Su "Atlantico Quotidiano" vi è un articolo di Fabrizio Baldi che è intitolato "Un Paese allergico alla libertà: il romanziere keynesiano e la peronista di sinistra".
Dell'articolo, che parla di un romanzo di Guido Maria Brera, riporto questo stralcio:
"Al netto dell’onestà e della chiarezza nel prendere una posizione ben precisa, Brera fa suo un concentrato dei peggiori luoghi comuni statalisti. Chi infatti disprezza le legittime ambizioni e sogni dell’individuo si limita a descriverlo come egoista, senza tra l’altro spiegare né cosa intenda per egoismo né cosa ci sarebbe di sbagliato nell’esserlo.
In difesa dell’egoismo
Se egoista è colui che cura i propri interessi e agisce per realizzare i propri obbiettivi, allora non si capisce cosa ci sarebbe di male. La filosofa Ayn Rand ne ha parlato in suo libro, non a caso intitolato “La virtù dell’Egoismo”, proprio per ribadire un principio essenziale del liberalismo: l’essere umano, il singolo individuo non è una pedina sacrificabile in nome di fantomatici interessi superiori o di un inesistente bene collettivo, non è un mezzo ma è egli stesso un fine. L’individuo si comporta secondo natura quando agisce in modo razionale per dare a se stesso obiettivi e raggiungerli, così da appagare la propria stessa esistenza.
Solo una concezione socialista, dunque statalista, dunque di per sé totalitaria, può vedere in modo negativo chi lotta per realizzare se stesso competendo con gli altri con le abilità ed i mezzi di cui dispone".
Se egoista è colui che cura i propri interessi e agisce per realizzare i propri obbiettivi, allora non si capisce cosa ci sarebbe di male. La filosofa Ayn Rand ne ha parlato in suo libro, non a caso intitolato “La virtù dell’Egoismo”, proprio per ribadire un principio essenziale del liberalismo: l’essere umano, il singolo individuo non è una pedina sacrificabile in nome di fantomatici interessi superiori o di un inesistente bene collettivo, non è un mezzo ma è egli stesso un fine. L’individuo si comporta secondo natura quando agisce in modo razionale per dare a se stesso obiettivi e raggiungerli, così da appagare la propria stessa esistenza.
Solo una concezione socialista, dunque statalista, dunque di per sé totalitaria, può vedere in modo negativo chi lotta per realizzare se stesso competendo con gli altri con le abilità ed i mezzi di cui dispone".
Per capire meglio la situazione del nostro Paese, basta vedere come tratta la questione della guerra russo-ucraina.
Ci sono due tifoserie, una che tifa per Vladimir Putin ed una che tifa per Volodymyr Zelensky.
I tifosi di quest'ultimo parlano di lui come un eroe quelli di Putin parlano di lui come un difensore dei nostri valori.
Però, tanti non si rendono conto del fatto che i due personaggi siano simili.
Vladimir Putin non è democratico come non è democratico Zelensky.
Anzi, il russo e l'ucraino hanno più punti in comune di quanto si possa immaginare.
Forse, i due piacciono a molti italiani perché rappresentano l'idea di politica dell'uomo forte, un modello lontano dalla democrazia liberale.
Non si può dire: "Non mi piace Putin, non mi piace Zelensky".
Molto probabilmente, se al posto di Zelensky ci fosse stato Petro Poroshenko molti italiani si sarebbero orientati su Putin.
Zelensky e Putin piacciono a molti italiani perché l'Italia è un Paese illiberale.
Qui in Italia prevale una logica statalista
Qui in Italia non si accetta il concetto di individuo.
Secondo la mentalità italiana, chi porta avanti i suoi interessi è egoista e ladro.
Per esempio, quando vi è una persona che ha fortuna e diventa ricca, si dice: "Ecco, quella persona deve avere rubato!" .
Magari, quella persona potrebbe aver fatto un buon investimento in maniera perfettamente legale.
Eppure, i maligni dicono che ella abbia rubato.
Vi è una forte invidia sociale.
Questo è tipico delle realtà intrinsecamente illiberali.
Con la questione del Covid, la mentalità collettivista italiana ha dato il "meglio di sé".
Chi ha espresso dubbi o perplessità sul vaccino veniva bollato come "No Vax" ed era criminalizzato.
Anche ciò è stato una dimostrazione del fatto che qui in Italia la cultura liberale manchi e questo è molto triste.
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