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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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giovedì 23 febbraio 2012

Antonio Ciarrapico, "Le origini del declino italiano", in 'Nuova Storia Contemporanea' n. 6/2011, pagg. 10-11



Cari amici ed amiche.


L'ottimo Filippo Giorgianni mi ha inoltrato questo pesso scritto da Antonio Ciarrapico che parla del democristianesimo:


«Un altro elemento di debolezza per lo schieramento anticomunista sarà costituito dalla ghettizzazione dei partiti di destra, privi di necessaria legittimità repubblicana o di quella antifascista. Non rimaneva dunque altra possibilità per la formazione di qualsiasi governo che puntare, come asse portante, sull'alternativa del centrismo. Nella scelta dei propri alleati, la Dc non si atteneva, del resto, alla discriminante destra-sinistra, ma a quella fondata sull'adesione ai valori occidentali, e sulla condivisione della politica atlantica e di quella europeistica. All'evidente scopo di rafforzare il fronte anticomunista, De Gasperi, anche dopo il successo ottenuto il 18 aprile 1948, che consentiva alla Dc di disporre della maggioranza assoluta in Parlamento, preferì costituire una larga coalizione di governo, il cosiddetto quadripartito, in cui convivevano forze alquanto eterogenee e, comunque, di diverso orientamento per quanto riguardava la politica economica e sociale. Ciò si riferisce, in particolare, alle posizioni espresse dai liberali e dai socialdemocratici, ma all'interno stesso della Dc risultava difficile conciliare la linea dei settori moderati con quella della sinistra dossettiana. De Gasperi, in verità, più che i contrasti all'interno della coalizione di governo, temeva l'avanzata delle sinistre e, in specie, del Partito Comunista. Ciò lo indusse ad accreditare la Dc come un partito di orientamento progressista al fine di contendere al Pci il voto delle masse popolari. Emblematica da questo punto di vista fu la definizione che diede della Dc come "partito di centro che si muove verso sinistra". Questa immagine, peraltro, mostrava un evidente scollamento tra la Dc e una cospicua parte del proprio elettorato. Il disorientamento provocato, nell'elettorato moderato, da questa rappresentanzione del ruolo della Dc, si traduceva in una perdita di consensi a destra, a favore di monarchici e missini. Si accentuavano, frattanto, talune divergenze programmatiche tra il Partito liberale e quello socialdemocratico, nonché fra di essi e la Dc. I liberali erano contrari alla riforma agraria, mentre i socialdemocratici accusavano la Dc di immobilismo. Insoddisfatti, almeno in parte, della situazione, Pli e Psdi uscirono ambedue dal governo, pur continuando ad appoggiarlo dall'esterno. La prima legislatura della Repubblica si concluse, quindi, con una coalizione di governo formata esclusivamente dalla Dc e dal piccolo partito repubblicano. Ciò significava, peraltro, anche la conclusione della non lunga stagione del centrismo. Per recuperare il quadripartito e disporre di una maggioranza sufficientemente larga e sicura in Parlamento, De Gasperi ritenne opportuno abbandonare il sistema proporzionale a favore di quello maggioritario. Ma la cosiddetta "legge truffa" non scattò poiché il cartello elettorale formato dal ricostituito quadripartito non raggiunse il quorum richiesto. La crisi del centrismo portò successivamente la Dc alla ricerca di nuovi alleati e al succedersi di crisi ministeriali normalmente lunghe e frequenti. Dieci anni durò la fase di transizione per giungere ai governi di centro-sinistra. E, allorché anche questi entrarono in crisi, si giunse alla costituzione dei governi di solidarietà nazionale che includevano nella maggioranza i comunisti, per poi passare a quelli pentapartiti che li escludevano. Si trattò, dunque, per tutto il tempo in cui durò la prima Repubblica, di una storia quanto mai travagliata fondata su governi generalmente instabili e di breve durata. Ma, in mancanza di istituzioni solide, il vero instrumentum regni per la conquista del consenso da parte della Dc e degli altri partiti di governo, fu il ricorso sempre più ampio a una politica fondata su un criterio clientelare ed elettoralistico, che si risolveva in un'enorme dissipazione del denaro pubblico, oltre che in inaccettabili forme di disuguaglianza, le quali minavano la coesione sociale. Una tale politica si concretò anzitutto in un elefentiaco aumento dei dipendenti dello Stato e di tutti gli altri enti pubblici. In secondo luogo, crebbe smisuratamente il numero dei pensionati, che eguagliò quello degli occupati. Tra i nuovi pensionati vi erano i falsi invalidi e quanti fruivano del trattamento di quiescenza dopo solo pochi anni di attività lavorativa (le cosiddette "baby pensioni"). Non va poi dimenticato quanto costava allo Stato il ripianamento delle perdite delle imprese da esso direttamente o indirettamente gestite. È il caso di ricordare, a questo riguardo, che lo Stato repubblicano aveva ereditato dal fascismo la gestione di un vasto settore industriale e bancario, che era stato salvato dalla crisi del '29 attraverso la creazione dell'Iri. Ma quest'ultimo, pur avengo già esaurito il compito per il quale era stato fondato, non venne privatizzato nel dopoguerra, ma, semmai, ulteriormente ampliato. Nacquero, inoltre, altri consorzi economici con denaro pubblico, come l'Eni, l'Enel e l'Efim. Alcune delle imprese di Stato svolsero, beninteso, funzioni utili, quali le ricerche petrolifere compiute dall'Eni e la partecipazione di aziende Iri alla costruzione della rete autostradale. Ma è innegabile che vari comparti degli stessi consorzi si trasformarono in carrozzoni particolarmente idonei per la collocazione della clientela politica e per il finanziamento occulto dei partiti, con correlativi gravami per le finanze pubbliche. Una fonte di parassitismo, analogamente, fu costituita dalla condotta dello Stato di fronte alle richieste talvolta esorbitanti dei sindacati, che condussero, tra l'altro, al salvataggio a carico dell'erario di aziende decotte, sottraendo fondi a impieghi più redditizi.»


