mi permetto di ritenere che non sia così, e che la passione di qualche giornalista per le liste di proscrizione abbia fatto premio sul dovere d'informarsi. Lo SNAP è stato fondato nel 1989 da Barbara Blaine, una ex-vittima delle avances di un prete dell'Ohio quando era una teenager, e il suo volto più pubblico è il direttore David Clohessy, che si presenta anch'egli come un sopravvissuto a molestie clericali ed è il fratello di un ex-prete a sua volta accusato di abusi. Molto noti alla stampa si sono resi anche alcuni leader regionali, fra cui Lyn Taylor, fondatrice dello SNAP in Louisiana.
Senza dubbio lo SNAP ha avuto grande successo nei rapporti con la stampa. Ha stabilito rapporti preferenziali con il New York Times, con il domenicano ultra-progressista Tom Doyle - attivissimo nell'attaccare i vescovi e il Vaticano in ogni sede - e con il giornalista più virulento nei confronti della Santa Sede tra quelli che hanno indagato sui preti pedofili, Jason Berry. Ha predisposto una serie di istruzioni e di manuali indubbiamente sagaci su come creare il massimo danno alla Chiesa Cattolica quando ci si presenta in televisione a raccontare di abusi subiti anni fa. Si consiglia, per esempio, di pronunciare continuamente parole come «piccoli» o «bambini» e di mostrare fotografie infantili per suscitare la compassione del pubblico.
Ma è tutto oro quello che luccica? Nel 2011, nonostante le protezioni di cui gode negli ambienti mediatici, politici e giudiziari ostili alla Chiesa Cattolica, lo SNAP è scivolato su una buccia di banana. È stato accusato di avere pubblicato notizie e documenti coperti dal segreto istruttorio. Non succede solo in Italia, e negli Stati Uniti è perseguito più severamente. Clohessy è stato incriminato e rischia seriamente di andare in prigione. Peggio, nella procedura in corso di fronte a un Tribunale del Missouri per ordine di un giudice locale Clohessy ha dovuto sottoporsi al contro-interrogatorio degli avvocati di sacerdoti accusati di pedofilia. E - nonostante il solito New York Times sia corso in suo soccorso stracciandosi le vesti - le domande sono state ad ampio raggio e la deposizione, non segreta e che risale al 2 gennaio 2012, è stata pubblicata.".
Ringrazio l'amica Francesca Padovese che mi ha inoltrato l'articolo.
Ora, lo SNAP (Survivors Network of Those Abused by Priests) è un'associazione che gode di ampie protezioni in ambienti politici e giudiziari e nella stampa ostili alla Chiesa.
Molto spesso, dietro all'attacco alla pedofilia, che è cosa buona e giusta, vi è un vero e proprio attacco contro la Chiesa cattolica in quanto tale.
Il caso di Tom Doyle è quello più evidente.
Questi è monaco domenicano ultra-progressista che attacca i vescovi e che ha protezioni presso certa stampa.
E' evidente che la lotta alla pedofilia (che è giusta) sia un pretesto per attaccare la Chiesa.
Rispetto ad un certo pensiero di oggi, la Chiesa è vista male.
Ora, vi invito a leggere un articolo che è stato messo su Facebook dal mio "collaboratore" Angelo Fazio e che è intitolato "TFP Sicilia "un'armeria apologetica".
Visto che l'ho citato, colgo l'occasione per fare i miei migliori auguri ad Angelo, che compie ventisette anni.
Gli auguro ogni bene ed auspico che la collaborazione e le sinergie che si sono instaurate tra me (attraverso questo blog) e lui siano proficue.
E' un ragazzo in gamba e va valorizzato e mi fa piacere aiutarlo.
Ora, l'articolo portato da Angelo parla dell'omosessualità.
Per la dottrina cattolica, l'omosessualità è un peccato.
Lo dice il Vecchio Testamento, come lo dice il Nuovo Testamento.
Per esempio, una persona che ha tendenze omosessuali ma che crede in Dio e nella Sua Chiesa e che vuole salvarsi deve scegliere la castità.
La dottrina cattolica dice questo.
E' chiaro che questo pensiero cozzi non poco con un certo pensiero "moderno" di certi gruppi politici, di certi magistrati e di certi gruppi culturali ed anche religiosi.
Questi ultimi cercano di fare pressioni, diffondendo false notizie.
