Su "Il Giornale", vi è un interessante articolo che mette a confronto i dati dei contagi da Covid del 28 marzo con quelli di ieri.
Certamente, è vero che i positivi di ieri sono di poco inferiori a quelli del 28 marzo ma ieri sono stati fatti più tamponi.
I tamponi del 28 marzo sono stati 35.477 e quelli di ieri sono stati 129.471.
Inoltre, i decessi del 28 marzo sono stati 889 contro i 28 di ieri.
La percentuale di positivi del 28 marzo è stata pari al 16,8% contro il 4,15% di ieri.
Questo non vuole dire sottovalutare il Coronavirus o essere "negazionisti" (termine usato ed abusato) ma vuole dire tenere conto di alcuni fattori.
Il primo è quello dell'immunità diffusa.
Nelle aree maggiormente colpite dal Covid c'è una maggiore immunità.
Il secondo è quello del numero dei tamponi.
La gravità della situazione sta nel rapporto inversamente proporzionale tra tamponi e positivi.
Con un numero basso di tamponi ed un numero alto di contagiati trovati con essi la situazione è molto grave.
Però, se i positivi trovati sono tanti ma sono tanti anche i tamponi fatti la situazione è diversa.
Il terzo è il fatto che la maggioranza dei contagiati sia asintomatica o debolmente sintomatica.
Questo non significa sottovalutare il virus o negarlo.
Nessuno dice che sia bene beccarselo.
Anzi, è meglio non prenderlo.
Il Coronavirus può fare molto male specie a chi è anziano o ha già altre patologie.
Però, non bisogna neppure creare un clima di paura.
Certamente, un lockdown sarebbe una catastrofe per l'economia.
Potremmo sopravvivere al Covid ma rischieremmo di morire di fame.
Antonio Gabriele Fucilone-Morris Sonnino
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