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martedì 21 febbraio 2012

GLI EFFETTI DEL BUON GOVERNO, UN ESEMPIO DI ARTE TEOLOGICA




Cari amici ed amiche.



Su Facebook, l'amico Filippo Giorgianni ha superato sé stesso.

E' un interlocutore formidabile.

Egli, infatti, mi ha inoltrato un bellissimo articolo scritto sul blog "Zancleweb" (http://zancleweb.wordpress.com/) ed il cui titolo e link sono "Il Buon Governo: mostra sugli affreschi di Ambrogio Lorenzetti durante la Notte della Cultura" e http://zancleweb.wordpress.com/2012/02/21/il-buon-governo-mostra-sugli-affreschi-di-ambrogio-lorenzetti-durante-la-notte-della-cultura/.

Il noto affresco, che si trova nel Palazzo Pubblico di Siena, una delle opere d'arte che preferisco.

Che quest'opera di Ambrogio Lorenzetti (1290-1348) sia bella è risaputo. Però, in essa vi è anche una "teologia".

Nell'"Allegoria del buon governo" vi sono tutte le virtù umane della società medioevale.

Queste virtù erano ben presenti nella società medioevale, una società che poneva Dio al centro della vita umana e che erroneamente qualcuno definiva come "arretrata".

La società medioevale, ad esempio, fu quella società in cui il terribile sultano turco Saladino diede frutta e neve a re Riccardo Cuor di Leone e re Filippo II di Francia, quando seppe che questi ebbero la malaria.

La società medioevale era quella in cui anche gli uomini di Chiesa potevano praticare la scienza. Papa Silvestro II e Sant'Alberto Magno furono esempi di ciò.

La società medioevale fu la società presso cui nacque l'università.

Le antiche università, come quelle di Bologna, Padova, Oxford, Funfkirchen (oggi Pécs, in Ungheria) e Napoli, nacquero nel Medio Evo.

La società medioevale fu anche la società della grande architettura (nelle chiese bizantine, romaniche e gotiche) e della cultura della sussidiarietà, di cui ho parlato ieri, nell'articolo intitolato "Cos'è la sussidiarietà?", http://italiaemondo.blogspot.com/2012/02/cose-la-sussidiarieta.html.

L'uomo medioevale, infatti, era un uomo curioso di scoprire e di crescere.

L'esempio delle cattedrali gotiche lo dimostra ancora oggi.

Tuttavia, l'uomo medioevale era conscio di della dimensione di Dio, quel Dio a cui dava l'amore che esigeva.

Inoltre, nel Medio Evo nacque la vera coscienza europea.

Essendo formata da popoli diversi, l'Europa trovò nel Cristianesimo il vero cemento.
ll Sacro Romano Impero o Commonwealth normanno furono esempi di ciò.
Guarda caso, i nazionalismi e le truci ideologie (come nazismo e comunismo) sorsero dopo, con la Riforma protestante e la Rivoluzione francese.

Anche l'antisemitismo fu meno forte nel Medio Evo che non nei secoli successivi.

Basti leggere qualche scritto di Martin Luther contro gli ebrei.

Molte delle sue parole, purtroppo, divennero fatti nella Germania del secolo scorso.

Questo rappresenta l'"Allegoria degli effetti del buon governo".

Per contro, possiamo dire che l'altra allegoria, l'"Allegoria degli effetti del cattico governo", rappresenti la società figlia della rivoluzione.

Possiamo dire con serenità che, quando operò, Lorenzetti seppe vedere lontano.

La rivoluzione, infatti, fu il più grosso inganno

Con la promessa di una migliore società, la rivoluzione tirò fuori tutti i peggiori istinti dell'umanità.

La rivoluzione fu semplicemente il rifiuto di Dio e dell'ordine che egli stabilì, divinizzando l'uomo.

Da qui nacquero le concezioni che funestarono i secoli che vennero dopo il Medio Evo ed tempi nostri.

La "cultura della morte" (come l'aborto e l'eutanasia) e certe visioni del mondo (come comunismo, nazismo e tecnocrazia) sono figlie della cultura rivoluzionaria.

Con queste visioni del mondo, l'uomo si trova così allo sbando ed in balia dei suoi istinti peggiori.

