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martedì 3 aprile 2012

Da Glastonbury all'Abruzzo, La Sacra Spina Custodita nella Chiesa di Santa Maria Maggiore a Vasto che ogni anno "fiorisce" il venerdi Santo,

Cari amici ed amiche.

Su Facebook ho trovato questa nota nota molto interessante sulla Spina Santa che sarebbe custodita a Vasto:

"La reliquia della Sacra Spina è di particolare interesse perché si ricollega alla Corona di spine che la tradizione riconduce alla passione di Cristo. Corona recuperata e poi donata da S. Luigi alla Cattedrale di Notre Dame di Parigi. Nel corso dei secoli furono tolte non poche spine per essere donate a Chiese e Santuari per ragioni meritorie particolari, come Pisa, Roma, Vicenza, ecc. Il privilegio della donazione toccò anche alla Chiesa di S. Maria Maggiore di Vasto. La Sacra Spina è legata direttamente alla famiglia d'Avalos e, in modo particolare, a Ferrante Francesco II d'Avalos che, in coincidenza con il Concilio Ecumenico Tridentino (1545-1563), quale delegato del re di Spagna Filippo II, ebbe in dono la Spina con bolla del Pontefice Pio IV che ne certificava la donazione straordinaria. La bolla papale, purtroppo, andò distrutta in un incendio divampato nella notte del 14-15 giugno 1645. Miracolosamente, la Sacra Spina rimase indenne grazie alla temerarietà di uno schiavo turco che, sfidando coraggiosamente le fiamme, riuscì a raggiungere la nicchia, ove era custodita, e a portarla in salvo, ricevendone, come premio, la libertà. Tale evento, ritenuto prodigioso, è raffigurato nella grande tela ad olio del 1857, situata sulla volta della navata centrale ed eseguita dal vastese Andrea Marchesani. La festa della Sacra Spina, venerata dai fedeli con immutato fervore e dedizione, si celebra il venerdì antecedente la Settimana Santa, giorno in cui la reliquia viene portata in solenne processione per le vie della città.



In un modesto ma prezioso libretto edito nel 1786 per volontà della congrega del SS. Sacramento e Sacra Spina, l'autore così scrive: "E' questa una Spina intera lunga oncie tre ed un minuto di palmo architettonico romano, aspersa nella punta del divin Sangue, graziosamente concessa dal Pontefice Pio IV al famoso D. Ferdinando D'Avalos, Governatore di Milano e Delegato al Concilio di Trento come Ambasciatore del Re di Spagna Filippo II. Dopo la cui morte, fu ella da D. Alfonso D'Avalos, di lui erede, trasportata nel Vasto, e situata nella Chiesa Parrocchiale Collegiata Insigne di Santa Maria Maggiore, dove presentamente si venera.""Viveva, nell'anno 1647, il Marchese D. Diego D'Avalos, il quale affinché questa preziosa e rara Reliquia si guardasse con maggior onorificenza, e decoro, fece erigere ed adornare nella suddetta Collegiata una Cappella in di lei onore"."Si celebra questa Festa con tutta la più possibile solennità nel Venerdì della Settimana di Passione, (oggi V settimana di Quaresima) e vi concorrono tutti gli abitanti, stimolati dalla devozione e dalla gratitudine, non essendovi quasi persona, che nel decorso dell'anno, non abbia ricevuto da questa Santa Spina qualche spirituale o temporal benefizio. Sono innumerevoli le grazie, che ella continuamente dispensa ai devoti fedeli. Nell'anno 1643 e propriamente nella notte antecedente il giorno festivo del Corpus Domini, per non essersi attentamente avvertito a smorzar bene i molti lumi accesi nel primo Vespro, si apprese nell'altare maggiore la fiamma, la quale comunicatasi facilmente ai molti legni, di cui eran costruiti il Coro, gli Altari ed i sedili del popolo, si sollevò fino al tetto, dove si staccò alle smisurate e numerose travi, che lo sostenevano; e così tutto incendiata la Chiesa di Santa Maria Maggiore porgeva al popolo spettatore non minore spavento che rammarico per la perdita della Sacra Spina, la quale in quel tempo conservatasi in una nicchia di legno "a cornu epistolae" dell'Altare Maggiore; quando uno schiavo Turco si spinse tre le fiamme, dalle quali non riportando alcun danno, sano ed illeso ne riuscì con in mano la pianta e sospirata Reliquia."Della autenticità della Sacra Spina penso che non ci possono essere dubbi fondati, nonostante "la perdita della donazione autentica del Sommo Pontefice la quale nell'anno 1566 restò bruciata con altre scritture nel fuoco, che i Turchi attaccarono a molte Chiese di questa Città, fra le quali fu quella di Santa Maria Maggiore, di cui fu incendiato l'intero archivio." E ciò per due ragioni probanti: l'autorevolezza, appunto, del donatore: il Papa, e la motivazione del dono: le fini capacità diplomatiche dimostrate da D. Ferdinando come Ambasciatore del Re di Spagna al Concilio di Trento. In verità l'autore del libretto ne dà un'altra che - senza entrare nel merito - trascrivo fedelmente: "Ma pure, oltre di tante prove, ella da se stessa si autentica in ogni anno con un perpetuo sorprendente miracolo. S. Gregorio Turonese, riportato dal Baronio nel Tomo primo degli Annali, riferisce essere comune opinione che le vere Spine della Corona del Redentore non secchino mai". Tal'è appunto la nostra Sacra Spina, la quale conserva sempre indelebile quel color biancastro, che è proprio nelle spine di ramo non distaccate dal vivo stelo."La teologia cattolica, d'altro canto, precisa molto bene il senso e il valore che vengono attribuiti alle Reliquie; culto "indiretto" (traduco così il linguaggio tecnico teologico) e cioè il culto è rivolto alla persona cui quel "resto" o quell'oggetto è attribuito; nel caso specifico, al Cristo sofferente, dono dell'immenso amore misericordioso di Dio Padre all'umanità peccatrice. Ne è testimone la ricca liturgia composta per la festa, preceduta da una quintena di preparazione molto partecipata.Meriterebbe infatti un commento esegetico a parte lo stupendo Inno "Ave Spina" ricco di riferimenti biblici e di una intensa spiritualità. Nelle sue sei strofe cantate con una singolare musica molto espressiva dell'animo religioso popolare e della sua pietà vengono espressi con vividezza aspetti fondamentali della teologia della Croce, apice della rivelazione.Un'ultima annotazione.Tengo a sottolineare che la Sacra Spina è un dono fatto a tutta la città, è patrimonio religioso di Vasto; a Santa Maria Maggiore l'insigne onore e il dovere di una "gelosa" custodia e di un sempre più autentico culto, perché Cristo Redentore - più che per la florescenza della Sacra Spina, creduta dalla devozione popolare e attestata da qualche antica ma non verificata testimonianza - conceda alla città un futuro sempre più "fiorente" fatto di onestà, di concordia, di solidarietà civile, di trasparenza a tutti i livelli pur in una floridezza economica sempre più solida. Benedica, altresì, tutte le numerose comunità di Vastesi sparse per il mondo perché restino fedeli ai valori religiosi originari e siano testimoni autentici della loro fede.
Don Decio D'Angelo
".

