Su Facebook, l'amico Morris Sonnino mi ha mostrato questa foto che mostra il giocatore della Lazio Stefan Radu alzare il braccio a mo' di saluto romano.
Io trovo che certi gesti non facciano bene al calcio, perché quantomeno possono sembrare equivoci e possono essere fraintesi.
Magari, come dice la stessa società biancoceleste, il giocatore potrebbe avere semplicemente esultato.
Tuttavia, egli avrebbe potuto esultare in un altro modo.
Certo, per contro, non vanno bene nemmeno i gesti di quei giocatori che esultano alzando il pugno, come se fossero all'Internazionale Socialista.
Purtroppo, il nostro è un Paese strano.
Winston Churchill diceva:
"Gli Italiani perdono le guerre come se fossero partite di calcio e le partite di calcio come se fossero guerre".
A me sembra che dietro ad una partita di calcio ci sia una questione di fazione politica, quasi come se il proprio avversario sia un nemico della società.
Anch'io ne so qualcosa.
Leggete questo commento scritto su questo blog da un signore che si fa chiamare Pasquale all'articolo intitolato "Derby, che sfortuna!":
"SALUTA LA CAPOLISTA... INFERIORE... IN POLITICA COME NEL CALCIO! AHAHAHAHA".
Questo "signore" (che molti già conoscono visto che altre volte ha commentato su questo blog) è noto a tutti.
Le sue idee, spesso discutibili, sono note a tutti.
Ora, questo non mi sembra un comportamento molto sportivo...della serie "non mettiamo la politica nel calcio" (e sono ironico).
Purtroppo, questa è la mentalità e non va bene.
Del resto, io posso dire anche altro.
Fino al 1995 ero stato tifoso della Roma. Poi feci un'"abiura" e passai al Milan.
Qualche anno dopo ero andato in Abruzzo, a trovare i miei zii e cugini, e, saputo della cosa, un amico di mio cugino (romanista) aveva detto:
"Un altro che si è venduto".
Qui poté anche starci l'ironia.
Tuttavia, ricevetti altri commenti (da altre persone) che mi piacquero meno.
Ad esempio, c'è chi disse che io passai al Milan per le mie simpatie politiche e quant'altro.
Francamente, per me gli altri possono dire quello che vogliono.
Io passai al Milan non tanto per ragioni politiche ma per una questione sicuramente sportiva (perché il Milan era ed è una squadra vincente) e per ragioni di amicizie.
Forse, tifavo (o meglio simpatizzavo) la Roma per la città (che visiterei volentieri) che non per la squadra.
Tra l'altro, ricordo che non ho mai avuto amici romanisti.
La maggioranza dei miei amici era (ed è) milanista e juventina.
Ci sono anche gli interisti.
Eppure, c'è chi sostenne che il mio passaggio al Milan fosse per ragioni politiche.
Sembra che gli stadi si siano trasformati in tribune politiche in cui la gente mostra i peggiori istinti.
L'Italia è sempre stato il Paese in cui lo scontro politico è sempre stato forte.
L'Italia è il Paese dei guelfi e dei ghibellini.
Lo stadio si è trasformato nel luogo in cui lo scontro politico si è concentrato.
Io penso che ciò non vada bene e non faccia bene al nostro calcio, un calcio che già soffre di altri mali.
Infatti, quando si parla di esso, si parla di spettacolo e di politica mentre non si parla più di sport.
Infatti, quando si parla di esso, si parla di spettacolo e di politica mentre non si parla più di sport.
Cordiali saluti.
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