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sabato 14 aprile 2012

IL TITANIC, FABRIZIO QUATTROCCHI, LA MISERICORDIA, LA PROVVIDENZA ED IL DESTINO

Cari amici ed amiche.

Oggi si commemora il 100° anniversario dell'affondamento del Titanic.
Molti dissero che quella tragedia fosse stata una storia già scritta in precedenza, come se il destino di quella nave imponente fosse segnato.

Questo teorema venne fuori dopo che si collegò il fatto ad un romanzo scritti dallo scrittore Morgan Robertson (30 settembre 1861-24 marzo 1915).
Questo romanzo è intitolato "Il naufragio del Titan" e parla di un'enorme nave, il Titan, che salpò da Southampton bel 1898 e che colpì un iceberg ed affondò, proprio come il Titanic.
Qualcuno vide in quel romanzo una "profezia".
Ora, non voglio mettere in discussione i profeti ma sul Titanic pesò molto l'errore umano, un errore frutto anche della presunzione.
Coloro che fecero la nave, ad esempio, scelsero di non mettere tante scialuppe e scelsero di fare un timone troppo piccolo.
Lo fecero per presunzione ma la loro scelta fu deliberata.
Quindi, smettiamola con il determinismo.
Ogni uomo può essere resposabile del proprio destino come di quello del suo prossimo.
Come ha detto anche padre Raniero Cantalamessa, il credente non rinuncia alla propria razionalità.
Quindi, da credente e razionalmente, dico che Dio c'è ed esiste ma certe scelte fatte da ogni uomo possono influenzare il destino di sé stesso e degli altri. 
Lo stesso discorso vale per Fabrizio Quattrocchi, l'italiano che il 14 aprile 2004 era stato rapito ed ucciso in Iraq.

Egli scelse di andare in Iraq. Egli sapeva quali erano i rischi del suo mestiere.
Fu rapito e scelse di resistere ai rapitori, dicendo: "Vi faccio vedere come muore un italiano!".
Non voglio sembrare blasfemo ma si può dire che lui sia stato un vero martire.
Un uomo può scegliere anche di rifiutare la provvidenza.
Di quest'ultima parla un brano del "Dialogo della Divina Provvidenza" di Santa Caterina da Siena.
Ringrazio l'amico Giovanni Covino (SEFT) che me l'ha fatto avere su Facebook.
Il brano recita:

"Signore mio, volgi l'occhio della tua misericordia sopra il popolo tuo e sopra il corpo mistico della santa Chiesa. Tu sarai glorificato assai più perdonando e dando la luce dell'intelletto a molti, che non ricevendo l'omaggio da una sola creatura miserabile, quale sono io, che tanto t'ho offeso e sono stata causa e strumento di tanti mali. Che avverrebbe di me se vedessi me viva, e morto il tuo popolo? Che avverrebbe se, per i miei peccati e quelli delle altre creature, dovessi vedere nelle tenebre la Chiesa, tua Sposa diletta, che è nata per essere luce? Ti chiedo, dunque, misericordia per il tuo popolo in nome della carità increata che mosse te medesimo a creare l'uomo a tua immagine e somiglianza.Quale fu la ragione che tu ponessi l'uomo in tanta dignità? Certo l'amore inestimabile col quale hai guardato in te medesimo la tua creatura e ti sei innamorato di lei. Ma poi per il peccato commesso perdette quella sublimità alla quale l'avevi elevata. Tu, mosso da quel medesimo fuoco col quale ci hai creati, hai voluto offrire al genere umano il mezzo per riconciliarsi con te. Per questo ci hai dato il Verbo, tuo unico Figlio. Egli fu il mediatore tra te e noi. Egli fu nostra giustizia, che punì sopra di sé le nostre ingiustizie. Ubbidì al comando che tu, Eterno Padre, gli desti quando lo rivestisti della nostra umanità. O abisso di carità! Qual cuore non si sentirà gonfio di commozione al vedere tanta altezza discesa a tanta bassezza, cioè alla condizione della nostra umanità? Noi siamo immagine tua, e tu immagine nostra per l'unione che hai stabilito fra te e l'uomo, velando la divinità eterna con la povera nube dell'umanità corrotta di Adamo. Quale il motivo? Certo l'amore.Per questo amore ineffabile ti prego e ti sollecito a usare misericordia alle tue creature.".

L'uomo può accettare o rifiutare anche l'aiuto della Provvidenza.
Immaginate una persona che si trova in una casa che sta crollando.
Arriva un amico e gli dice di andarsene ma quell'uomo rifiuta.
Ne arriva un altro ed egli continua pervicacemente a rifiutarsi.
Ne arriva un altro ancora che cerca di portarlo via con la forza ma quell'uomo continua a rifiutarsi, punta i piedi e scalcia come un mulo.
Poi la casa crolla e l'uomo muore schiacciato dalle macerie.
Quell'uomo ha scelto di finire la propria vita così.
Un uomo può anche scegliere di rifiutare la misericordia di Dio, pagandone poi il prezzo.
Dunque, l'uomo può influenzare il proprio destino.
Cordiali saluti.



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