Per esempio, le persone che fanno parte di certi gruppi dicono che la Chiesa discrimini gli omosessuali.
Questo non è vero.
La Chiesa non discrimina gli omosessuali.
Essa non istiga all'odio contro gli omosessuali.
Però, in conformità con le Sacre Scritture, la Chiesa vede nell'omosessualità un peccato.
Essa insegna a non odiare i peccatori ma ad odiare il peccato.
Purtroppo, questo pensiero non piace a questi gruppi politici, giudiziari, religiosi progressisti ed essi puntano a destabilizzare la Chiesa.
Anche il caso della pedofilia è stato gonfiato per destabilizzare la Chiesa.
Termino, invitandovi a leggere questa nota che mi è stata riportata dall'amico Filippo Giorgianni e che p intitolata "Spunti sul Conclave: io pregherei così...!":
"Un endorsement “mistico”… pro Dolan
Cari amici, non si parli di “profetite” (malattia del profeta), anche perché ciò che accadrà in Conclave lo sasolo Dio – nemmeno i Cardinali credo che talvolta sappiano cosa passi nelle loro teste... –. Tuttavia, vi rendo partecipi di una “sensazione” – un incontro tra ragione e passione, nonché tra analisi e prospettiva di fede – che mi cova dentro da settimane: è da quando mi sono studiato i profili cardinalizi e ho incrociato lo spirito di Timothy Dolan (Cardinale di N.Y.), che sono rimasto letteralmente entusiasta per quest’uomo. Attenzione: non sto dicendo che sia l’optimum: ci sono molte persone in Conclave più vicine alla mia cultura e sensibilità – che poi è quella improntata al Magistero della Chiesa, specie dell’ultimo Pontefice: ricentramento sull’insegnamento ecclesiale, questione liturgica, etc. –. Ma è proprio questo il punto: piuttosto che le tifoserie personali per la serie “gradirei di più questo qui”, con Sant’Ignazio di Loyola dovremmo semmai «sentire cum Ecclesia». Ed è proprio provando a sentire cum Ecclesia, provando a mettermi nella testa delle Eminenze in Conclave di fronte ai problemi della Chiesa e, a meno di sorprese inaspettate di Dio, mettendomi per quanto possibile nella prospettiva dello Spirito (che, pur con qualche penitenza qua e là, ogni volta dona all’uomo il Vicario di Cristo più adatto per il suo tempo e per i problemi dell’uomo di quel tempo), è provando a far questo che dico: Dolan. Guardiamoci indietro e intorno:
Indietro:
la Chiesa è passata per il lungo inverno di crisi post-conciliare, governata da un uomo Santo che, bene o male, ha tenuto botta ma non è stato ascoltato da nessuno: oltraggiato, vilipeso da tutti, chiuso in silenzio in Vaticano dopo i morsi scellerati post-Humanae vitae da parte di lupi travestiti da pecore di ogni forma e colore, ed è qui la sua santità... ma, come per quasi tutti i Santi, è qui il suo apparente fallimento (si intende a livello umano, come avvenuto all’Uomo-Dio, sconfitto e morto in croce, di cui era Vicario);
è poi passata per la grande promessa non mantenuta («magis ostentus quam datus») di un Papa dolcissimo, di ferma dottrina – chi, anziché fermarsi al falso “santino” progressista mostrato dai media, lo abbia letto, sa che cosa dico… –, i cui 33 giorni di pontificato hanno però detto tutto il necessario – sul peccato, sulla dannazione eterna, sul Concilio e sulla Tradizione (anticipando Benedetto XVI e proseguendo Paolo VI…) – e per di più con toni che avrebbero potuto sciogliere i cuori di molti, ma sicuramente Dio (eforse anche l’uomo) ha deciso di mettere alla prova la Chiesa passando oltre – ma... quale oltre, amici! –;
è poi passata attraverso un grande Papa polacco che ha viaggiato e attirato tutti nelle piazze per vederlo (senza ascoltarlo... eppure quante cose eccezionali aveva detto!), volando da un capo all’altro del mondo, andando a parlare e “scherzare” anche coi dieci contadini sperduti del Terra-di-nessunistan, ma che, per una brutta malattia – che pure ha contribuito a centrare l’attenzione sulla sua figura e quindi sul Papa –, non ha potuto governare per lunghi anni nonostante il suo vigore di carattere, lasciando il governo ad altri e creando le condizioni per quei problemi di Curia che sono esplosi di recente;