Io sono perfetta sintonia con quanto scritto.

Lo dico da uomo dichiaratamente di destra e cattolico.

Lo dico anche da uomo di destra che vive in una realtà che purtroppo è fortemente di centro sinistra, per non dire di sinistra.

La Provincia di Mantova, infatti, è tipicamente di sinistra, un'anomalia nel contesto della regione Lombardia, ed il Comune di Roncoferraro (il Comune in cui mi trovo) segue quel trend, anche se la colpa di ciò è anche del centro destra che troppo spesso si è diviso in correnti.

Debbo dire che il centrismo, di cui il pezzo scritto da Ciarrapico parla, contribuì a portare una crisi nella politica attuale, una politica in cui ancora oggi esistono certi pregiudizi.

Infatti, nella I Repubblica tutte le forze di destra, anche quelle non fasciste, vennero letteralmente ghettizzate, se non bandite dalla scena politica italiana.

Al contrario, ci furono tanti compromessi con il Partito Comunista e con quei socialisti di sinistra.

Artefici di questi compromessi furono proprio i centristi, i democristiani.

Oggi, noi ne stiamo pagando le spese.

Prendiamo, ad esempio, l'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori.

Oggi, questo articolo sarebbe da togliere o, quantomeno, da modificare.

Infatti, creò una categoria di lavoratori tutelati al massimo ed un'altra di lavoratori non tutelati.

Inoltre, esso rese difficile l'assunzione di nuove persone.

Se oggi ci sono tanti disoccupati (tra i quali rientro anch'io), la colpa è anche di questo articolo 18.

Ora, i governi che si sono succeduti ultimamente non riescono a modificare questo articolo perché ci sono i veti dei sindacati e dei partiti della sinistra.

Perché avviene questo?

Il motivo è molto semplice da individuare.

In "nome dell'antifascismo" ci fu una vera e propria "spartizione del potere" tra i democristiani ed i comunisti.

Pensiamo, ad esempio, al sistema delle cooperative qui nel Mantovano o in Emilia-Romagna oppure al largo potere dei sindacati che agiscono con il loro patronati.

