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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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lunedì 16 aprile 2012

LA FEDE E L'AMICIZIA

Cari amici ed amiche.

Girando per caso tra i vari profili di Facebook, ho visto questa frase di San Giovanni Crisostomo (nell'immagine) che recita:

"Grande cosa è l'amicizia e quanto sia veramente grande non lo si può esprimere a parole, ma soltanto provare".

L'amicizia, che nell'enciclica del Santo Padre "Deus Caritas Est" è chiamata con il termine greco "philìa", è una cosa veramente grande.
Io credo che San Giovanni Crisostomo abbia ragione.
E' facile dire "Io sono tuo amico".
A parole si possono spostare le montagne.
I fatti sono ben altra cosa.
Bisogna distinguere ciò che è vero da ciò che non lo è.
Nel caso dell'amicizia ciò è importante e molto difficile.
Gesù stesso provò tutto ciò.
Egli fu tradito, venduto per trenta denari, da una persona che fino ad un attimo prima mangiava alla sua stessa tavola.
Quindi, non sono d'accordo con chi dice: "I veri amici sono coloro che mangiano a tavola con te".
Del resto, anche io ho avuto (ed ho tuttora) esperienze simili.
Non sono amici neppure coloro che spesso parlano usando belle parole.
Questi, infatti, sono sempre i primi a calunniare.
Non sono amici nemmeno coloro che dicono di esserlo ma al momento del bisogno si defilano.
Non sono amici neppure coloro che tendono a fare adulazioni senza critica.
Non sono amici neppure coloro che stanno con gli altri finché gli assicurano dei vantaggi.
Questi ultimi sono sfruttatori.
Un amico deve anche criticare, qualora egli ravvisi un errore in una mia azione dal proprio amico.
Io penso che, per essere realmente tale, l'amico debba, prima di tutto, esserci al momento del bisogno, avere un rapporto vero con la persona ed essere critico quando questa sbaglia.
Nell'amicizia non ci devono essere secondi fini.
Gesù provò tutto ciò, nel bene e nel male.
Se le provò lui, noi dovremo essere da meno.
L'amicizia è "koinonia", comunione di esperienze e di valori.
Questo non vuole dire mangiare insieme tutti i giorni ma semplicemente avere delle esperienze comuni.
Forse, oggi, con l'avvento dei social network e la perdita di valori, tutti questi concetti sono un po' scemati.
Si è perso il rapporto diretto tra persone e spesso il concetto di amicizia viene banalizzato.
Io, ad esempio, ho il mio profilo su Facebook e ho tante persone che sono in contatto con me.
Con qualcuno di loro (cito, ad esempio, Morris Sonnino, Sara Astrologo, Francesca Padovese, Riccardo Di Giuseppe, Irene Bertoglio, Filippo Giorgianni, Stefania Ragaglia, Alessandra Spanò, Vittorio Leo, Angelo Fazio, Giuseppe Sagliocco ed Anna Castaldo Morville) ho instaurato ottime sinergie e rapporti di stima.
Però, da qui a considerare costoro come amici nel senso stretto del termine ce ne corre, anche se qualcuno di loro ha dimostrato di esserci in determinati frangenti .
Questo non vuole dire che un giorno non possiamo diventare amici per davvero (anzi, mi farebbe piacere) ma perché sia tale, l'amicizia deve avere una comunione di esperienze.
Bisogna essere realisti.
L'amicizia non deve avere secondi fini.
Un amico è tale se non cerca dei vantaggi.
Io ad esempio, mi espongo facendo politica.
Faccio istanze, presso il Comune di Roncoferraro, uso internet, cerco di essere attivo nella società (anche per favorire la ricerca del lavoro) e collaboro nelle propagande, quando ci sono elezioni.
Oggi, per via di quello che faccio,  ci sono persone che mi chiamano, mi invitano a vari eventi, e mi considerano "amico".
Ciò non significa che io e molte di queste persone siamo amici.
Io penso che tra loro ci possa essere anche chi voglia usarmi per poi scaricarmi quando non servirò più.
Di sicuro, io non mi farò sfruttare perché se dovessi vedere cose strane, io potrei dire: "Tanti saluti e grazie!".
Sulla mia fronte non c'è scritto "Giocondo", anche perché se gli altri volessero qualcosa da me, io sarei pronto a chiedere una contropartita, altrimenti non avrebbero la mia collaborazione.
E' chiaro che ciò non sarebbe amicizia ma un "patto tra postulanti", per dirla come l'ha detta il vescovo Waleran al priore Philip nella nota serie "I Pilastri della Terra".
L'amicizia è ben altra cosa.
L'amicizia è esserci nel momento di bisogno.
Ho sentito, ad esempio, che un giocatore dell'Udinese,  Antonio Di Natale, voglia aiutare la sorella disabile di Piermario Morosini, il calciatore morto sabato a Pescara.
Questo è un atto di vera amicizia.
Allora, l'amicizia è qualcosa di veramente alto, umanamente è cristianamente.
Essa è preziosa perché ci ricorda la nostra umanità.
Cordiali saluti.










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