Cari amici ed amiche.
Su Facebook, l'amica Irene Bertoglio (nella foto) ha condiviso questa riflessione con me ed altri amici.
L'ha fatto, citando Gustave Thibon, la cui frase recita:
"Quest'uomo brilla come un diamante ma si è rovinato nell'acquisto di tale gioiello. Guardate oltre. Il pane manca nella sua dimora.".
Ora, il pane in questione non è solo l'alimento ma anche il bene materiale e la ricchezza.
Purtoppo, noi viviamo in un mondo troppo competitivo.
In questo mondo competitivo vi sono quelli che hanno e quelli che non hanno.
Fino a qui non c'è niente di strano.
Il problema è che, molto spesso, chi non ha nulla viene istigato da certe ideologie (come quella comunista) ad odiare chi ha qualcosa.
A causa di questa concezione, nascono l'odio sociale e le violenze.
Mi viene da citare, uno dei miei scrittori preferiti, Federigo Tozzi, che scrisse il romanzo intitolato "Il Podere".
Il protagonista di questo romanzi, Remigio Selmi, viene ucciso dall'assalariato Berto anche per un atavico odio di quest'ultimo, oltre che per l'inettitudine della vittima.
Questo atavico odio nacque da questa concezione.
Chi la pensa così dice:
"Se io non ho nulla, non devono avere nulla nemmeno gli altri".
Questa concezione, però, sta portando alla rovina l'umanità.
Cordiali saluti.
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