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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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martedì 14 febbraio 2012

Gianfranco Brunelli, "Il tripartito. Dal governo Monti alla prossima legislatura", in 'Il Regno attualità' n. 2/2012, pag. 3

Cari amici ed amiche.

Leggete questo brano di Gianfranco Brunelli che è stato riportato su Facebook dall'ottimo Filippo Giorgianni:

«Non è la DC. Non è la “Cosa bianca”. È un’altra “Cosa”. Non è un progetto culturalmente avanzato su un piano politico, tale da contribuire a riformare la nostra democrazia. Ma realisticamente può bastare. Del resto, l’esperienza storica della DC è finita con Moro, con la fine (simbolicamente alta e drammatica) di un’intera generazione cresciuta in Azione cattolica e diffusa in maniera omogenea sul piano nazionale. Quella stagione è irripetibile. Non c’è oggi un’altra generazione di cattolici posta in condizioni simili. Ma già il decennio successivo alla morte di Moro aveva cominciato a descrivere una DC diversa, pienamente secolarizzata nei pensieri e nelle abitudini, nei comportamenti e nei valori. Che non tematizzava più il confronto filosofico e teologico tra morale e politica (e spesso praticava altro). Se ci fosse bisogno di altri simboli al riguardo, a riguardo di quella generazione, la morte di Oscar Luigi Scalfaro ne è un ulteriore sigillo. Quello che restava di quella stagione è stato investito con grandi speranze, sotto la definizione di “cattolicesimo democratico”, nell’esperienza dell’Ulivo. E con la fine dell’Ulivo ha avuto termine anche quel “resto”. Fuori da un progetto politico nazionale, sostenuto da una continuità culturale innestata in una grande tradizione, anche il futuro dei cattolici nel PD, dal piano locale a quello nazionale, sarà difficile. Senza dire del riverbero che tutto questo avrà su un piano elettorale per lo stesso PD. In una compagine di centro-destra moderato, la gerarchia vede non la possibilità di una condivisione generalizzata di valori, ma la possibilità pratica che vi trovi spazio in maniera nuovamente influente una quota di classe dirigente cattolica, tale da salvaguardare alcune posizioni. Le gerarchie ecclesiastiche hanno preso saldamente in mano il pasticcio di Todi e lo ordinano diversamente. In questo senso Todi è il fallimento di quello che rimane dell’associazionismo variamente cattolico. Del resto l’elaborazione piuttosto rigida della nozione di “valori non negoziabili” è la formula con la quale si prende atto della secolarizzazione dello stesso mondo cattolico e ci si riserva, da parte ecclesiastica, il diritto d’intervenire pubblicamente sui temi che maggiormente interessano la gerarchia e determinare, di fatto, in funzione di quella rigidità, la maggiore o minore vicinanza di singoli e di gruppi alle posizioni della Chiesa. In questo senso non serve più neppure lo strumento dell’unità politica dei cattolici. Ricomincia una storia.».

Quando si parla di "cattolicesimo democratico", mi viene da ridere.
La denominazione "cattolicesimo democratico" non ha senso.
Intendiamoci, essere cattolici non significa essere contro la democrazia.
Però, l'espressione, "cattolicesimo democratico" dà l'idea di un qualcosa di non ben definito, di un cattolicesimo più di facciata che non di sostanza.
Ad esempio, ci sono esponenti cattolici che sono aperti e che non hanno condizioni verso l'immigrazione.
Ora, il cattolico ha sempre posto il principio della difesa delle radici culturali del proprio Paese.
Questi due pensieri sono in contrasto tra loro.
Infatti, come può un "cattolico democratico" dirsi "difensore delle radici culturali del proprio Paese" e, magari, volere che vengano concessi locali parrocchiali ai musulmani, per la loro preghiera?
Come può un "cattolico democratico" dirsi "difensore delle radici culturali del proprio Paese" e volere che nei munù delle mense scolastiche vengano tolti i piatti a base di carne di maiale e che agli scolari venga somministrato un menù senza questo tipo di carne?
Come può un "cattolico democratico" dirsi cattolico e poi fare compromessi con chi sostiene l'aborto, i matrimoni gay e l'eutanasia?
Inoltre, come può un "cattolico democratico" dirsi a favore della sussidiarietà (principio riconosciuto dalla "Dottrina sociale della Chiesa" di Papa Leone XIII) e sostenere chi è favorevole all'assistenzialismo?
Allora, da qui capiamo che il "cattolico democratico" è solo una figura ibrida tra un "cattolicesimo di facciata ed un marxismo di sostanza".
A mio parere, questo tipo di cattolicesimo è da ripudiare ed il movimento "Azione Cattolica" è stato l'esempio!
Il cattolico non può condividere certi temi, come l'aborto, l'eutanasia o i matrimoni gay.
Il "cattolicesimo democratico" è paragonabile a certe idee che furono portate avanti da John Locke e John Toland, una sorta di "religione naturale" che della vera visione cristiana ha perso le connotazioni.
Quando si parla di aborto, un cattolico non può essere neutrale ma si deve mettere contro.
Quando si parla di eutanasia, un cattolico non può essere neutrale ma si deve mettere contro.
La religione cattolica (che si ispira alla Scritture che vengono interpretate dalla Tradizione della Chiesa) è molto chiara su questi temi.
Per finire, va detto che un cattolico non può essere centrista, ossia ricorrere alla politica del "doppio forno", schierandosi con chi ha il potere (o può prendere il potere), anche quando quest'ultimo ha idee che contrastano con la dottrina cattolica.
Mi viene da ridere quando i politici che si dicono cattolici parlano di valori cattolici e di tradizioni, quando poi, a seconda della convenienza, si schierano con partiti che vanno in tutt'altra direzione.
Ad esempio, cito l'Unione di Centro che alle elezioni regionali, in Piemonte, del 2010 si schierò con l'allora governatrice Mercedes Bresso, una sostenitrice dell'aborto.
Posizioni simili non mi sembrano coerenti.
Credo che sia ora di finirla con il "democristianesimo" e con il "milazzismo" che danno l'idea di un cattolicesimo confuso e che agisce secondo logiche di "grandi coalizioni" che sono estranee ai cittadini e alla stessa tradizione cattolica.
Questa concezione del cattolicesimo in politica è solo un assist a chi sostiene posizioni apertamente anticattoliche che può permettersi di dire che i cattolici siano legati solo al potere.
Questo non è cattolicesimo.
Cordiali saluti.



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