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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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sabato 28 aprile 2012

Egualitarismo, perché no?

Cari amici ed amiche.

Vi voglio parlare dell'egualitarismo e vi voglio spiegare il perché della mia avversione ad esso, attraverso le parole del libro di Plinio Correa de Oliveira, "Rivoluzione e Contro-rivoluzione":

"Orgoglio e ugualitarismo
La persona orgogliosa, soggetta all'autorità di un'altra, odia in primo luogo il giogo che in concreto pesa su di lei.
In secondo luogo, l'orgoglioso odia genericamente tutte le autorità e tutti i gioghi, e più ancora lo stesso principio di autorità, considerato in astratto.
E poiché odia ogni autorità, odia anche ogni superiorità, di qualsiasi ordine sia.
E in tutto questo si manifesta un vero odio a Dio (vedi punto "m" di questo paragrafo).
Questo odio per ogni disuguaglianza si è spinto tanto oltre che, mosse da esso, persone di alta
posizione l'hanno messa a repentaglio e perfino compromessa, soltanto per non accettare la
superiorità di chi sta più in alto di loro.
Ma c'è di più. In un eccesso di virulenza, l'orgoglio può portare qualcuno a lottare per l'anarchia, e a rifiutare il potere supremo che gli fosse offerto. E ciò perché la semplice esistenza di questo potere
supremo contiene implicitamente l'affermazione del principio di autorità, a cui ogni uomo in quanto tale -- e anche l'orgoglioso -- può essere soggetto.
L'orgoglio può così condurre all'ugualitarismo più completo e radicale.
Gli aspetti di questo ugualitarismo radicale e metafisico sono diversi:
a) Uguaglianza tra gli uomini e Dio: da ciò il panteismo, l'immanentismo e tutte le forme esoteriche
di religione, che mirano a stabilire un rapporto da uguale a uguale tra Dio e gli uomini, e hanno per
scopo di attribuire a questi ultimi prerogative divine. L'ateo è un ugualitario che, volendo evitare
l'assurdità dell'affermazione che l'uomo è Dio, cade in un altro assurdo, affermando che Dio non
esiste. Il laicismo è una forma di ateismo, e quindi di ugualitarismo. Esso afferma l'impossibilità di
giungere alla certezza dell'esistenza di Dio. Quindi, nella sfera temporale, l'uomo deve agire come
se Dio non esistesse, ossia, come qualcuno che ha detronizzato Dio.
b) Uguaglianza nella sfera ecclesiastica: soppressione del sacerdozio dotato dei poteri di ordine,
magistero e governo, o almeno di un sacerdozio con gradi gerarchici.
c) Uguaglianza tra le diverse religioni: tutte le discriminazioni religiose sono odiose perché
offendono la fondamentale uguaglianza tra gli uomini. Perciò, le diverse religioni devono essere
trattate in modo rigorosamente uguale. La pretesa di una religione di essere quella vera, a esclusione
delle altre, comporta l'affermazione di una superiorità, è contro la mansuetudine evangelica, ed è
pure impolitica, perché le preclude l'accesso ai cuori.
d) Uguaglianza nella sfera politica: soppressione, o almeno attenuazione, della disuguaglianza tra
governanti e governati. Il potere non viene da Dio, ma dalla massa, che comanda e alla quale il
governo deve ubbidire. Proscrizione della monarchia e della aristocrazia come regimi
intrinsecamente cattivi, in quanto antiugualitari. Soltanto la democrazia è legittima, giusta ed
evangelica (19).
e) Uguaglianza nella struttura della società: soppressione delle classi, soprattutto di quelle che si
perpetuano per via ereditaria. Abolizione di ogni influenza aristocratica nella direzione della società
e sul tono generale della cultura e dei costumi. La gerarchia naturale costituita dalla superiorità del
lavoro intellettuale sul lavoro manuale scomparirà con il superamento della distinzione tra l'uno e
l'altro.
f) Abolizione dei corpi intermedi tra l'individuo e lo Stato, come pure dei privilegi specificamente
inerenti a ciascun corpo sociale. Per quanto grande sia l'odio della Rivoluzione contro l'assolutismo
regio, è ancora più grande il suo odio contro i corpi intermedi e la monarchia organica medioevale.
Questo avviene perché l'assolutismo monarchico tende a mettere i sudditi, anche quelli più
