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domenica 19 febbraio 2012

Il Futurista; Così Sarkozy cerca di convincere l’elettorato ebraico, il mio commento

Cari amici ed amiche.

Leggete questo articolo che è stato scritto su "Il Futurista" da Andrea Verde:

"Accompagnato da Noam e Aviva Shalit, i genitori dell’ex ostaggio franco-israeliano tenuto prigioniero a Gaza da Hamas per cinque anni e liberato il 18 ottobre scorso, grazie all’intervento della diplomazia francese, Nicolas Sarkozy si è recato, l'otto febbraio, all’appuntamento annuale del Crif (il consiglio di rappresentanza delle istituzioni ebraiche di Francia).

Sarkozy ha pronunciato un discorso davanti ad un migliaio di persone (il gotha politico, artistico, religioso di Francia) ribadendo i grandi legami di amicizia che legano la Francia a Israele. Duro contro il regime di Teheran «l’acquisizione dell’arma atomica da parte dell’Iran è inaccettabile», il presidente francese esclude tuttavia un attacco preventivo perchè «la soluzione non è un conflitto militare che provocherebbe sofferenze ad una popolazione che non ha colpe».

Davanti alle minacce di Ahmadinejad, Sarkozy ha ricordato che «Israele deve sapere che non è solo: la Francia non accetterà mai che si possa mettere in pericolo la sua esistenza». C’è chi teme che l’ondata di antisemitismo possa colpire anche la Francia, tant’è che Nicolas Sarkozy ha voluto ribadire che «ogni volta che un ebreo è vittima di ingiurie razziste, non è un affare di una sola comunità, ma un affare che riguarda 65 milioni di francesi».

Nei trenta minuti del suo discorso Sarkozy non ha risparmiato il premier israeliano Benjamin Netanyahu: prendendo esempio dalla Francia e dalla Germania che si sono combattute a lungo ma che «hanno saputo fare dei compromessi per costruire la pace», Sarkozy auspica che israeliani e palestinesi possano trovare un accordo di pace. Il presidente francese riconosce che l’Onu, l’Unione europea, la Russia e gli Stati Uniti hanno sin qui fallito; bisogna cambiare il metodo per indurre palestinesi ed israeliani a sedersi al tavolo della pace. «Chi deve fare il primo passo? Chi saprà tendere la mano per primo è un ingenuo o un virtuoso?», si domanda Sarkozy che ricorda ai presenti che «la presenza di una Stato palestinese democratico e moderno è la sola garanzia per la pace e la sicurezza di Israele».

Link; http://www.ilfuturista.it/esteri-2/cosi-sarkozy-cerca-di-convincere-l-elettorato-ebraico.html".

Io penso che la Francia abbia commesso un errore quando ha deciso di votare a favore del riconoscimento dello Stato palestinese presso l'UNESCO.
A parte il fatto che uno Stato palestinese ci sia già e che esso sia la Giordania, io credo che non si possa fare in modo che ci sia uno Stato palestinese (che sarebbe costituito dalla Cis-Giordania e e dalla striscia di Gaza) senza tenere conto delle condizioni politiche in cui esso potrebbe trovarsi e delle legittime richieste di sicurezza da parte di Israele.
Infatti, vi sono delle forze palestinesi che non sono moderate e che vorrebbero distruggere Israele.
Invece, la Francia ha riconosciuto sine conditio lo Stato palestinese presso l'UNESCO.
Ora, il presidente francese Nicolas Sarkozy ha fatto una marcia indietro.
Avrebbe dovuto pensarci, prima di fare quella scelta.
Quando ha parlato dei compromessi tra Francia e Germania (dopo che questi due Paesi si sono combattuti), Sarkozy non ha tenuto conto di una cosa.
Un conto, infatti, è fare un compromesso tra leaders moderati. Un altro è un compromesso tra un leader moderato e democratico (qual è il premier israeliano Netayahu) e delle forze politiche che vorrebbero distruggere un intero Paese, per l'appunto Israele.
Ricordo, per finire, che Israele è l'unico Stato mediorientale in cui le minoranze etniche e religiose (come i cristiani) non subiscono persecuzioni e non corrono rischi.
Sull'antisemistismo, Sarkozy ha perfettamente ragione, come ha ragione sulla posizione presa contro l'Iran.
Io penso che serva una riflessione.
Cordiali saluti.

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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screemshot de "Il Corriere della Sera".