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mercoledì 15 febbraio 2012

DAL GOVERNO A CELENTANO, DUE CONSIDERAZIONI

Cari amici ed amiche.

Leggete l'articolo scritto sul blog "Liberalmind", il blog di Giuseppe Sagliocco, che è intitolato "Per il Quirinale i Decreti di Monti valgono più di quelli del Cav. ".
In questo articolo si fa notare come il Quirinale abbia cambiato atteggiamento con il cambio del governo.
Quando al governo c'era il presidente Berlusconi e questi ricorreva al decreto, per velocizzare l'approvazione delle leggi, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, o chi per lui faceva rilievi a tutto spiano e parlava di sovranità del Parlamento, in quanto espressione popolare.
Ora, che c'è il governo Monti, la situazione è diversa.
I decreti vengono accettati dal Quirinale.
Questa cosa è percepibile.
Oltretutto, si deve tenere conto del fatto che il governo del presidente Berlusconi sia stato un governo democraticamente eletto e voluto dal popolo mentre quello di Monti no.
Infatti, quest'ultimo è frutto di una "manovra di palazzo".
Non è stato voluto dal popolo.
Inoltre, ieri sera è stata la prima serata del Festival di San Remo.
Mattatore della serata è stato Adriano Celentano.
Possiamo dire che il noto (e tanto discusso) cantautore sia stato il protagonista della serata, in senso negativo.
Purtroppo, ha fatto un discorso intriso di populismo e, mi si passi il termine, di farneticazioni.
Leggete questo pezzo che ho preso dal giornale "Affaritaliani.it":

"E' arrivato. Trascinandosi dietro un prevedibile treno di polemiche che domani imperversera' sui binari della politica, tirandosi dietro la Rai o parte di essa. Lo aspettavano e Adriano Celentano non si e' smentito. Attacco durissimo a giornali come 'Avvenire' e Famiglia Cristiana, definiti "inutili", testate "ipocrite" e che - ha detto esplicitamente - "devono chiudere"; attacco alla Consulta per aver bocciato il referendum sulla legge elettorale. In questo alla Consulta e' stato accompagnato da Gianni Morandi e anche da Rocco Papaleo. Vere e proprie "bombe" mediatiche precedute dal rumore sordo e al tempo stesso terrorizzante degli scoppi di bombe aeree, delle sirene ululanti, dalle immagini di edifici in fiamme, di aerei che bombardano obiettivi a terra e in mare, fasci di luce bianca che sciamano da un punto all'altro, cacciabombardieri in volo che lanciano bombe sui palazzi che precedenti attacchi hanno gia' sventrato e trasformato in tombe, imbarcazioni colpite, gente che fugge in strada o in acqua.
Gente riversa per terra sul palco dell'Ariston. Scene che rappresentano la guerra, scene che introducono la prima perfomance di Celentano in questa edizione del Festival di Sanremo. Un applauso, inizialmente non molto sostenuto, l'ha accolto. Bicchiere in mano, occhiali, impermeabile, Celentano ha esordito dicendo "i preti non sanno regolare gli audio. Se c'e' una cosa che non sopporto, non solo dei preti ma anche dei frati, e' che nei loro argomenti, quando fanno la predica non parlano mai della cosa piu' importante, cioe' del motivo per cui siamo nati, quel motivo nel quale e' insito il cammino verso il traguardo, quel traguardo che segna non la fine di un'esistenza ma l'inizio di una nuova vita. I preti non parlano mai del paradiso, quasi come a dare l'impressione che l'uomo sia nato per morire. Ma noi non siamo nati per morire, siamo nati per vivere. Che cazzo di vita e' questa qua? lo spread, l'economia...". Quindi l'attacco a giornali definiti "inutili", dicendo che "Avvenire, Famiglia Cristiana andrebbero chiusi definitivamente". Qui dalla galleria ed anche dalla platea sono partiti numerosi fischi. Celentano ha continuato dicendo che questi giornali "si occupano di politica e delle beghe del mondo. Senza contare i malati terminali, che anche se non lo dicono, loro sono consapevoli di cio' a cui stanno andando incontro. Loro pero', Famiglia Cristiana e l'Avvenire, non la pensano cosi'. Per loro il discorso di Dio occupa poco spazio, lo spazio delle loro testate ipocrite, le critiche che fanno a uno come don Gallo che ha dedicato la sua vita, ancora adesso, per aiutare gli ultimi, e di ultimi ce ne sono tanti".
LA CHIESA - Quello di Celentano sul palcoscenico di Sanremo e' stato "un monologo, una sorta di predica fatta utilizzando il servizio pubblico per delle farneticazioni". L'emittente dei vescovi italiani "TV2000" ha commentato cosi' "l'attacco a testa bassa di Celentano contro la stampa cattolica", fatto chiedendo la chiusura di due testate, "lui - prosegue - che professa la liberta' di stampa".".

Vorrei commentare queste parole becere con un pensiero dell'onorevole Alfredo Mantovano che recita:

"Non ho simpatia per le prediche. Ancor meno per le prediche lunghe. Ancor meno per le prediche lunghe televisive. Ma la S. Scrittura ci invita a porre mente a quello che viene detto, non a chi lo ha detto. Anche se lo ha detto Celentano, non desideriamo tutti che qualche prete in più parli di Dio e della salvezza un po' di più? La critica secca a tante cose squilibrate o esagerate che ha detto Celentano non pensate che travolga il desiderio di Dio che comunque viene fuori dalle sue parole?".

Sono pienamente d'accordo con l'onorevole Mantovano.
Celentano è sembrato più un telepredicatore che non un cantautore.
Il desiderio di Dio è legittimo.
Anzi, ogni uomo deve desiderare Dio.
Purtroppo, non si può arrivare a Dio insultando a destra e a manca ed aizzando la gente contro questa e quell'altra autorità.
Cordiali saluti.

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