altolocati, a un livello di reciproca uguaglianza, in una situazione menomata che preannuncia già quell'annullamento dell'individuo e quell'anonimato, che raggiungono la massima espressione nelle
grandi concentrazioni urbane della società socialista. Fra i corpi intermedi che devono essere
aboliti, occupa il primo posto la famiglia. Nella misura in cui non riesce a estinguerla, la
Rivoluzione cerca di sminuirla, mutilarla e vilipenderla in tutti i modi.
g) Uguaglianza economica: niente appartiene a qualcuno, tutto appartiene alla collettività.
Soppressione della proprietà privata, del diritto di ciascuno al frutto integrale del proprio lavoro
personale e alla scelta della sua professione.
h) Uguaglianza negli aspetti esteriori dell'esistenza: dalla varietà scaturisce facilmente una
disuguaglianza di livello. Perciò, diminuzione per quanto possibile della varietà negli abiti, nelle
abitazioni, nei mobili, nelle abitudini, ecc.
i) Uguaglianza nelle anime: la propaganda, in un certo senso, modella in modo uniforme tutte le
anime, togliendo loro tutte le peculiarità, e quasi la vita stessa. Perfino le differenze di psicologia e di atteggiamento fra i sessi tendono a diminuire il più possibile. Per tutte queste ragioni, scompare il
popolo, che è essenzialmente una grande famiglia di anime diverse ma armoniche, riunite attorno a ciò che è a loro comune. E sorge la massa, con la sua grande anima vuota, collettiva, schiava (20).
j) Uguaglianza in tutti i rapporti sociali: tra anziani e giovani, tra padroni e dipendenti, tra
insegnanti e studenti, tra marito e moglie, tra genitori e figli, ecc.
k) Uguaglianza nell'ordine internazionale lo Stato è costituito da un popolo indipendente che
esercita pieno dominio su un territorio. La sovranità è, dunque, il corrispettivo della proprietà nel
diritto pubblico. Ammessa l'idea di popolo, con caratteristiche che lo differenziano dagli altri, e
l'idea di sovranità, ci troviamo necessariamente di fronte a disuguaglianze: di capacità, di virtù, di
numero, ecc. Ammessa l'idea di territorialità, abbiamo la disuguaglianza quantitativa e qualitativa
delle diverse zone territoriali. Si capisce, perciò, come la Rivoluzione, fondamentalmente
ugualitaria, sogni di fondere tutte le razze, tutti i popoli e tutti gli Stati, in una sola razza, in un solo
popolo e in un solo Stato (vedi parte I, cap. XI, 3).
l) Uguaglianza tra le diverse parti del paese: per le stesse ragioni, e per un meccanismo analogo, la
Rivoluzione tende ad abolire all'interno delle patrie oggi esistenti tutto il sano regionalismo politico,
culturale, ecc.
m) Ugualitarismo e odio a Dio: san Tommaso insegna che la diversità delle creature e la loro
disposizione gerarchica sono un bene in sé, poiché così risplendono meglio nella creazione le
perfezioni del Creatore (21). E dice che, tanto tra gli angeli (22) quanto tra gli uomini, nel paradiso
terrestre come in questa terra d'esilio (23), la Provvidenza ha stabilito la disuguaglianza. Per questo,
un universo di creature uguali sarebbe un mondo in cui sarebbe cancellata, in tutta la misura
possibile, la somiglianza tra le creature e il Creatore. Quindi odiare, per principio, ogni e qualsiasi
disuguaglianza equivale a porsi metafisicamente contro gli elementi per la migliore somiglianza tra il Creatore e la creazione, significa odiare Dio.
n) I limiti della disuguaglianza: è chiaro che da tutta questa esposizione dottrinale non si può
concludere che la disuguaglianza sia sempre e necessariamente un bene.
Gli uomini sono tutti uguali per natura, e diversi soltanto nei loro elementi accidentali. I diritti che a loro provengono dal semplice fatto di essere uomini, sono uguali per tutti: diritto alla vita, all'onore, a condizioni di esistenza sufficienti, dunque, al lavoro e alla proprietà, alla costituzione di una famiglia, e soprattutto alla conoscenza e alla pratica della vera religione. E le disuguaglianze che attentano a questi diritti sono contrarie all'ordine della Provvidenza. Però, entro questi limiti, le disuguaglianze derivanti da elementi accidentali come la virtù, il talento, la bellezza, la forza, la amiglia, la tradizione, ecc., sono giuste e conformi all'ordine dell'universo (24).
".

