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lunedì 13 febbraio 2012

CONSIDERAZIONI SULLA STORIA DELLA MAFIA E SULLA LOTTA CONTRO DI ESSA


Cari amici ed amiche.

Sulla Mafia ci sono alcune leggede metropolitane.
Una di queste dice che essa sia frutto della monarchia borbonica che regnò nell'Italia del sud dal 1734 al 1861.
La realtà è ben diversa.
Sulla mafia vi è una leggenda che pare la faccia risalire al Medio Evo.
Tre cavalieri e fratelli spagnoli, Osso, Mastrosso e Carcagnosso, dovettero lasciare la loro terra d'origine per una "questione di letto" che non riuscirono a dirimere.
Infatti, una loro sorella fu sedotta dal re e, non potendo sistemare la cosa per ripristinare l'onore, dovettero fuggire.
Passarono i Pirenei ed arrivarono in Francia. Passarono le Alpi ed arrivarono in Italia.
Scesero lungo la penisola ed arrivarono a Napoli.
Mastrosso si fermò lì e fondò la Camorra.
Gli altri due fratelli proseguirono verso sud ed arrivarono in Calabria.
Qui si fermò Carcagnosso. Questi fondò la 'Ndrangheta.
Osso proseguì ed andò in Sicilia. Arrivò a Palermo, ove fondò la Mafia.
La storia reale accosta la mafia medioevale alla Gardunas spagnola, una "società di mutuo soccorso" che "proteggeva" la gente. Certo, questa "protezione" aveva un costo.
Un'altra versione della storia della Mafia dice che il suo nome provenga da un acronimo o meglio da una società che fu contro i Francesi durante i Vespri Siciliani (1282-1302) ed il cui motto recitava "Morte ai Francesi Italia Auspica" o "Morte alla Francia Italia Anela".
Quindi, la Mafia con i Borboni c'entra come il cavolo a merenda.
Fu certo che i Borboni furono acerrimi nemici della Mafia. Nonostante ci fosse stata un'avversione verso i Borboni in certe aree della Sicilia e nonostante queste spinte indipendentiste potessero essere state un punto di forza della Mafia, la corona del Regno delle Due Sicilie combatté questa organizzazione.
Essa, però, trovò un alleato, Giuseppe Garibaldi.
Senza più i Borboni e trovandosi in un nuovo regno che non fu accettato pienamente dalle popolazioni, la Mafia potà espandersi.
Quindi, fu dopo l'Unità d'Italia, con il suo discutibile processo, che la Mafia divenne un fenomeno esteso.
Ora, faccio una considerazione.
Io trovo che sia veramente stupido l'atteggiamento di certi politici che accusano i loro avversari di Mafia.
Anzi, questo atteggiamento rafforza la Mafia stessa poiché essa può fare quello che vuole in una società civile spaccata dalle controversie politiche.
Vale il detto che recita: "Divide et impera".
La lotta alla Mafia non deve essere una lotta politica.
Ad esempio, la sinistra dice che il centro destra sia colluso con la Mafia.
Mi risulta che, ad esempio, il governo del presidente Berlusconi si sia impegnato nella lotta contro la Mafia, grazie ai ministri Angelino Alfano e Roberto Maroni.
Ad esempio, è stato ripristinato l'articolo 41 bis (carcere duro) e sono stati arrestati parecchi mafiosi, circa otto al giorno.
Auspico che il governo Monti faccia altrettanto e, forse, invece di colpire i commercianti e gli imprenditori (con le tasse ed i blitz della Guardia di Finanza) farebbe bene a continuare l'opera di chi l'ha preceduto.
La lotta alla Mafia non deve essere una lotta politica.
Cordiali saluti.

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