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martedì 26 marzo 2013

Dal blog di Antonio Attinà "Libertarian Force: "Lo stato pietoso dell'università italiana"



Cari amici ed amiche.

Sul blog di Antonio Attinà "Libertarian Force", ho trovato interessante articolo intitolato "Lo stato pietoso dell'università italiana".
Esso recita:

"Ho saputo di recente che hanno aumentato il corso di laurea in Odontoiatria di un anno, portandolo a 6 anni. Questo per limitare l'accesso ancora di più a questa professione, che già è a numero chiuso. Chi secondo voi per logica potrebbe avere interesse a restringere progressivamente l'accesso a tale professione?
Ve lo dico io. L'ordine dei medici, perchè quelli che controllano l'ordine NON AMANO UN MERCATO DELLE PROFESSIONI LIBERO E SOPRATTUTTO NON SOPPORTANO LA CONCORRENZA...E poi hanno anche l'ipocrisia di parlare di mercato del lavoro aperto e di libera concorrenza in tutti i campi (tranne ovviamente che nel loro).

SI DOVREBBERO SOLAMENTE VERGOGNARE E SE FOSSERO UOMINI, MA DI QUELLI CON LE PALLE, DOVREBBERO ANCHE SPARIRE PER SEMPRE DALLA CIRCOLAZIONE.MA CI TROVIAMO DI FRONTE A DEI MISERABILI INGORDI, DI FRONTE A GENTE INFAME CHE NON SA COS'E' IL PUDORE, SI CREDONO POTENTI E, PURTROPPO, GLI VA BENE.

Il medico e in genere chi svolge una professione, HA TRA LE ALTRE COSE IL COMPITO DI PROMUOVERE E VALORIZZARE IL TALENTO UMANO E NON DI AFFOSSARLO E REPRIMERLO COME FANNO IN ITALIA.

GLI ORDINI PROFESSIONALI ESISTONO SOLAMENTE IN ITALIA E IN UGANDA.

FANNO BENE I GIOVANI CHE VANNO ALL'UNIVERSITA' ALL'ESTERO.

VUOL DIRE CHE IL SISTEMA SCOLASTICO ITALIANO, PIENO DI REGOLE, DI TESTS E DI CONCORSI FATTI AD HOC PER ELIMINARE I CONCORRENTI SCOMODI, E' FALLIMENTARE ED HA FALLITO.

SE NON FOSSE COSI' ALLORA COME MAI IN ITALIA IL 70% DEGLI STUDENTI ITALIANI NON GIUNGE ALLA LAUREA? COME MAI IL 20% SI LAUREA FUORI CORSO DI PARECCHI ANNI? COME MAI ALL'ESTERO GLI STUDI UNIVERSITARI DURANO MENO ANNI RISPETTO ALL'ITALIA E I LAUREATI STRANIERI SONO MOLTO PIU' PREPARATI E GIOVANI RISPETTO A QUELLI CHE ESCONO DALLE UNIVERSITA' ITALIANE? COME MAI ALL'ESTERO SI STUDIA SOLO L'ESSENZIALE E POI SI FA MOLTA PRATICA DURANTE IL CORSO DI STUDI, MENTRE IN ITALIA SI STUDIANO ANCHE UN SACCO DI COSE CHE NON SERVONO SI FA ZERO PRATICA DURANTE IL CORSO DI STUDI E POI SI DEVE FARE ALTRA PRATICA DOPO LA LAUREA PER POTER ABILITARSI, UTILIZZANDO IL NOZIONISMO, ESASPERATO AD ARTE FINO A UN' IPER ERUDIZIONE FORZATA AD UN MEGA PERFEZIONISMO ILLOGICO CHE NON SERVE A NULLA, COME ULTERIORE SISTEMA PER EMARGINARE ED ESCLUDERE CHI NON HA APPOGGI?

QUESTA PURTROPPO E' L'UNIVERSITA' ITALIANA...

Traete voi le dovute conclusioni.

Antonio Attinà - Filosofo e pensatore libertario cosmopolita.
".

Ora, io sono distante da Attinà, sotto tanti punti di vista.
Sia, io non sono un libertario, sono cattolico conservatore, filo-sionista (amico di Israele) e filo-americano.
Però, trovo che Attinà abbia sollevato un problema serio riguardo all'università italiana.
Il problema principale sta nella presenza della "baronie", ossia di quegli insegnanti che si attorniano di  "corti" di studenti.
Ora, è pacifico che i "baroni" (i docenti in questione) siano capaci di influenzare gli esiti di un esame.
Questo scardina un principio molto importante che è quello della meritocrazia.
In pratica, i "baroni" tendono a favorire non gli studenti più bravi, capaci e meritevoli ma quelli che fanno parte delle loro "corti".
Addirittura, ci sono stati casi in cui le "corti" dei vari "baroni" erano piene di persone imparentate tra loro.
Uno di questi casi è stato all'università di Bari.
Questo è molto grave.
Un altro problema sta nello Stato, che per lungo tempo ha favorito questa situazione.
La Riforma fatta nel 2011 dall'allora Ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini andava verso la direzione giusta.
Essa faceva sì che si finanziassero solo le facoltà più utili, sfavorendo le "baronie" e favorendo la meritocrazia.
E' inutile dire che i vari "baroni" (uniti al centrosinistra) abbiano protestato.
Un altro problema è la questione della mancanza di collegamento tra l'università ed il mondo del lavoro.
Questo avviene perché molte università sono finanziate dallo Stato e quindi non cercano fondi privati.
Questo, oltre a favorire le "baronie", fa sì che il mondo dell'università (e dell'istruzione in generale) sia staccato da quello del lavoro.
Bisogna ridurre i finanziamenti pubblici (che spesso vengono dati a casaccio) e fare sì che le università cerchino i finanziamenti privati.
Questo farebbe sì che l'università fosse collegata al mondo del lavoro.
Lo studio, infatti, non deve essere fine a sé stesso ma deve avere un'utilità per sé stessi e per gli altri.
Cordiali saluti.



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