L'amico Samuele Maniscalco mi ha inviato questo testo del professor Plinio Correa de Oliveira:
"Quale contrasto! Lui, condannato, era giudice di quel castigo rigorosissimo. Gesù, sconfitto nelle apparenze, è in verità il vincitore. La croce è il legno della sconfitta, dell’infamia e del dolore. Eppure è il legno della gloria. E colui che è schiacciato con la croce, vince. Invece, chi vince senza la croce è uno sconfitto. Sei giorni prima, dall’alto del monte degli Ulivi, Gesù versava lacrime su Gerusalemme e profetizzava la sua rovina.
Ora annunciava solennemente la riprovazione e la terribile catastrofe che circa 40 anni dopo avrebbe cancellato la capitale dei giudei. Gli scribi, nell’udire quella profezia, avrebbero dovuto tremare di spavento. Però, accecati e induriti come demoni, si irritarono per le minacce che quel condannato osava proferire contro la città santa. E gli aguzzini, da loro incitati, raddoppiavano i colpi con cui lo ferivano, a tal punto che Egli cadde per la terza volta sulle pietre del viottolo, prima di arrivare in cima alla collina.
Lo rialzarono quasi esanime e Lo trascinarono a forza al luogo del supplizio...
In quel momento, la folla che affluiva da tutte le parti si assiepava intorno al monte, per assaporare gli ultimi tormenti dei condannati e applaudire la morte del Messia. Sta per scoccare mezzogiorno. Il momento è solenne come nessun’altro nella Storia dell’umanità: la grande tragedia, alla quale assistono gli angeli, gli uomini e i demoni — la tragedia dell’Uomo-Dio — è giunta al suo culmine.
Gesù patì tutto questo e morì per la salvezza degli uomini. Per la mia salvezza, per la tua salvezza, lettore, lettrice. Che cosa facciamo per ricambiare questo immenso beneficio e per non schierarci con coloro che crocifissero il Figlio di Dio?
Plinio Corrêa de Oliveira".
Prima di tutto, ringrazio Samuele di questo messaggio e gli auguro buona Pasqua.
Sono pienamente d'accordo con il professor Plinio Correa de Oliveira.
Ora, l'uomo può peccare in quattro modi, in pensieri, in parole, in opere ed in omissioni.
Del peccato con il pensiero, le parole e le opere si sa molto.
Del peccato con le omissioni, invece, voglio parlare.
Vi voglio parlare di ciò attraverso una mia esperienza.
Nel 1995, un mio amico subì un brutto incidente automobilistico.
Io arrivai casualmente sul posto e, vedendo la scena terribile, mi spaventai a tal punto che non volli avvicinarmi.
Lì feci un'omissione.
C'era un mio amico. Questo mio amico si fece molto male (finì in rianimazione e rischiò di perdere una gamba) ed io non mi avvicinai nemmeno.
Riflettei molto e mi vergognai di quello che feci e pagai anche uno scotto.
Lì giurai a me stesso che non avrei fatto mai più una cosa del genere.
Forse, anche questa esperienza mi spinse ad entrare in politica.
Tra l'altro, il tema delle strade e della sicurezza (guarda caso) è spesso toccato da me.
Forse, anche questa esperienza mi spinse ad entrare in politica.
Tra l'altro, il tema delle strade e della sicurezza (guarda caso) è spesso toccato da me.
Questa è l'omissione.
Una persona che può fare il bene e non lo fa è in peccato perché ogni uomo è responsabile verso gli altri.
Qui cito un'altra esperienza.
Su Facebook scrivo molto poiché faccio politica, qui a Roncoferraro (in Provincia di Mantova) e cerco anche di parlare di cultura
Un mio articolo (in cui avevo contestato la decisione dell'UNESCO di riconoscere la Palestina come Stato, contro Israele) era stato pesantemente contestato ed io ero stato insultato da una persona.
Un'altra persona aveva letto tutto ed aveva segnalato colui che mi aveva insultato alla Polizia Postale.
Pensate, una persona che non mi aveva mai visto in faccia aveva fatto questo per me.
Questa cosa mi aveva fatto molto riflettere.
Quindi, i peccatori non sono solo coloro che insultano, che fanno azioni indegne o che pensano male degli altri ma anche coloro non fanno nulla per gli altri.
Forse, questo grande pensatore quale fu Plinio Correa de Oliveira ci volle fare capire questo.
Se noi non capiamo cosa sia il peccato non capiremmo nemmeno la Pasqua e Cristo sarebbe morto invano.
Cordiali saluti e buona Pasqua.
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