Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screenshot.L'organizzazione Save the Children lancia l'allarme: il 51% dei quindicenni è incapace di capire un testo.
Ora, il problema è molto serio.
Questo è uno stralcio di un articolo pubblicato da Gloria Ferrari su "L'Indipendente":
Nel dettaglio, secondo i dati dell’indagine Piaac-Ocse del 2019, riportati da Truenumbers, vi è un 5,5% che comprende solo informazioni elementari, contenute all’interno di testi molto brevi, caratterizzati da un vocabolario base. Un altro 22,2%, invece, si limita alla comprensione di testi misti (sia cartacei che digitali) purché siano corti abbastanza.
È uno dei dati peggiori in Europa, che oltre a danneggiare la persona stessa, influisce sul progresso tecnologico.
Un individuo che fa fatica a comprendere un testo cartaceo scritto, ha ancora più problemi se questo è riportato su una pagina web. Un analfabeta funzionale diventa, così, spettatore passivo, che guarda senza recepire e assorbire nessun tipo di informazione utile".
Mi viene da fare questa riflessione.
Dal 2004 scrivo articoli.
Cominciai con i forum politici (di centrodestra) e poi, nel 2008, passai ai giornali come "Italia chiama Italia".
Nel 2009 iniziai la mia attività di blogger.
Il mio primo blog si chiamava "Italia e Mondo".
Dal 2020 pubblico piccoli ebook su Amazon.
Ora, arrivo al cuore della faccenda.
Prima di iniziare a scrivere, io leggevo.
Leggevo parecchio e cercavo di capire ciò che stavo leggendo.
Mettevo in dubbio anche ciò che avevo imparato in precedenza.
Non mi limitavo a leggere le parole, come fanno i testimoni di Geova con la Bibbia, ma cercavo anche di capirne i significati più intrinsechi.
Faccio la stessa cosa ancora oggi. Infatti, per scrivere bisogna leggere e capire ciò che si sta leggendo.
Oggi, ci sono tanti scrittori e pochi lettori.
La qualità mediocre di molti libri lo dimostra.
Da qui nasce l'analfabetismo funzionale.
Una persona legge quello che c'è scritto ma non cerca di andare al di là del significato estrinseco delle parole.
Quale senso critico verso la realtà che la circonda potrà avere una persona che fa una cosa del genere?
La risposta è ovvia: nessuno.
Oltre a ciò, vi è anche l'analfabetismo di ritorno.
L'espressione "analfabetismo di ritorno" è riferita a quella quota di alfabetizzati che, senza l’esercitazione delle competenze alfanumeriche, regredisce perdendo la capacità di utilizzare il linguaggio scritto per formulare e comprendere messaggi.
In pratica, un ragazzo studia e legge ma poi, crescendo, inizia a regredire perché non applica ciò che ha appreso prima.
Questo fenomeno si è accentuato con l'avvento dei cellulari smartphone.
Basti pensare ad un giovane che scrive "xché", anziché scrivere "perché", in un messaggio.
Forse, la radice del problema potrebbe essere nell'istruzione.
Bisogna educare i ragazzi non solo a leggere e a scrivere ma anche a capire il senso di ciò che leggono e scrivono.
Tuttavia, vi è anche un'altra questione.
Infatti, sta passando l'idea secondo la quale conti solo il lavoro e non lo studio.
Così, tanti ragazzi non arrivano almeno al diploma per poter andare a lavorare ed iniziare a guadagnare.
Però, essi non si rendono conto che senza il "pezzo di carta" (come un diploma o una laurea) non si va avanti, a meno che non si è favoriti da certe situazioni.
In questo, una certa parte della classe politica ha fatto passare questo messaggio.
Basti pensare a qualche ministro che non sa usare il congiuntivo.
Dunque, serve anche un cambiamento nella mentalità.
Studiare fa crescere una persona e la società nella quale vive.
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