è poi passata attraverso un Papa tedesco mite e schivo (cui sono profondamente legato perché è il Papa che mi ha convertito intellettualmente), che non si è fatto tanto “vedere” quanto ascoltare, preferendo mettere non se stesso al centro bensì Cristo anche da un punto di vista concreto (e non solo discorsivo), e che ha continuamente catechizzato le masse in piazza riunite dal predecessore, ma che non ha potuto governare (come avrebbe voluto) il caos intorno a sé a causa del suo carattere (che, contrariamente alla vulgata giornalistica del «panzer-Cardinal», ha sempre puntato sulla condivisione delle scelte e sulla fiducia negli altri) e a causa di persone infide in certi casi o, nel migliore dei casi, incapaci o poco forti intorno a lui;
è poi passata attraverso un gesto forte, fortissimo, come l’abdicazione di quest’ultimo Papa, che ha fatto trovare piangente e affezionato il suo gregge intorno a quel pastore che pure, in un primo momento, quasi tutti nel gregge vedevano (per ignoranza della sua stazza morale, spirituale, caratteriale e intellettuale) in posizione minorata rispetto al gigante che lo aveva preceduto: ha commosso Benedetto XVI, ha trasmesso forza e santità, ha posto di nuovo l’attenzione sul Papato con un gesto inaspettato, inusuale, di portata millenaria; ebbene, un tale gesto ha voluto dire al mondo: “qui si deve ripartire, qui ci vuole un battito d’ali forte (di cui, per dannatissime ragioni di fatto, io non posso essere promotore se non abdicando) per la Chiesa e quindi per l’umanità che passa una fase travagliatissima della sua storia”.
È quindi passata nostra Madre Chiesa per un inverno e per una tenue e flebile primavera guidata da chi ha saputo riempire le piazze e da chi le ha catechizzate, per riempire in qualche modo le chiese...
Manca ora chi riempia sia piazze che chiese e si imponga caratterialmente e giuridicamente sull’anarchia delle fazioni ecclesiali e curiali di tutti i colori che impediscono alla primavera di divenire solida e forte.
Qualcuno in ovvia continuità con gli ultimi 30 anni. Non uno che voli troppo alto (e con linguaggio astruso), perché il programma da seguire (esposto in modo semplice dal Papa emerito) già c’è. E neanche un uomo freddo, privo di grande carisma, perché guardiamoci...
Intorno:
viviamo in un contesto in cui l’Europa apostata tollera malamente la Chiesa e inizia a perseguitarla in modo strisciante attraverso persecuzioni amministrative e una cultura aggressiva e superficiale di stampo anticlericale;
in cui la grande promessa (ancora molto viva) di libertà e vitalità religiosa degli U.S.A. (un modello prepolitico e giuridico-ecclesiasticistico lodato da Benedetto XVI) viene erosa dall'importazione del modello laicistico/secolaristico europeo da parte della cultura e della politica della sinistra americana;
in cui l’Africa e l’Oriente hanno Chiese martirizzate (ricordiamo i dati: un morto cristiano ogni 5 minuti in media) e quindi produttrici di testimoni, di Santi (perché il sangue dei martiri è seme di nuovi cristiani come diceva Tertulliano), ma ancora troppo fragili teologicamente e istituzionalmente per esser pronte al grande balzo del produrre un clero capace di affrontare i problemi internazionali della Chiesa e capace di comprendere appieno e in modo disincantato come affrontare i “magheggi” interni alla Curia romana;
in cui l’America latina è in preda al magma culturale post-marxista e post-conciliare: divisa tra la fame e le promesse religioso-ideologiche di tutti i tipi – come le sette protestanti e i rimasugli della Teologia della Liberazione –, producendo un clero spesso destrutturato, in perenne minorazione culturale e lontano da uno sguardo cattolico, cioè d’insieme, della Chiesa;