Quindi, in questo compromesso, furono i comunisti a a guadagnare di più.

Essi presero larghi settori dell'economia (con le cooperative), della cultura (con gli intellettuali) e della vita pubblica.

Tutto questo fu il frutto della pavidità dei democristiani che, anziché porsi come vera alternativa ai comunisti, preferirono fare dei compromessi con essi.

Per sua natura, la cultura cattolica è più compatibile con la destra che non con la sinistra.

I "cattolici di sinistra" del periodo attuale sono solo un'invenzione di chi volle cristianizzare ciò che cristiano non fu.

Ad esempio, nel cattolicesimo è riconosciuta ed incoraggiata la sussidiarietà, di cui ho parlato nell'articolo intitolato "Cos'è la sussidiarietà?" (http://italiaemondo.blogspot.com/2012/02/cose-la-sussidiarieta.html).

Nell'ideologia comunista , questa logica non c'è.

Anzi, il comunismo è assistenzialista perché punta a legare la persona che lo sostiene dandogli dei benefici.

Nel cattolicesimo è valorizzato il merito.

Nell'ideologia comunista, invece, il merito non è valorizzato perché tale ideologia impone l'egualitarismo, un'idea sbagliata e contro natura in cui ogni uomo viene visto come uguale agli altri e chi emerge rispetto alla massa viene visto come una minaccia verso il sistema.

Purtroppo, certi cattolici adottarono questi principi ed inconsciamente uscirono da quella che fu (e che è ) la vera tradizione cattolica.

Io consiglio a tutti di riflettere attentamente, per capire come vadano realmente cose.

Cordiali saluti.

10 commenti:

  1. Ciarrapico... dichiaratemente FASCISTA! e tu ne condividi il pensiero..

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  2. Pasquale, hai rotto!
    Tu stai facendo di tutto per screditare me e mettere in cattiva luce questo blog.
    Tra l'altro, non metti nemmeno la faccia in quello che scrivi, come al solito.
    Il fatto che io dia ragione ad uno scritto realizzato da un fascista non significa che io sia fascista.
    Infatti, io non ho mai detto qualcosa di fascista.
    Tu, invece, hai difeso i comunisti.
    Quindi, NON HAI ALCUN DIRITTO DI FARE CERTE AFFERMAZIONI!

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  3. Come al solito non comprendi la lingua italiana .... non ho detto che sei fascista, ho detto che condividi il pensiero di un fascista ... che è diverso ... la tua risposta mi sa molto di chi ha la coda di paglia!

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  4. Se una persona dice una cosa giusta...perché darle torto?

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  5. Pasquale: chiunque lei sia, è un perfetto IGNORANTE. QUESTO Ciarrapico (Antonio) è solo OMONIMO del Ciarrapico senatore (Giuseppe), cui lei si riferisce! E' un ambasciatore e saggista italiano. Sveglia! Prima di parlare e rompere le scatole, informiamoci. E COMUNQUE LE COSE SI VALUTANO RAZIONALMENTE, sulla base degli ARGOMENTI, non sulla base di CHI li porta. Altrimenti potremmo dire che lei sbaglia sempre e comunque solo perché "comunista" o chissà che altro! Usiamo la logica, per favore

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  6. Filippo, hai perfettamente ragione!
    Amico mio, sottoscrivo in pieno quello che ha scritto.
    Allora, non sono il solo a dire che Pasqauale sia ignorante!
    Per sua natura il comunista è ignorante.
    Tu che sei un ragazzo intelligente, con dei veri valori e serio(e per questo ti stimo) sai che il vero ignorante non è tanto colui che non sa le cose ma colui che, oltre a non sapere le cose, si rifiuta di conoscere i fatti e vuole lo scontro.
    Pasquale, impara!

