Cari amici ed amiche.
Sul blog "La Voce di Romas", ho trovato questo articolo intitolato "Duro affondo di Marco Macrì sulla magistratura italiana "Ha ragione il Presidente Berlusconi! Sono il cancro della nostra Democrazia!"":
Inoltre scrive sul suo blog:
Vi prego di leggere! Cari amici, care amiche, Vi prego di non arrenderci, poiché le querele in questione sono state bloccate per ulteriori motivi... Qualcuno ha mischiato un pò le carte in tavola, o meglio non ha le idee abbastanza chiare riguardo le vicende giudiziarie del Presidente Berlusconi... La prima querela era indirizzata al pm Boccassini per i processi della Procura di Milano, mentre l'altra querela era indirizzata ad altri pm riguardo la Procura di Napoli. Dunque erano due querele! Per il momento non posso dare ulteriori informazioni riguardo l'accaduto. Le due querele sono state ritirate, poiché in Italia non siamo un Paese libero... Una cosa è certa! Ho compreso che la magistratura è veramente il cancro del nostro Paese! Grazie a tutti e a tutte per il sostegno, ma purtroppo in queste condizioni non bastava... Non prendete questo mio gesto come una rassegnazione, ma sinceramente non ero nelle condizioni di condurre tale battaglia da solo! Grazie a tutti! Con affetto! Marco Macrì".
Anni fa, la mia famiglia ed i miei vicini di casa ebbero un contenzioso con un altro mio vicino che insultava e minacciava tutti.
Una volta, arrivò anche ad usare le mani contro alcuni dei miei vicini, tra i quali vi era una signora di 80 anni.
La poveretta si prese uno schiaffo.
Mio fratello (che all'epoca era minorenne) fu minacciato ed io pure.
Tutti noi lo denunciammo.
Nonostante le prove, il giudice lo assolse.
Quindi, capisco pienamente Marco Macrì ed i motivi che l'hanno indotto a ritirare le querele.
Oggi, chi dovrebbe garantire la giustizia non fa il suo dovere.
Io concordo con Marco nel dire che non ci si debba arrendere.
Bisogna manifestare ed operare sul territorio, per fare capire alla gente che le cose non vanno bene.
Io, ad esempio, sono impossibilitato a partecipare alla manifestazione del 23 marzo.
Però, io continuerò a parlare con la gente e a fare capire che qui c'è in ballo la democrazia.
Bisogna fare gazebo, interloquire con le persone ed usare in modo martellante la televisione, i giornali e la rete per fare capire che la nostra democrazia è a rischio.
Oltretutto, la deriva giustizialista si sta affermando anche in Parlamento.
Il Movimento 5 Stelle vuole l'arresto del presidente Berlusconi.
Il Partito Democratico gli sta andando dietro.
Ora, vi invito a leggere l'articolo scritto da un blogger Gaspare Serra (che non è dell'area politica a cui faccio riferimento e che, di conseguenza, non può essere tacciato di simpatie per il presidente Berlusconi) che è intitolato "Salsi: "Grillo è un emissario di Casaleggio...".
Questo articolo è un'intervista a Federica Salsi, la consigliera comunale di Bologna che era stata elette con Movimento 5 Stelle e che poi è stata espulsa da Beppe Grillo.
Federica Salsi ha definito Grillo un emissario di Gianroberto Casaleggio.
Ora, Casaleggio è legato a certe lobbies.
E' chiaro l'intento del Movimento 5 Stelle: prima, esso cerca di distruggere il Popolo della Libertà, facendo arrestare il presidente Berlusconi.
Poi, toccherà al Partito Democratico, che si sta facendo irretire da Grillo.
Per avere il potere, il Partito Democratico sta facendo i patti con il diavolo, Beppe Grillo.
Ai signori Pier Luigi Bersani e soci ricordo che quando si fanno i patti con il diavolo, quest'ultimo verrà poi a riscuotere quella cosa che ha chiesto in cambio...e lo pretenderà!
Ora, vi invito a leggere l'articolo del quotidiano "Libero" che è stato scritto da Filippo Facci e che è intitolato "Si chiama Grillo ma è un altro Di Pietro. Soltanto più pericoloso".
Leggete la prima parte che recita:
"È sparito Di Pietro ma ci resta il Parlamento più dipietrista di sempre, quello più manettaro ma anche quello più sfascista, avvelenatore di pozzi, sabotatore di ogni «dialogo» e di ogni baluardo di riferimento, proteso a inasprire ogni conflitto istituzionale e a delegittimare progressivamente ogni cosa. Di Pietro e Grillo hanno sempre avuto molto in comune - anche se altrettanto li divideva - e questo non soltanto in termini anaffettivi e malfidenti ed egocentrici: entrambi hanno sempre gridato «in galera» e però oggi, per farlo, non serve neanche più un paravento di carte giudiziarie, o un passato o un presente particolari come un Di Pietro o un Ingroia. Basta gridarlo e basta: Ruby o De Gregorio non importa, tanto è una rivoluzione e noi siamo tutti morti. (...)".
L'Italia sta attraversando un momento molto difficile.
Cordiali saluti.
Nessun commento:
Posta un commento