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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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martedì 21 febbraio 2012

COS'E' LA SUSSIDIARIETA'?

Cari amici ed amiche.

Si parla tanto di sussidiarietà ma molti non sanno cosa essa sia.
La sussidiarietà altro non è che un principio regolatore di alcuni sistemi di scienza politica in cui un ente che "sta più in basso" è (e deve essere) capace di fare qualcosa mentre quello che "sta più in alto" deve metterlo in condizione di fare ciò.
In pratica, l'ente che "sta più in alto" è l'istituzione (come lo Stato, la Regione, la Provincia o il Comune) mentre quello che "sta in basso" può essere un privato cittadino piuttosto che un'associazione.
La sussidiarietà è un principio molto antico.
Prendiamo, ad esempio, il feudalesimo.
Il re (o il signore) stabiliva un legame di vassallaggio con chi gli era sottoposto e gli dava un feudo, un appezzamento di terre.
Egli non faceva ciò per beneficenza o per semplice fedeltà del suo sottoposto ma anche perché quest'ultimo rendesse fruibile il terreno che gli veniva affidato.
Quindi, almeno all'inizio, nel feudalesimo ci fu un principio di sussidiarietà.
Il discorso valeva sia che i vassalli, i valvassori ed i valvassini fossero stati signori laici o religiosi.
Nel caso di questi ultimi, i feudi potevano dipendere dai monasteri.
Questi ultimi furono vere e proprie aziende e non solo luoghi di culto e di preghiera.
Basti pensare al fatto che i monaci scrivessero i libri o che producessero prodotti agroalimentari, come i formaggi, che venivano venduti.
Quindi, il signore (o il sovrano) concedeva queste terre in virtù delle abilità e del progetto del suo sottosposto.
Questo principio fu tenuto alto dalla Chiesa poiché nobilitava la ricchezza proveniente dal lavoro e l'abilità di ogni uomo e, forse, esso fu visto come conforme alla famosa parabola dei talenti, quella che recita (Vangelo secondo Matteo, capitolo 25, versetti 20-31):

"[14] Avverrà come di un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. [15] A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità, e partì. [16] Colui che aveva ricevuto cinque talenti, andò subito a impiegarli e ne guadagnò altri cinque. [17] Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. [18] Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. [19] Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò, e volle regolare i conti con loro. [20] Colui che aveva ricevuto cinque talenti, ne presentò altri cinque, dicendo: Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque. [21] Bene, servo buono e fedele, gli disse il suo padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone. [22] Presentatosi poi colui che aveva ricevuto due talenti, disse: Signore, mi hai consegnato due talenti; vedi, ne ho guadagnati altri due. [23] Bene, servo buono e fedele, gli rispose il padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone. [24] Venuto infine colui che aveva ricevuto un solo talento, disse: Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso; [25] per paura andai a nascondere il tuo talento sotterra; ecco qui il tuo. [26] Il padrone gli rispose: Servo malvagio e infingardo, sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; [27] avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l'interesse. [28] Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. [29] Perché a chiunque ha sarà dato e sarà nell'abbondanza; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. [30] E il servo fannullone gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti. [31] Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria. ".

Per questo motivo, il principio della sussidiarietà fu ripreso da Papa Leone XIII (nella foto) nella sua "Dottrina sociale della Chiesa", che potrete leggere seguendo il link http://www.vatican.va/roman_curia/pontifical_councils/justpeace/documents/rc_pc_justpeace_doc_20060526_compendio-dott-soc_it.html.
Secondo il principio della sussidiarietà non si danno i soldi a destra e a manca e per progetti che non verrano mai realizzati.
Nel principio della sussidiarietà il vincolo che lega chi concede il beneficio a chi lo riceve sta nel progetto in questione e nel merito di quest'ultimo.
Lo stesso principio oggi è usato in varie amministrazioni pubbliche che puntano a valorizzare sé stesse, valorizzando i talenti dei cittadini che hanno progetti utili.
Un esempio è la Regione Lombardia, con la sua "Dote lavoro", http://www.formalavoro.regione.lombardia.it/cs/Satellite?c=Page&childpagename=DG_IFL%2FDGLayout&cid=1213341388000&p=1213341388000&pagename=DG_IFLWrapper.
Con questo progetto, la Regione ombardia intende favorire l'imprenditoria giovanile.
Lo stesso discorso vale per la "Borsa Lavoro" della stessa Regione Lombardia, http://www.borsalavorolombardia.net/bll/home.do, come quella in altre Regioni.
Cordiali saluti.

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