Queste parole spiegano pienamente la mia posizione.
Che gli uomini debbano avere gli stessi diritti fondamentali (come il diritto alla vita, il diritto di possedere beni, la libertà di parola e di espressione e la dignità della persona) è cosa nota.
Tuttavia, va detto che gli uomini non sono uguali tra loro.
Ogni uomo ha la propria libertà e può usarla come vuole.
Ogni uomo ha il proprio talento e può usarlo come vuole.
Ogni uomo ha le sue ambizioni e può seguirle o meno.
Dio volle così, come volle che l'uomo sia responsabile verso Dio, verso gli altri e verso sé medesimo.
Se Dio volle questo, come può l'uomo mettersi contro ciò, imponendo l'uguaglianza anche in tutti quegli aspetti che non sono i diritti fondamentali?
Il principio dell'egualitarismo (o "imposizione dell'eguaglianza" ) mira a distruggere i diritti fondamentali dell'uomo, impedendogli di esprimersi, togliendogli la dignità e, di fatto, negandogli di vivere.
L'egualitarismo annulla la persona, rendendo la sua vita non degna di essere vissuta, né definita tale.
Nell'egualitarismo vi è, quindi, la "cultura della morte".
Non ci si deve sorprendere se in tutti quei regimi  (come nazismo e comunismo) che volevano imporre (e che vogliono imporre) l'uguaglianza con la forza ci sia stata (e ci sia tuttora) la morte.
Un'altra forma di egualitarismo pernicioso è anche quello che nega la famiglia, ad esempio, svilendo il valore del matrimonio, come quello che nega la proprietà privata.
La negazione del diritto di proprietà è frutto dell'invidia sociale e quindi dell'odio.
Gli egualitaristi dicono: "Dietro ad una grande ricchezza vi è un grande delitto".
Una frase del genere è una sciocchezza.
Un uomo ricco non è necessariamente un mascalzone.
Egli, infatti, potrebbe essere diventato ricco in funzione del proprio talento.
Anche lo svilimento del valore del matrimonio è frutto dell'odio.
Non voglio sembrare omofobo o retrogrado (poiché anche gli omosessuali hanno diritto di vivere, di possedere beni, di esprimere le proprie opinioni e di non vedere la propria dignità svilita) ma il fondamento della società è il rapporto familiare e la famiglia è una società naturale fondata sul matrimonio, l'unione tra uomo e donna.
La radice del termine "matrimonio"è "madre" è ciò implica un rapporto uomo-donna, la base del progresso della società.
Il volere scardinare il concetto di matrimonio per "dare diritti ad altre forme di convivenza" implica la distruzione della stessa società.
Le generazioni che verranno dopo non avrebbero più un vero punto di riferimento, se ciò dovesse concretarsi.
Svilire il matrimonio significa detestare l'ordine naturale delle cose.
Anche questa è una forma di odio, una forma di odio verso Dio.
Per questo motivo, l'egualitarismo è distruttivo.
Cordiali saluti.


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Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.