in cui la Cina si mostra come potenza economica dedita all’utilitarismo becero – spesso disinteressata ai problemi etici di un tale utilitarismo – e totalitario – ricordiamo che la Chiesa è perseguitata e che il governo ha creato al suo fianco una chiesa-fantoccio istituzionale... –, ma anche come futuro eventuale della Chiesa in un passaggio di civiltà da Occidente a Oriente, ma è qualcosa di troppo tenue ancora, di troppo embrionale – ricordiamo che ancora la maggioranza dei cinesi non è cristiana e quindi non può convertire le istituzioni cinesi a una prospettiva non totalitaria –, come dimostra la recezione pari allo zero da parte della Cina della lettera che scrisse Benedetto XVI ai cinesi: i paesi e il clero orientali non sembrano realmente pronti a ribaltare la situazione come fece invece nell’Est il Papa polacco (infatti, l’Est era già cristiano e di un cristianesimo forte e millenario, seppur vessato dal comunismo!);
in cui si rischiano concretamente scismi – parola medievale, ma attuale! – in terre dove fermenta la ribellione, come la Germania;
in cui la gioventù occidentale (compresi tanti parrocchiani e pure qualche “paladino della fede”), vittima di tutte le ideologie moderne e/o degli stili di vita che giornalmente bussano alle porte della nostra coscienza, è rimasta semplicemente vuota e schizofrenica. Se le generazioni precedenti erano piene di pregiudizi ideologici, oggi le nuove sono lontane e disilluse verso la Chiesa e/o piene di tic anticlericali o comunque ticsecolaristi – infarciti di “non esageriamo”, di “ma queste cose oggigiorno?” etc. –, piene di confusione mentale, ma non hanno un solo argomento convinto e radicato, non hanno un minimo di logica strutturata, non hanno una sola dottrina alternativa – per quanto stupida e irreale – da opporre alla fede. Hanno il semplice vuoto dentro. Un vuoto che cerca disperatamente sicurezze identitarie che prima si trovavano nelle divisioni ideologiche e oggi invece magari sono cercate nel modo di vestire; nel modo di atteggiarsi; nella voglia di comunità (per quanto una comunità destrutturata e virtuale, come quella del web o come le cattive compagnie di qualsiasi tipo); negli idoli come i cantanti più in voga; quando va meglio in una fede vista come appiglio ma tiepida e disarticolata (confessione infrequente, Messa “saltante”…); talvolta nel sentirsi impegnati e studiosi; nel comporre versi; etc.
Un vuoto che è meno pregiudiziale, che li fa essere terra incolta, contenitore da riempire, ma a patto che (parlo per esperienza diretta e personale recente...) chi semini sappia risvegliare in loro l’interesse, sappia rapirli con la santità, sappia stimolarli simpaticamente, provocarli, mettendoli davanti alle domande: “tu che fai durante il giorno? C’è silenzio interiore nella tua vita? Quando e quanto pensi a Dio nell’arco delle tue 24 ore? Cosa ti può fare veramente felice? Che cos’è realmente l’amore? Chi sono i Santi?”.
Ecco, ci siamo guardati intorno, dopo esserci guardati indietro. Chiediamoci: di cosa abbiamo bisogno?
Nell’Europa comatosa, continente ormai allo sbando, abbiamo bisogno di tenere duro e a muso duro e, al contempo, di mostrare il volto dolce e simpatico della Chiesa alle nuove generazioni; negli States in via di declino, c’è bisogno di qualcuno che faccia ancora a pugni con la cultura liberal e riaffermi in modo spregiudicato l’identità del paese tradita da un lento e pericoloso pendio; in Africa e America latina c’è bisogno urgente di una maggior formazione ecclesiale e di maggior ordine istituzionale; e nell’Africa musulmana così come in Oriente è necessario rivendicare i propri diritti di minoranza con diplomazia e più di qualche volta con energia, rinforzando la presenza cristiana nei paesi, nelle famiglie, nei villaggi, etc.; in Cina è necessario coltivare ancora la Chiesa, lasciare che essa lentamente cresca come una rampicante intorno al fusto del paese, sgretolando così il tronco esterno più duro e sostenendo l’albero, una volta sgretolato il tronco.
Se osserviamo attentamente da un punto di vista sintetico, in tutti i paesi, torna insomma prepotente la questione della libertà religiosa dei cattolici, della Chiesa! In tutti i paesi tornano prepotentemente a ripresentarsi i medesimi problemi della Chiesa medioevale: divisa in mille rivoli e pressata dal potere temporale…
C’è necessità di qualcuno che riaffermi la libertà, che abbia polso e che sappia entusiasmare. C’è bisogno poi di un uomo giovane che sappia muoversi velocemente alla velocità del mondo di oggi per riaffermare le cose di ieri, di oggi e di sempre.
