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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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sabato 14 aprile 2012

LA DESTRA, L'ANTISEMITISMO ED ISRAELE

Cari amici ed amiche.

Vi voglio parlare di un argomento molto importante.
Mi sono davvero stancato di sentirmi dire che io sia fascista, nazista o peggio.
Io non sono fascista o (peggio) nazista.
Io sono di destra.
Per farvi capire la differenza, vi cito il caso di Sidney Sonnino (11 marzo 1847-24 novembre 1922).
Questi fu Presidente del Consiglio dall' 8 febbraio 1806 al 29 maggio 1906 e dall' 11 dicembre 1909 al 31 marzo 1910.
Non voglio parlare tanto della sua biografia ma del suo pensiero.
Lui era di destra.
Fino a qui non c'era nulla di strano.
Egli era di destra ed era anche di origini ebraiche.
Infatti, Sidney Sonnino era figlio di un commerciante ebreo e di una gallese.
Quindi, egli era di origini ebraiche, se pur di fede anglicana.
Sulla religione, Sonnino si pose nel seguente modo:

..Io non temo le conseguenze politiche della religione del popolo... temo piuttosto il clericalismo della borghesia e delle classi agiate, le quali, benché esse stesse scettiche e miscredenti, considerano la religione come mezzo di governo... Esse vedono nell’organizzazione e nella forza civile della Chiesa un potente alleato per i propri interessi di classe...".

Da queste parole si poté desumere che egli non avesse nulla contro la Chiesa cattolica, anche se, certamente, si adattò a quel clima di scontro che c'era tra Stato e Chiesa.
Eppure Sonnino era di destra e la destra era, forse, la parte politica che cercò sempre il dialogo con la Chiesa cattolica, proprio perché per sua natura tenne conto di tutte le realtà che componevano la cultura italiana.
Essa era una forza che voleva uno Stato in cui le libertà della Chiesa fossero garantite, forse sul modello della Magna Charta Libertatum.
Non ci riuscì per vari motivi.
La politica italiana era (ed è ) anomala.
Tutto ciò, però, deve farci capire che la tradizione della destra non è antisemita.
La tradizione di della destra europea è una tradizione che tiene conto di tutte le radici storiche e culturali di ogni Paese, compreso il Cristianesimo, ma non ha nulla a che fare con l'antisemitismo, che, invece, fu tipico di certe ideologie come il nazismo.
Quest'ultimo (come il fascismo) discese dal socialismo. Fu una sorta di "socialismo nazionale".
Del resto, anche i comunisti (nel loro odio contro Dio) uccisero molti ebrei.
Il comunista, infatti, odia la religione (perché odia Dio) e si sa che la caratteristica che distingue l'ebreo sia proprio la religione.
La destra, invece, è di tutt'altra natura.
La destra riconosce ciò che costituisce intrinsecamente la realtà politica che si propone di rappresentare.
La dimostrazione di ciò sta proprio nel fatto che oggi sia il centrodestra a sostenere Israele mentre a sinistra vi sia chi brucia le bandiere dello Stato israeliano o si fa fotografare con gli Hezbollah libanesi, che tradizionalmente sono ostili ad Israele.
Molto spesso, l'anti-israelismo (o antisionismo) è un antisemitismo mascherato.
Gli Ebrei degli anni passati capirono che serviva loro uno Stato che desse loro sicurezza.
Ora, io pongo se a fare uno Stato simile ad Israele fosse stato un altro popolo, ci sarebbe stata tutta questa acredine nei suoi confronti?
Io penso proprio di no.
Allora, piantiamola con questa ipocrisia.
Termino, dicendo che sono orgoglioso di essere di destra.
Io sono di destra, dichiaratamente cattolico (praticante) e, altrettanto dichiaratamente, filo-israeliano.
Non sono fascista e tanto meno nazista o comunista.
Del resto non mi interessa nulla, come non mi interessa la diceria che qualcuno ha diffuso qui a Roncoferraro, in Provincia di Mantova, e che ha definito il gruppo di cui faccio parte e di cui sono segretario, il Circolo "Roncoferraro Giovani e Futuro" , "eversivo".
Quando ho sentito questa cosa mi sono messo a ridere.
Il circolo è composto da bravi ragazzi che vogliono fare qualcosa di buono per il proprio territorio, anche dialogando con le istituzioni di vario tipo.
Se parlare di lavoro o di temi culturali è "eversione"...significa che siamo caduti in basso e che chi ha diffuso  la diceria non ha bene in mente il significato delle parole.
Se questa è "eversione", io sono il re d'Inghilterra.
Scusatemi ma mi sono tolto una pietruzza dalla scarpa.
Cordiali saluti. 




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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screemshot de "Il Corriere della Sera".