Anche l'Europa, che nel Medio Evo fu un popolo, oggi è solo una pessima accozzaglia di popoli che non ha un'identità e che è tenuta insieme da norme discutibili.

Anche il fatto che questo affresco di Lorenzetti sia rovinato fa sembrare quasi che il destino dell'umanità sotto la mentalità rivoluzionaria sia molto fosco.

Sembra quasi che ciò sia un segno divino.

Termino questa riflessione con un brano che mi è stato inoltrato su Facebook dall'amico Giovanni Covino e che, per certi versi, è attinente al tema.

Il brano è tratto dalla Lettera ai Corinzi di San Clemente I Papa e recita:



"Teniamo fissi gli occhi sul sangue di Cristo, per comprendere quanto sia prezioso davanti a Dio suo Padre: fu versato per la nostra salvezza e portò al mondo intero la grazia della penitenza.
Passiamo in rassegna tutte le epoche del mondo e constateremo come in ogni generazione il Signore abbia concesso modo e tempo di pentirsi a tutti coloro che furono disposti a ritornare a lui.
Noè fu l'araldo della penitenza e coloro che lo ascoltarono furono salvi.
Giona predicò la rovina ai Niniviti e questi, espiando i loro peccati, placarono Dio con le preghiere e conseguirono la salvezza. Eppure non appartenevano al popolo di Dio.
Non mancarono mai ministri della grazia divina che, ispirati dallo Spirito Santo, predicassero la penitenza. Lo stesso Signore di tutte le cose parlò della penitenza impegnandosi con giuramento: Com'è vero ch'io vivo — oracolo del Signore — non godo della morte del peccatore, ma piuttosto della sua penitenza.
Aggiunse ancora parole piene di bontà: Allontànati, o casa di Israele, dai tuoi peccati. Dì ai figli del mio popolo: Anche se i vostri peccati dalla terra arrivassero a toccare il cielo, fossero più rossi dello scarlatto e più neri del silicio, basta che vi convertiate di tutto cuore e mi chiamate «Padre», ed io vi tratterò come un popolo santo ed esaudirò la vostra preghiera.
Volendo far godere i beni della conversione a quelli che ama, pose la sua volontà onnipotente a sigillo della sua parola.
Obbediamo perciò alla sua magnifica e gloriosa volontà. Prostriamoci davanti al Signore supplicando di essere misericordioso e benigno. Convertiamoci sinceramente al suo amore. Ripudiamo ogni opera di male, ogni specie di discordia e gelosia, causa di morte. Siamo dunque umili di spirito, o fratelli. Rigettiamo ogni sciocca vanteria, la superbia, il folle orgoglio e la collera. Mettiamo in pratica ciò che sta scritto. Dice, infatti, lo Spirito Santo: Non si vanti il saggio della sua saggezza, né il forte della sua forza, né il ricco delle sue ricchezze, ma chi vuol gloriarsi si vanti nel Signore, ricercandolo e praticando il diritto e la giustizia (cfr. Ger 9, 23-24; 1 Cor 1, 31, ecc.).
Ricordiamo soprattutto le parole del Signore Gesù quando esortava alla mitezza e alla pazienza: Siate misericordiosi per ottenere misericordia; perdonate, perché anche a voi sia perdonato; come trattate gli altri, così sarete trattati anche voi; donate e sarete ricambiati; non giudicate, e non sarete giudicati; siate benevoli, e sperimenterete la benevolenza; con la medesima misura con cui avrete misurato gli altri, sarete misurati anche voi (cfr. Mt 5, 7; 6, 14; 7, 1. 2. 12 ecc.).
Stiamo saldi in questa linea e aderiamo a questi comandamenti. Camminiamo sempre con tutta umiltà nell'obbedienza alle sante parole. Dice infatti un testo sacro: Su chi si posa il mio sguardo se non su chi è umile e pacifico e teme le mie parole? (cfr. Is 66, 2).
Perciò avendo vissuto grandi e illustri eventi corriamo verso la meta della pace, preparata per noi fin da principio. Fissiamo fermamente lo sguardo sul Padre e Creatore di tutto il mondo, e aspiriamo vivamente ai suoi doni meravigliosi e ai suoi benefici incomparabili".



Spero di avervi indotti a riflettere.


Cordiali saluti.

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