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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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sabato 24 ottobre 2020

Violenze a Napoli, c'è aria di rivolta?


Questa notte Napoli è stata teatro di episodi di violenza.

La gente è scesa in piazza e ha scatenato una guerriglia urbana di fronte alla sede della Regione.
La rabbia è esplosa contro le misure di restrizione che si vogliono imporre.
Ora, dico la mia.
La violenza contro le forze dell'ordine è sempre una cosa deprecabile e vergognosa.
Quanto accaduto a Napoli va ben oltre il sacrosanto diritto di protestare.
Però, vi è pur sempre il diritto di protestare.
In democrazia funziona così.
Purtroppo, ci sono dei responsabili dell'attuale situazione.
Essi hanno nomi e cognomi.
Per esempio, il presidente della Regione Campania, quello che risponde al nome di Vincenzo De Luca, non ha fatto altro che deridere la Lombardia ed offendere tutti.
Non ha pensato di allestire più reparti di terapia intensiva negli ospedali della sua regione.
Anzi, ha deriso quello costruito nella Fiera di Milano.
Oggi paga il prezzo di ciò.
Anche il Governo ha delle responsabilità.
Ha pensato solo a mettere bonus inutili, come quello per i monopattini.
Oggi, lor signori vogliono mettere in atto un'altra misura di lockdown, una misura che farà fallire tante imprese. 
Sarebbe bene tutelare i più deboli senza dovere bloccare tutto. 
Dunque, si condanni ogni forma di violenza contro i poliziotti, i quali si guadagnano un misero stipendio e rischiano la vita per mantenere l'ordine.
Però, si pensi anche a quegli imprenditori che stanno avendo dei problemi per la questione del Covid e che rischiano di perdere le loro attività in caso di nuovo lockdown.
Non tutti coloro che hanno manifestato sono dei "malfattori", come qualcuno le ha bollate.
Anzi, molti di loro sono persone disperate che rischiano di finire in ginocchio a causa del lockdown.
Etichettare quanto accaduto come "opera della camorra" rischia davvero di essere controproducente. 
Insomma, sembra che ci sia aria di rivolta. 

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