The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
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sabato 16 marzo 2013
Dio ci vuole positivi!
Cari amici ed amiche.
Sul sito "Zenit", l'amica Irene Bertoglio ha pubblicato un articolo intitolato "La volontà di Dio è che siamo sempre nella gioia!".
In questo articolo, Irene ha messo una riflessione di Chiara Amirante, che è citata sul suo libro "Intervista ai maestri".
Trovo molto interessante la parte dell'articolo che recita:
"Quando ci fidiamo di Gesù ci accorgiamo che la nostra vita è una costellazione di segni. È stata proprio questa consapevolezza ad accompagnarmi nell’ascolto della testimonianza di Chiara Amirante lo scorso 10 marzo, nella chiesa dei frati francescani di piazza Sant’Angelo a Milano.
«Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la Mia voce e Mi apre, Io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con Me» (Ap 3,20). Chiara, fondatrice della comunità Nuovi Orizzonti,racconta la sua storia. A 17 anni, insieme a tre amici fra cui Claudia, si ritrova vittima di un incidente stradale: «il ragazzo che guidava aveva bevuto e la macchina è finita in un burrone. In quella frazione di secondo mi sono detta: a 17 anni sto già morendo… Che peccato, avrei potuto amare molto di più! Quest’attimo è valso un’eternità; ho rivisto la mia vita e ho pensato: che cosa resta di questi 17 anni?».
Dalla riflessione che «tutto passa» nasce il titolo del suo ultimo libro,Solo l’amore resta: «quella serata ha rappresentato una svolta, io e Claudia abbiamo deciso di non disperdere troppe energie per apparire, ma di concentrarci sugli orizzonti di eternità. Dopo un mese Claudia viene investita in un altro incidente, firmando con la sua vita il patto che avevamo fatto».
A 21 anni Chiara decide di recarsi di notte alla Stazione Termini per incontrare tutti i giovani in situazione di grave disagio che hanno fatto della strada la loro casa. Perché questa scelta radicale? «Quando fai una scoperta che ti riempie e che colora anche gli inferi più terribili, non puoi non condividerla e gridarla in tutti i modi. Ho trovato la bellezza! Quando sei stato nel deserto e trovi un’oasi, prima ti tuffi e poi senti che non puoi non tornare nel deserto a dire che la Sorgente c’è! Gli altri possono pensare che hai delle allucinazioni, ma non c’è niente di più bello nella vita che la promessa di Gesù: “Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo”».
L’idea di andare in strada di notte rischiando la vita è nata in Chiara dallo sperimentare una gioia che resiste anche alla situazione più drammatica: «ero infatti malata agli occhi, quasi cieca; la mia cartella clinica era stata vista dai migliori luminari e tutti mi dicevano che non sarei mai guarita in quanto era interessata anche la retina. Allora ho detto: “Gesù, se sei tu che mi metti nel cuore questo desiderio di cercare giovani deviati, mettimi anche nelle condizioni di poterlo realizzare!”». Con questo spirito Chiara si reca a fare le iniezioni quotidiane agli occhi e scopre che da meno 8 decimi vede più di 11 decimi, come se Dio le dicesse: “Non temere, sono io che ti mando!”.
Il desiderio ora benedetto è quello di andare a trovare personalmente i giovani più disperati per poter testimoniare loro che è possibile sperimentare la gioia: «nei sottopassaggi della stazione Termini di Roma sembrava di scendere nei gironi infernali, ma Dio è disceso nei nostri inferi. Quando ti immergi in certi posti le paure si fanno sentire, però per me è stato più forte scoprire quanta sete di Dio c’è tra i ragazzi che vivono di spaccio e di criminalità. Io li ascoltavo e poi mi sentivo dire: “Gesù ti dà questa gioia?”. E mi chiedevano di portarli via con me. Non era tanto quello che dicevo che li colpiva, ma vedere nei miei occhi quella felicità che anche loro cercavano. “Allora esiste, allora c’è!”».
Queste parole si ricollegano a quelle dette da Papa Francesco durante la messa con i cardinali.
Certo, egli si è formato nell'Ordine dei Gesuiti, un ordine che nei secoli fece della fiducia nel genere umano.
Troppo spesso, il pensiero negativo, il pessimismo, si insinuò e tuttora si insinua nella Chiesa.
Pensiamo a quello che successe nel XVII e nel XVIII secolo.
Nella Chiesa si formò una corrente, il giansenismo.
Il giansenismo è una corrente che si formò nel XVII secolo e prende il nome dal vescovo di Ypres Corneliis Jansen (Giansenio 1585-1638).
Oggi, il giansenismo è presente in alcune Chiese vetero-cattoliche.
Il giansenismo predicava la predestinazione e riteneva che dopo il peccato originale l'uomo non potesse fare altro che peccare.
Questo pessimismo cozzava con il pensiero gesuita, un pensiero che invece fu positivo e più conforme con il cattolicesimo.
Ora, Papa Francesco ha posto questo principio.
Effettivamente, egli dice una verità sacrosanta.
Per salvarsi, l'uomo deve aspirare alla salvezza.
Come può aspirare alla salvezza un uomo che ha perso la speranza di fronte al male?
Come può aspirare alla salvezza un uomo che non vede la bellezza di ogni cosa?
Come può aspirare alla salvezza un uomo che ha un pensiero distruttivo?
Come può aspirare alla salvezza un uomo che ha paura?
Come può aspirare alla salvezza un uomo che prova rabbia inutile?
Quindi, l'essenza della salvezza sta proprio nel volere costruire, nello sperare, nel rifiutare la rabbia, nell'avere coraggio e nel vedere la bellezza.
Certo, tutto ciò è difficile ma bisogna provare.
Non costruire, non sperare, non avere coraggio, non vedere la bellezza in ogni cosa e nel provare rabbia inutile significa avere paura della vita e rifiutare la vita stessa.
Dio non vuole l'uomo infelice!
Certo, non bisogna essere ingenui o farsi prendere dalle cose vane ma la vita non va sprecata.
Cordiali saluti.
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.
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