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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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giovedì 9 febbraio 2012

FOIBE, IO NON DIMENTICO!





Cari amici ed amiche.

Guardate il video che ho preso da Youtube. Esso mostra le foibe, luoghi che furono teatro di una tragedia.
Oggi, infatti, è il 10 febbraio e vi è la commemorazione dei martiri delle foibe.
Nel 1945, tanti giuliani, istriani e dalmati furono barbaramente torturati,uccisi e gettati nelle foibe dai soldati comunisti del dittatore jugoslavo Josip Broz, meglio conosciuto come Tito, con la complicità dei partigiani comunisti italiani.
Molti di questi ultimi sapevano di quello che stava succedendo in Venezia Giulia, in Istria e in Dalmazia ma non intervennero.
Questi italiani comunisti furono tutto meno che italiani e non furono meno criminali dei loro colleghi jugoslavi.
Anzi, essi fecero di tutto perché questo triste evento non fosse conosciuto dal popolo italiano e, addirittura, cercarono di fare passare l'eccidio delle foibe non come un genocidio ma come una semplice azione di guerra che fu la conseguenza della caduta del fascismo.
Addirittura, questi nostri connazionali che furono vittime delle angherie di Tito vennero presentati come collaborazionisti dei nazisti.
I comunisti fecero di tutto perché questa pagina vergognosa della nostra storia venisse cancellata.
Fecero una vergognosa campagna mistificatoria (come la fecero contro Papa Pio XII che a dire dei comunisti avrebbe taciuto di fronte alla Shoah) e sui libri di storia nelle scuole non vennero citati questi tristi eventi.
Per quieto vivere ed in nome dell'anti-fascismo le altre forze politiche tacquero, come se ci fosse stato un clima di omertà.
Eppure, c'erano le prove dell'accaduto, le "pistole fumanti".
Gli esuli giuliani, istriani e dalmati portarono delle testimonianze di quei tragici eventi ma molti non li ascoltarono.
Chi fece il contrario fu tacciato di "fascismo", di "filo-nazismo", di "ignoranza" e quant'altro.
Gli esuli giuliani, istriani e dalmati vissero con una macchia che fu attribuita a loro da persone senza scrupoli che vollero salvare il loro onore.
Non ci furono solo gli esuli ma anche l'odore dei cadaveri che si stavano putrefacendo nelle foibe.
Ad esempio, a Fiume (oggi Rijeka) dovettero fare saltare un antro di una caverna perché la gente si lamentava del cattivo odore.
Quel fetore di morte era il fetore di una grave colpa, una colpa di cui nessuno doveva parlare.
Purtroppo, questa campagna di ignoranza portò i suoi frutti.
Leggete l'articolo intitolato "Foibe: solo 43% italiani le conosce, percentuale in aumento".
Ringrazio l'amico Vittorio Leo (una persona che stimo per il suo impegno in questa campagna in favore della memoria dei martiri delle foibe, come per altre) e ha messo l'articolo su Facebook.
Ora, solo il 43% degli italiani conosce quanto successe in quegli anni in Venezia Giulia, in Istria.
La "macchina del fango e dell'ignoranza" comunista funzionò.
Oggi, grazie a Dio, le cose sono cambiate e finalmente le cose si sanno.
I giovani vogliono sapere e l'amico Vittorio Leo, che oggi (insieme al suo gruppo) ha organizzato una fiaccolata a Catania, è un esempio di ciò.
Eppure, purtroppo, c'è chi resiste e non vuole che si sappia la verità.
Su Facebook, ho trovato questo articolo del blog dei Comunisti Italiani di Luzzi (un paese della Provincia di Cosenza) che è intitolato "Le foibe sono una menzogna fascista! Basta col revisionismo storico!" .
Definire imbarazzante questo articolo è poco.
Nel leggere queste parole ho provato rabbia. Inteverrò anch'io e dirò ciò che penso a chi ha scritto quell'articolo insensato.
Come si fa a negare ciò che è evidente?
Questo atteggiamento non è diverso da quello di chi nega la Shoah.
Termino con una mia poesia dedicata ad un amico, il poeta istriano Italo Bonassi, una persona che conosco personalmente e che stimo.
Egli è originario di Pola (oggi Pula, in Istria) ma vive a Rovereto, in Provincia di Trento, ove ha fondato il "Gruppo Poesia 83".
Inoltre, egli è anche impegnato nell'opera di salvataggio del dialetto istriano, un dialetto che rischia di scomparire.
In molti dei suoi versi vi sono il dolore e la rabbia di chi (come lui) dovette scappare dalla sua città natale e dovette lasciare la casa, gli amici e gli averi, subendo ogni angheria.
Questa è la poesia:

LU PUETA D'ISTRIA

Accussì 'n chistu 'Nfernu di nivi...
et di rocci et di bora...cù lu diavulu chì di sanguen fù briacu,
comu Cariddi chì lu mari rimetti et bivi,
chista terra d'Istria tantu piantu visti et bivìu...
di 'nnucenti sanguen nostru...comu di casa di lu pueta...
da lu nostru Paisi chjamatu...unni abbruciau lu Libbru di Diu....
et di la morti d'unu populu fù iddu prufeta!

Cordiali saluti.

2 commenti:

  1. Per anni le Foibe sono state una tragedia negata. Scomparsa dai libri di scuola e non considerata negli ambienti istituzionali. Occorre che tutti sappiano quanto successo. Bisogna sempre ricordare e far conoscere ai cittadini il dramma degli esuli giuliano-dalmati, molti dei quali gettati in cavità carsiche prima della fine della Seconda Guerra mondiale, per motivi etnici e politici, per effetto dell’annessione di un pezzo dell’Italia orientale alla Jugoslavia di Tito.

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