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  7. Filippo e Ganriele, prima di tutto non sono comunista... per voi basta criticare il vostro pensiero, e di conseguenza quello di berlusconi perchè voi pendete dalle sue labbram per essere comunisti... io non sono comunista affatto.. anzi odio gli estremi, che sono un male sia in un senso che nell'altro... Gabriele tu per esempio sei estremista, è facile dire di essere cattolico con la pancia piena, i termosifoni a casa, il calore del letto, e tutte le comodità possibili e immaginabili... e poi vieni a dire che gli extracomunitari andrebbero respinti nei loro paesi... questo ti sembra essere cattolico??? Non sai nemmeno cosa sia fare un sacrifico, cosa sia aiutare un povero... sei solo un predicatore che comunque costantemente dice il falso! Filippo (immagino tu sia il famoso Giorgianni)... prima di tacciare di "comunismo" una persona... cerca di informarti chi questa persona sia... poi molto bello il commento "per sua natura il comunista è ignorante"... voi fate parte dell'elettorato medio di centro destra... cioè di coloro che hanno la terza media, nel migliore dei casi il diploma, e non fate nulla nella vita... e vi trovate a 30 anni a stare ancora con mamma e papà... tra me e voi non so proprio chi sia l'ignorante... scusate ma ora torno a lavoro, ho cose ben più importanti da fare (IO) che scrivere su questo blog!

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    1. Senta, io non le ho dato del comunista: se è INCAPACE di comprendere quanto uno le scriva, ribadisco che è meglio stia in silenzio. Ho detto: NON è un valido argomento dire "siccome tizio è X (fascista, comunista, cretinista, o QUALUNQUE altra cosa), quello che dice non è valido in partenza", come fa lei. Altrimenti la cosa (E' QUESTO CHE LE AVEVO DETTO E LEI NON HA CAPITO o NON VUOLE capire) si può ritorcere su di lei, dicendo che quello che dice non è valido solo perché "etichettabile" in un modo o in un altro. Si dia una svegliata. In ogni caso, IO NON HO TRENT'ANNI MA 25; MI MANCANO TRE MATERIE ALLA LAUREA CON 110 E LODE IN GIURISPRUDENZA; LA MIA STERMINATA BIBLIOTECA LEI NEANCHE SE LA SOGNA; E SCRIVO DI FILOSOFIA POLITICA SU DI UNA RIVISTA CON REGOLARITA' E PROPRIO IN QUESTE SETTIMANE MI STO ANCHE ATTREZZANDO PER INVIARE UN MIO TESTO NEGLI USA. Quindi la terza media ce l'ha solo lei che, tra l'altro, dà del nullafacenti agli altri, dicendo che ha altro da fare, ma guarda caso è LEI che interviene su questo blog a criticare, quind è LEI che fa opera di trolling e che NON HA UNA MAZZA DA FARE QUANDO VIENE QUA IN MODO NON COSTRUTTIVO a contestare. Impari a NON parlare di ciò e di chi non conosce e sì torni al lavoro...

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  8. Prima di tutto, Filippo non ha mai detto di essere berlusconiano.
    Quindi, lascialo stare!
    Lui è uno studente universitario e si fa valere negli studi!
    Non ti permetto di insultarlo!
    Perché non metti la faccia in quello che scrivi?
    Hai paura di una denuncia?
    E' troppo comodo insultare gli altri senza mettere la faccia!
    Sei solo un vile!
    Il fatto che tu sia comunista non lo dico io.
    E' il tuo modo di esporre le cose e sono le tue idee a dire che tu sia comunista.
    Tu dici di non essere comunista ma poi difendi il comunismo ed appoggi le proposte dei comunisti.
    Quindi, o sei comunista o sei schizofrenico!
    Quanto all'immigrazione, nessuno vuole fare del male a nessuno.
    Però, ti ricordo, ad esempio, che l'Italia non può accogliere tutti gli immigrati che vengono.
    L'Europa (che tu difendi in modo vergognosamente acritico) ci ha lasciati soli.
    A te, però, non interessa!
    Inoltre, se a te non piace scrivere su questo blog, non visitarlo!
    Se io vado in un ristorante e non mi trovo bene in esso, io non ci torno!
    Invece, tu continui a visitare il mio blog e continui a scrivere commenti offensivi.
    Sei schizofrenico!

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  9. Filippo, non prendertela. Sono dispiaciuto per quello che è successo. Ti chiedo scusa se sei finito in questa polemica.

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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screemshot de "Il Corriere della Sera".