Quale persona può essere più titolata di un tipico americanaccio sessantatreenne (dicasi 63!), solido in dottrina sebbene non considerabile “tradizionalista” – ammesso che la parola abbia un senso –, che viene dal paese dove le libertà (specie quella religiosa) sono sacre, che si scontra con l’amministrazione Obama e che fa ridere spessissimo gli uditori? Chi può affrontare il declino occidentale se non un occidentale? Chi può farlo con spregiudicatezza (anche un po’ raffazzonata), senza essere bollato immediatamente come “retrogrado” dall’uomo comune non in (troppa) malafede? Chi può affrontare il tema della libertà della Chiesa se non una persona che lo vive (sia perché statunitense, sia perché la libertà religiosa comincia ad essere in pericolo anche negli U.S.A.)? Chi può avere la mano pesante nelle situazioni delicate di ribellione alle gerarchie o in quelle legate alla Curia che si profilano all’orizzonte se non una persona di polso come lui? Chi può soprattutto usare il polso ma col sorriso sulle labbra?
Del resto, quale altra alternativa entusiasmante, decisiva su tutti i fronti elencati, vediamo all’orizzonte, alla luce della situazione delineata?
I papabili ulteriori sono persone coerenti, qualcuno pure dotto e raffinato… ma coinvolgere la gente non è cosa da persona esclusivamente coerente. Né, d’altro canto, la mera simpatia, senza garanzie dottrinali, serve a qualcosa. E poi il maggior papabile (Scola) ha già 71 anni – ammazza che gioventù! –, è una persona eccezionale, ma un poco imbalsamata nei comportamenti pubblici, nonché un erudito dall’eloquio incomprensibile ai più.
Poi ci sono i duri e puri: Piacenza, Burke e altri. Ma taluno è financo folkloristico, tutti gli altri sono già etichettati in partenza.
Guardate l’immagine (la prima) qui sotto: fermatevi a osservarla con occhio puro, semplice, senza pregiudizi, e dite: non è bellissima? Non fa paura? Non scuote una bellezza così senza tempo?
Ebbene quale essere umano (anche Cardinale) all’orizzonte si può ritenere degno di tanta bellezza? Chi può dare tutto, anche il sentimento, a questa nostra Chiesa? Forse nessuno. Forse solo quel Joseph Ratzinger che ha abdicato. Eppure il meno indegno, vale a dire il più adatto (non il più degno), alla luce della situazione ecclesiale vista con uno sguardo il più possibile cattolico, cioè universale, è appunto il Cardinale di New York. Lo avverti a pelle quando lo vedi sganasciarsi dalle risate come spessissimo fa, lo percepisci nel suo carattere gioviale e continuamente scherzoso, ma che sa essere serio e furbo ma anche sinceramente semplice ed entusiasta (come solo certi americani di fede sanno essere); lo capisci nel suo decisionismo e nel suo piglio risoluto di fronte agli avversari.
Ribadisco: posso sbagliarmi, ma è a livello spirituale, quasi “mistico”, se vogliamo dire così, che lo avverto. Un istinto (supportato dalla ragione), che guarda, sente ed ama (e prega per) la compless(iv)a situazione odierna della Chiesa, mi dice: “DEVE essere lui”. Sia chiaro: nessuna rivelazione privata: non sono Santo abbastanza, prego ancora troppo poco – e probabilmente pregherò sempre troppo poco! – per poter esser degno di riceverne… ma è un entusiasmo, un qualcosa…
Del resto, l’identikit fornito dal Papa emerito congiura tutto su di lui: giovane, che abbia vigore… chi altri si vede all’orizzonte di più simile?
Eppure potrei pure ben dire di preferire di gran lunga la dura lama di Toledo Cañizares, il precisissimo e “tridentino” Burke – che spazzerebbe via tutto e tutti sulla Liturgia… –, l’“amico” Piacenza (nel senso di “persona vicina” a un certo mondo concettuale), il mite e dottrinalmente coerente Koch e molti altri che stimo tantissimo e preferirei di gran lunga, posto anche che su qualcosina (tipo la disinvoltura liturgica di qualche sua uscita o la restrinzione statunitense del diritto alle armi…) avrei anche delle riserve per così dire “dottrinali” su Dolan, ma insomma realisticamente chiediamoci: le persone che veramente servono alla Chiesa sono quelle che vogliamo noi con le nostre preferenze? Sono quelle le persone che servono per affrontare tutti i problemi di oggi della Chiesa? Sono quelle che devono essere pastori universali della Chiesa? Che a 360 gradi sarebbero capaci di rilanciarla, o sono solo quelle persone che ci danno delle sicurezze dottrinali-istituzionali, quelle che piacciono a noi, e quindi che sarebbero capaci di rilanciarla sì ma, per dire, solo di 180 gradi? La Chiesa non è solo profilo istituzionale e dottrinale, che pure oggi mostra certamente le sue così grandi carenze… E un gesto storico e totalmente straordinario come quello di Benedetto XVI non è cosa da sottovalutarsi all’insegna dell’usato sicuro, né della successione “ordinaria”: forse verrà un Papa “ordinario”, ma un gesto straordinario – così sento – può portare in prospettiva a qualcosa di straordinario (in bene o in male e ciò magari anche solo nel lungo o lunghissimo periodo).
