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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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venerdì 17 febbraio 2012

IL CRISTIANO? NON E' UN RIVOLUZIONARIO

Cari amici ed amiche.

Leggete l'articolo del sito dedicato a Plinio Correa de Oliveira che è intitolato "Il dovere cristiano della militanza contro-rivoluzionaria" (http://circolopliniocorreadeoliveira.blogspot.com/2011/03/il-dovere-cristiano-della-militanza.html).
In passato, molti parlavano di un Gesù Cristo rivoluzionario, quasi come se fosse stato un Robespierre, un Lenin, un Mao Tse Tung o un Che Guevara di duemiladodici anni fa.
Ancora oggi c'è chi sostiene queste tesi.
La realtà è ben diversa.
Gesù non predicò la rivoluzione.
Leggete questo brano del Vangelo secondo Marco (capitolo 12, versetti 13-17) che recita:

"[13] Gli mandarono però alcuni farisei ed erodiani per coglierlo in fallo nel discorso. [14] E venuti, quelli gli dissero: "Maestro, sappiamo che sei veritiero e non ti curi di nessuno; infatti non guardi in faccia agli uomini, ma secondo verità insegni la via di Dio. È lecito o no dare il tributo a Cesare? Lo dobbiamo dare o no?". [15] Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse: "Perché mi tentate? Portatemi un denaro perché io lo veda". [16] Ed essi glielo portarono. Allora disse loro: "Di chi è questa immagine e l'iscrizione?". Gli risposero: "Di Cesare". [17] Gesù disse loro: "Rendete a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio". E rimasero ammirati di lui. ".

Quindi, Gesù predicò l'obbedienza verso lo Stato e l'autorità.
Questo principio cozza con quelli delle rivoluzioni.
Le rivoluzioni si fondano su due pilastri, il rifiuto dell'autorià costituita e la volontà di potere di chi compie la rivoluzione.
Il cristiano è tenuto a disobbedire all'autorità costituita solo qualora questa compisse atti contrari ai più elementari valori umani, come le leggi che impongono di rubare al prossimo o quelle che impongono di uccidere.
La vera rivoluzione del cristiano è il desiderio di Dio.
A tale proposito, vi invito a leggere la nota dell'amico Giovanni Covino che recita:

"Che cosa ci è stato promesso? «Noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è » (1 Gv 3, 2). La lingua si è espressa meglio che ha potuto, ma il resto bisogna immaginarlo con la mente. Infatti cosa ha rivelato lo stesso Giovanni a paragone di colui che è , o che cosa possiamo dire noi creature che siamo così lontane dalla sua grandezza?
Ritorniamo perciò a soffermarci sulla sua unzione, su quella unzione che ci insegna interiormente quanto non siamo capaci di esprimere in parole. E poiché ora non potete avere questa visione, vostro compito è desiderarla.
L'intera vita del fervente cristiano è un santo desiderio. Ciò che poi desideri, ancora non lo vedi, ma vivendo di sante aspirazioni ti rendi capace di essere riempito quando arriverà il tempo della visione.
Se tu devi riempire un recipiente e sai che sarà molto abbondante quanto ti verrà dato, cerchi di aumentare la capacità del sacco, dell'otre o di qualsiasi altro continente adottato. Ampliandolo lo rendi più capace. Allo stesso modo si comporta Dio.
Facendoci attendere, intensifica il nostro desiderio, col desiderio dilata l'animo e, dilatandolo, lo rende più capace.
Cerchiamo, quindi, di vivere in un clima di desiderio perché dobbiamo essere riempiti. Considerate l'apostolo Paolo che dilata il suo animo, per poter ricevere ciò che verrà. Dice infatti: «Fratelli, io non ritengo ancora di esservi giunto» (Fil 3, 13).
Allora che cosa fai in questa vita, se non sei arrivato alla pienezza del desiderio? «Questo soltanto so: Dimentico del passato e proteso verso il futuro, corro verso la meta per arrivare al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù» (Fil 3, 13-14). Paolo ha dichiarato di essere proteso verso il futuro e di tendervi pienamente. Era consapevole di non essere ancora capace di ricevere «quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo» (1 Cor 2, 9).
La nostra vita è una ginnastica del desiderio. Il santo desiderio sarà tanto più efficace quanto più strapperemo le radici della vanità ai nostri desideri. Già abbiamo detto altre volte che per essere riempiti bisogna prima svuotarsi. Tu devi essere riempito dal bene, e quindi devi liberarti dal male. Supponi che Dio voglia riempirti di miele? Bisogna liberare il vaso da quello che conteneva, anzi occorre pulirlo. Bisogna pulirlo magari con fatica e impegno, se occorre, perché sia idoneo a ricevere qualche cosa.
Quando diciamo miele, oro, vino, ecc., non facciamo che riferirci a quell'unica realtà che vogliamo enunziare, ma che è indefinibile.
Questa realtà si chiama Dio. E quando diciamo Dio, che cosa vogliamo esprimere? Queste due sillabe sono tutto ciò che aspettiamo. Perciò qualunque cosa siamo stati capaci di spiegare è al di sotto della realtà. Protendiamoci verso di lui perché ci riempia quando verrà. «Noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è » (1 Gv 3, 2).".


Chi desidera Dio non può mettersi contro l'autorità costituita per assumere il potere.
Chi fa ciò può avere in cuore tutto meno che il desiderio di Dio.
Cordiali saluti.

3 commenti:

  1. quand'anche il cristiano si "ribelli" all'autorità che abusa del suo potere, lo fa NON per abbattere la legittimità dell'autorità, ma anzi per far sì che essa non vada contro il proprio fine, abusando delle sue competenze, e quindi per far sì che ne venga RIAFFERMATO il suo fine. Il cristiano è CONTRO-rivoluzionario anche quando SEMBRA essere l'opposto, quando sembra ribellarsi. In realtà, non è così.

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  2. Filippo, hai detto bene.
    Il cristiano non delegittima l'autorità.
    Gesù ci insegnò questo.

    RispondiElimina

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Ringrazio un caro amico di questa foto.