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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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sabato 21 maggio 2022

Uno scontro culturale tra Russia ed Occidente


Quello tra Russia ed Occidente non è solo uno scontro politico, geopolitico ed economico ma è anche uno scontro culturale.

Un articolo di Michele Marsonet su "Atlantico Quotidiano" lo spiega bene.
Ne riporto uno stralcio:

"Esiste un qualche tipo di ideologia che possa “spiegare” la brutale invasione russa dell’Ucraina? Se si leggono con cura i discorsi di Vladimir Putin e del suo circolo di fedelissimi, ben presto si comprende che qualcosa di simile in effetti c’è, anche se parlare di “ideologia” risulta, alla fine, piuttosto fuorviante.

Il capo del Cremlino, influenzato in questo dal patriarca ortodosso di Mosca e di tutte le Russie, Kirill I, rilegge la storia del suo Paese in una maniera del tutto peculiare. Secondo la sua narrazione, esisterebbe uno “spirito slavo” che si contrappone a un Occidente percepito in piena decadenza, civile e soprattutto morale. Sarebbe inoltre esistita nel passato una “grande nazione russa” della quale facevano parte i russi veri e propri, i “piccoli russi” (gli ucraini), e i “russi bianchi” (bielorussi). Si tratta, a suo avviso, di tre rami in sostanza omogenei di un unico popolo.

La differenziazione iniziò con il collasso dei principati della Rus’ di Kiev in epoca medievale, come conseguenza dell’invasione mongola. I tre rami iniziarono allora diversi percorsi. A Est i “grandi russi” si raggrupparono attorno a Mosca, mantenendo sostanzialmente le caratteristiche dello spirito slavo primigenio. A Ovest, invece, gli ucraini e, in misura molto minore, i bielorussi furono attratti entro l’orbita della Confederazione polacco-lituana, già esistente a metà del ’500, e che poi divenne uno dei più grandi e popolosi Stati europei tra il XVI e il XVII secolo. La Confederazione poi decadde e nel secolo XVIII il suo territorio fu spartito tra Russia, Austria e Prussia.

Questa la storia vera, alla quale però Putin e il suo circolo aggiungono elementi nuovi. Secondo la narrazione putiniana, l’Ucraina occidentale e – in parte – centrale furono profondamente influenzati dalla cultura dell’impero austriaco, che vi introdusse, tra l’altro, anche uno stile artistico ed architettonico assai diverso da quello slavo tradizionale. Un ruolo “corruttore” importante fu comunque svolto dai polacchi, nemici storici dei russi, che riuscirono anche a creare una Chiesa greco-cattolica ortodossa, ma fedele a Roma e di obbedienza papale. Per farla breve, gli ucraini si sono sempre più distaccati dallo spirito slavo primigenio adottando una cultura e uno stile di vita tipici dell’Occidente"
.

Ora, io aggiungo un un punto.
Dopo il 29 maggio 1453, giorno nel quale cadde Costantinopoli, la seconda Roma, Mosca si eresse ad erede di quest'ultima.
Questa situazione fu suggellata quando il gran principe di Russia Ivan III sposò la figlia del principe Tommaso Paleologo, pretendente al trono dell'Impero Romano d'Oriente.
Dunque, non vi è solo il nesso slavo di cui ha scritto Marsonet ma vi era anche una questione dell'eredità culturale dell'Impero Romano d'Oriente che fu rivendicata da Mosca. 
Ciò è così ancora oggi. 
La Russia, con la sua Chiesa ortodossa facente capo al Patriarcato di Mosca, vuole portare avanti una politica neobizantina, una politica che vede una saldatura tra Chiesa e Stato.
Infatti, gli ortodossi non vedono tanto di buon occhio il fatto che il Papa sia anche capo di uno Stato.
Questo è uno dei punti che dividono la Chiesa ortodossa da quella cattolica, al di là delle questioni dogmatiche, come la Filioque o il dogma dell'Immacolata Concezione.
Quando si dice che la Chiesa ortodossa e quella cattolica siano divise dai riti o si dice una baggianata.
La vera divisione è dogmatica, per la verità in pochi punti, e per alcune questioni disciplinari, come per l'appunto il fatto che il Papa sia capo di uno Stato. 
Al contrario, la Chiesa ortodossa è parte di uno Stato ortodosso.
Vi cito un esempio calzante.
Re Ferdinando di Romania (1865-1927) era cattolico.
Infatti, faceva parte della dinastia tedesca degli Hohenzollern-Sigmaringen.
La Romania era (ed è) un Paese a maggioranza ortodossa. 
Ebbene, quel re cattolico dovette fare educare i suoi figli alla fede ortodossa. 
Anzi, egli stesso si sarebbe dovuto convertire all'ortodossa.
Infatti , Ferdinando era erede di suo zio, re Carlo I (1839-1914).
Divenuto domnitor di Romania nel 1866, re Carlo I sottoscrisse la costituzione, il cui articolo 82 recitava:

 "I poteri del sovrano sono ereditari e hanno inizio da Sua Maestà, il Principe Carlo I di Hohenzollern-Sigmaringen, in linea maschile attraverso il diritto del primogenito, con l'esclusione delle femmine e della loro prole. I discendenti di Sua Maestà dovranno essere allevati con religione Ortodossa orientale".

In realtà, Carlo (che divenne re di Romania nel 1881) non ebbe figli maschi e la corona passò a suo nipote Ferdinando.
Per questo motivo, a quest'ultimo non fu richiesta la conversione all'ortodossia ma gli fu richiesto di educare i figli nella fede ortodossa, cosa che accadde. 
Nella cultura russa, una separazione tra Stato e Chiesa non è concepibile.
Dunque, vi è anche uno scontro di natura culturale.
Vi è uno scontro tra un Occidente laico (anzi, laicista) ed un mondo russo ortodosso e neobizantino.
L'Ucraina è il terreno di scontro non per caso.
Infatti, il Paese è una cerniera tra il mondo russo e quello occidentale.
La parte ad est del fiume Dnepr è legata alla Russia e quella ad ovest del prima citato corso d'acqua è legata all'Occidente.
Dunque, da questo si capisce il motivo per il quale l'Ucraina risulta terreno di scontro tra Russia ed Occidente.
Il problema è che l'Occidente di oggi ha perso la sua identità e questo può creargli un problema in questo scontro con la Russia, la quale è economicamente meno potente ma ha un punto di forza nella sua identità.
Inoltre, la crisi del liberalismo anche a causa delle politiche inerenti al Covid rischia di causare danni proprio all'Occidente stesso. 
Personaggi come Aleksandr Dugin ed il presidente russo Vladimir Putin hanno gioco facile ad attaccare l'Occidente e a presentare il liberalismo come una dottrina totalitaria a causa di ciò.
Gli effetti di ciò si vedono. 

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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screemshot de "Il Corriere della Sera".