Ieri, in una discussione avvincente e molto accesa con mio cugino, ho parlato del determinismo.
Influenzato dai romanzi di Lev Tolstoj, mio cugino è determinista ed io non lo sono.
Per determinismo si intende quella concezione di una certa scienza e di una certa filosofia in cui in natura nulla avviene per caso ma tutto accade secondo una ragione e secondo una necessità.
Nella visione deterministica, l'uomo è predestinato a fare certe scelte e ad avere un certo destino.
Questo concetto, ad esempio, è tipico del protestantesimo, del positivismo e di certa scienza.
Per chi è determinista, chi esprime il concetto opposto del libero arbitrio è contro natura e contro Dio.
Io non sono d'accordo con questa teoria.
Intendiamoci, nessuno vuole mettere in discussione la presenza di Dio.
Anzi, la Chiesa cattolica incoraggia il libero arbitrio, come mostra il suo Catechismo:
"I. Libertà e responsabilità
1731 La libertà è il potere, radicato nella ragione e nella volontà, di agire o di non agire, di fare questo o quello, di porre così da se stessi azioni deliberate. Grazie al libero arbitrio ciascuno dispone di sé. La libertà è nell'uomo una forza di crescita e di maturazione nella verità e nella bontà. La libertà raggiunge la sua perfezione quando è ordinata a Dio, nostra beatitudine.
1732 Finché non si è definitivamente fissata nel suo bene ultimo che è Dio, la libertà implica la possibilità di scegliere tra il bene e il male, e conseguentemente quella di avanzare nel cammino di perfezione oppure di venire meno e di peccare. Essa contraddistingue gli atti propriamente umani. Diventa sorgente di lode o di biasimo, di merito o di demerito.
1733 Quanto più si fa il bene, tanto più si diventa liberi. Non c'è vera libertà se non al servizio del bene e della giustizia. La scelta della disobbedienza e del male è un abuso della libertà e conduce alla schiavitù del peccato.51
1734 La libertà rende l'uomo responsabile dei suoi atti, nella misura in cui sono volontari. Il progresso nella virtù, la conoscenza del bene e l'ascesi accrescono il dominio della volontà sui propri atti.
1735 L'imputabilità e la responsabilità di un'azione possono essere sminuite o annullate dall'ignoranza, dall'inavvertenza, dalla violenza, dal timore, dalle abitudini, dagli affetti smodati e da altri fattori psichici oppure sociali.
1736 Ogni atto voluto direttamente è da imputarsi a chi lo compie:
Il Signore infatti chiede ad Adamo dopo il peccato nel giardino: « Che hai fatto? » (Gn 3,13). Così pure a Caino.52 Altrettanto fa il profeta Natan con il re Davide dopo l'adulterio commesso con la moglie di Uria e l'assassinio di quest'ultimo.53
Un'azione può essere indirettamente volontaria quando è conseguenza di una negligenza riguardo a ciò che si sarebbe dovuto conoscere o fare, per esempio un incidente provocato da una ignoranza del codice stradale.
1737 Un effetto può essere tollerato senza che sia voluto da colui che agisce; per esempio lo sfinimento di una madre al capezzale del figlio ammalato. L'effetto dannoso non è imputabile se non è stato voluto né come fine né come mezzo dell'azione, come può essere la morte incontrata nel portare soccorso a una persona in pericolo. Perché l'effetto dannoso sia imputabile, bisogna che sia prevedibile e che colui che agisce abbia la possibilità di evitarlo; è il caso, per esempio, di un omicidio commesso da un conducente in stato di ubriachezza.
1738 La libertà si esercita nei rapporti tra gli esseri umani. Ogni persona umana, creata ad immagine di Dio, ha il diritto naturale di essere riconosciuta come un essere libero e responsabile. Tutti hanno verso ciascuno il dovere di questo rispetto. Il diritto all'esercizio della libertà è un'esigenza inseparabile dalla dignità della persona umana, particolarmente in campo morale e religioso.54 Tale diritto deve essere civilmente riconosciuto e tutelato nei limiti del bene comune e dell'ordine pubblico.55" .
Intendiamoci, questa libertà non ha nulla a che fare con quanto proposto da certe culture, come la cultura hippy, che prevede che l'uomo possa fare ciò che vuole sempre. Infatti, la vera libertà va a braccetto con la responsabilità. Ergo, un uomo può scegliere di fare ciò che vuole ma si dovrà assumere la responsabilità di ciò che compier di fronte ai suoi simili, alla storia e a Dio. Ogni uomo è responsabile verso chi e ciò che lo circonda e le sue azioni si ripercuotono sugli altri. Il concetto determinista, al contrario, tende a deresponsabilizzare l'uomo. Prendiamo, ad esempio, il caso di Adolf Hitler. Nella visione dei deterministi, Hitler era predestinato a diventare un feroce dittatore e a compiere quelle opere che definire orrende è ancora troppo poco. In una visione non determinista (e forse più simile a quella vera), Hitler scelse deliberatamente di diventare un uomo malvagio e di fare quei crimini vergognosi che sono noti a tutti. Quindi, Hitler ebbe gravi responsabilità e la colpa dei crimini fu giustamente imputata a lui. Una visione non deterministica non esclude il concetto di Dio. Dio stesso diede all'uomo la facoltà di decidere. Egli avrà l'ultima parola su ogni cosa ma all'uomo lascia ogni libertà di decidere. Se Dio ci diede questa libertà, nessuno ce la può negare, se non Dio stesso. Cordiali saluti. |
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