Innanzitutto, ringrazio l'amico Angelo Fazio che ha messo la nota su Facebook.
Ora, la tradizione della Spina Santa non è tipica solo di Vasto, una ridente cittadina dell'Abruzzo.
Infatti, anche a Glastonbury, in Inghilterra, vi è una tradizione simile.
Essa si fonda sull'arrivo di Giuseppe d'Arimatea in Britannia.
Giuseppe d'Arimatea fu il sacerdote ebreo del Sinedrio che era amico di Gesù.
Secondo una pia tradizione, egli andò in Britannia con il calice che raccolse il sangue di Cristo (il Santo Graal?) e lo seppellì a Glastonbury. Secondo la tradizione egli fondò la Chiesa albionica.
Poi piantò il suo bastone nel terreno e questo fiorì e divenne una pianta di biancospino che fioriva a Natale e in primavera, proprio vicino alla Pasqua.
Tra l'altro, pare che il luogo in cui è sepolto Giuseppe d'Arimatea sia l'Isola di Man, il cui vessillo ricorda quello siciliano. 
A Glastonbury fu fondata un'abbazia.
Sotto re Enrico VIII (1491-1547) l'abbazia fu soppressa e durante la Guerra Civile (1642-1660) la pianta fu distrutta da un soldato puritano di Cromwell .
Mentre questo soldato abbatteva la pianta, una scheggia gli colpì un occhio accecandolo.
Una tradizione legata alla Spina Santa è presente anche in Francia.
Qui, re Luigi IX (1214-1270) portò la reliquia della corona di spine indossata da Gesù da Costantinopoli. Infatti, gli fu venduta dall'imperatore dell'Impero Latino d'Oriente,  Baldovino di Fiandra.
Il re francese fece costruire la Sainte Chapelle di Parigi.
Durante la Rivoluzione francese del 1789, la Sainte Chapelle fu trasformata in un edificio pubblico e le reliquie furono disperse.
Ora, la Spina Santa di Vasto potrebbe essere legata anche alla pianta di biancospino che si trovava a Glastonbury.
Questo dimostra che la tradizione cristiana sia il vero collante dell'Europa.
Cordiali saluti.






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