E poi la Chiesa è piccolo gregge, è minoranza creativa, è la Rocca di Eliot, ma non è la torre d’avorio, non è la piccola radura degli ultimi Mohicani, fossero anche i migliori e più Santi Mohicani di sana dottrina del mondo.
Certamente, gratia non tollit naturam sed perficit, come dice San Tommaso: la natura non è sostituita, ma solo accompagnata, perfezionata dalla grazia dello Spirito Santo. E certamente, pur non essendo un parlamento come tanti, il Conclave ha anche i suoi meccanismi umani troppo umani. Per questo, al di là di qualunque altra considerazione – giudizio su Dolan corretto? Giudizio scorretto? –, non significa che le Eminenze sapranno/vorranno valutare al medesimo modo.
Ecco perché prego per i signori Cardinali, ma… in special modo per uno di loro. Chi ritiene questa miscela tra analisi e “sensazione” consona alla Chiesa, si accodi pure in questa preghiera. Ritengo che ne abbiamo tanto tanto bisogno.
E, sia come sia, preghiamo comunque: al di là di tutto, che Dio ce lo mandi buono.".
Anch'io mi unisco a questa preghiera.
Cordiali saluti.
The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
Il mio libro
Il mio libro
Il mio libro
Il mio libro
Il mio libro
Il mio libro
Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
Il mio libro
Il mio libro
Il mio libro
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Translate
Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.
Con la pedofilia ci si sporca le mani, caro fucilone, e tu l'hai fatto.
RispondiEliminaE infatti alla fine, pur di difendere l'indifendibile atteggiamento della chiesa che di fronte ai livelli alti arretra nella lotta alla pedofilia, hai finito per censurare chi ad alta voce denunciava questo stato di cose.
E cosa resta? La pubblicazione di un articolo in cui si dice che tutto è una bufala...con buona pace dei bambini violentati nel corpo e nell'anima.
Questa parte della chiesa (alti rappresentanti e "fedeli" sostenitori) mi mette i brividi. E' questa parte della chiesa che letteralmente mi disgusta e che mi fa dire una sola cosa: crimini e ricchezza! Ricchezza, potere e crimini per perseguirli, sono questi i vostri valori! Vergogna! Siete senza Dio.
COmplimenti, antonio gabriele fucilone!
e vedremo il nuovo papa se revocherà l'incarico a 'o brien! se non lo farà sarà un complice anche lui. Se lo farà, tanto di cappello (fermo restando lo sconcertante e criminale immobilismo di ratzinger). Sì, lo posso dire ad alta voce: chi per ragioni latamente politiche si gira dall'altra parte di fronte a stupri su bambini è un delinquente. E ratzinger è tale: è un fatto che me lo fa sostenere, non il pregiudizio.
RispondiEliminaMa alla fine, oltre ai bambini, chi ci perde è la stessa chiesa: l'ex papa col suo immobilismo ne ha aggravato la crisi..e forse proprio per questo se ne è andato.
Stai attento a quello che dici!
RispondiEliminaTi avverto, la mia pazienza ha un limite!
Io so chi sei.
Continua così e ti ritroverai con una bella querela sul groppone!
Tu ti sei permesso di minacciarmi di querela per avere pubblicato il tuo cognome che erano noti a tutti ed io ho i testimoni!
Stai attento! Tu hai scritto che, praticamente, sono connivente con i pedofili.
Questa frase è passibile di querela!
La vuoi piantare?
Non è un consiglio ma un ordine!
Ho già preso contatti con un avvocato.
Tu vai a dare del connivente con i pedofili a qualcun altro!