Cari amici ed amiche.
Leggete questa nota di Giovanni Covino (SEFT) che ha preso un brano dalle "Omelie sui Vangeli" di San Gregorio Magno:
"«Io sono il buon Pastore; conosco le mie pecore», cioè le amo, «e le mie pecore conoscono me» (Gv 10, 14). Come a dire apertamente: corrispondono all'amore di chi le ama. La conoscenza precede sempre l'amore della verità.
Domandatevi, fratelli carissimi, se siete pecore del Signore, se lo conoscete, se conoscete il lume della verità. Parlo non solo della conoscenza della fede, ma anche di quella dell'amore; non del solo credere, ma anche dell'operare. L'evangelista Giovanni, infatti, spiega: «Chi dice: Conosco Dio, e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo» (1 Gv 2, 4).
Perciò in questo stesso passo il Signore subito soggiunge: «Come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e offro la vita per le pecore«(Gv 10, 15). Come se dicesse esplicitamente: da questo risulta che io conosco il Padre e sono conosciuto dal Padre, perché offro la mia vita per le mie pecore; cioè io dimostro in quale misura amo il Padre dall'amore con cui muoio per le pecore.
Di queste pecore di nuovo dice: Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna (cfr. Gv 10, 14-16). Di esse aveva detto poco prima: «Se uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo» (Gv 10, 9). Entrerà cioè nella fede, uscirà dalla fede alla visione, dall'atto di credere alla contemplazione, e troverà i pascoli nel banchetto eterno.
Le sue pecore troveranno i pascoli, perché chiunque lo segue con cuore semplice viene nutrito con un alimento eternamente fresco. Quali sono i pascoli di queste pecore, se non gli intimi gaudi del paradiso, ch'è eterna primavera? Infatti pascolo degli eletti è la presenza del volto di Dio, e mentre lo si contempla senza paura di perderlo, l'anima si sazia senza fine del cibo della vita.
Cerchiamo, quindi, fratelli carissimi, questi pascoli, nei quali possiamo gioire in compagnia di tanti concittadini. La stessa gioia di coloro che sono felici ci attiri. Ravviviamo, fratelli, il nostro spirito. S'infervori la fede in ciò che ha creduto. I nostri desideri s'infiammino per i beni superni. In tal modo amare sarà già un camminare.
Nessuna contrarietà ci distolga dalla gioia della festa interiore, perché se qualcuno desidera raggiungere la mèta stabilita, nessuna asperità del cammino varrà a trattenerlo. Nessuna prosperità ci seduca con le sue lusinghe, perché sciocco è quel viaggiatore che durante il suo percorso si ferma a guardare i bei prati e dimentica di andare là dove aveva intenzione di arrivare.".
Nella Messe che si sono celebrate ieri e che si celebrano oggi, si e parlato (e si parla) di Gesù che annunciò di essere il buon pastore.
Essere pastore significa guidare le pecore verso il cibo e tutto ciò che ad esse serve e proteggerle.
Come il pastore nutre e proteggere il proprio gregge, così Cristo protesse dal male il suo popolo, lo condusse alla salvezza e riunì intorno a lui.
Cristo fece ciò e la Chiesa fu fatta secondo il suo modello.
Il Papa, i vescovi, i sacerdoti, i presbiteri ed i diaconi debbono operare come operò Gesù Cristo.
Io penso che fare il sacerdote sia difficile.
Non sono un prete ma, vedendo l'andazzo attuale, ritengo che quello del sacerdote sia un mestiere molto difficile.
La gente è sempre meno incline alla carità e a quei valori che sono tipici del Cristianesimo.
In più, c'è anche l'anticlericalismo.
Vi invito a guardare questa vergognosa foto qui sotto.
E' facile "sparare" contro il Papa e contro la Chiesa ed accusarli di nefandezze di ogni tipo.
Che contro il Papa e la Chiesa vi sia una certa ostilità è cosa nota.
Però, questa ostilità è pura demagogia.
La Chiesa fa opere di bene e ci sono sacerdoti che rischiano anche la vita, pur di fare del bene per la propria comunità.Eppure, di questi eroi non si parla. Si parla bene solo di quei preti
graditi
da una certa opinione pubblica, preti come don Andrea Gallo, don
Farinella o don Giorgio De Capitani (nelle foto) che tra l'altro dicono delle cose che sono difformi dalla dottrina cattolica.
Io trovo che oggi la Chiesa sia come una barca nella tempesta.
Preghiamo il buon Dio perché ci siano nuovi buoni pastori.
Cordiali saluti.
The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.
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