Su "Atlantico Quotidiano" vi è un articolo di Anna Bono intitolato "Basta lockdown: il dietrofront dell’Oms e la Dichiarazione di Barrington. Modello cinese (e italiano) sconfessato".
Questo ne è uno stralcio:
A fare questa dichiarazione, un vero e proprio appello, è stato il dottor David Nabarro, inviato speciale dell’Oms per il Covid-19, intervistato dal giornalista del quotidiano britannico The Spectator, Andrew Neil, l’11 ottobre. I lockdown, ha aggiunto, “fermano il virus, ma non lo eliminano. Per contro, hanno una sola conseguenza che non deve mai essere sottovalutata, e cioè rendono i poveri spaventosamente più poveri”.
Le dichiarazioni del dottor Nabarro rispecchiano quelle contenute in un suo articolo pubblicato pochi giorni prima su 4SD, “Reflections about the Middle Path”, nel quale esorta i governi a trovare un equilibrio tra restrizioni e vita normale. “Troppe restrizioni riducono i mezzi di sussistenza a disposizione e provocano risentimento nella gente”, scrive Nabarro. Il messaggio dell’articolo è che le misure essenziali da adottare sono una accurata igiene personale, mentre ai sistemi sanitari pubblici spetta di organizzare servizi di individuazione e tracciamento del virus, isolamento di chi si ammala e protezione dei soggetti a rischio: “È importante disporre di risorse per rilevare il virus, individuare i picchi e gestirli”".
Queste parole sono lapalissiane e veritiere.
Il virus può essere rallentato con il lockdown ma esso continua ad esistere.
Può essere fermato finché si resta fermi ma quando si riparte ritorna all'attacco.
Tuttavia, noi non possiamo fermare le nostre attività per un tempo troppo lungo.
Non possiamo permettercelo.
Non possiamo scegliere tra la salute ed il benessere economico.
Infatti, le due cose vanno di pari passo.
Se vi è benessere economico vi è anche la salute.
Infatti, una persona che lavora e che si guadagna i soldi con il proprio lavoro può curarsi.
Al contrario, se c'è la povertà non ci si può nemmeno curare.
Questo è un dato di fatto.
Basti vedere un Paese come il Venezuela, il quale è sull'orlo del baratro.
Molti venezuelani non si possono nemmeno curare.
Non si possono tenere chiuse le scuole.
Qualcuno potrebbe dire: "C'è la didattica a distanza".
Ora, la didattica a distanza rappresenta una buona soluzione ma è parziale.
Essa permette ad un giovane di apprendere delle nozioni ma non dà nient'altro.
Infatti, andare a scuola non significa solo ricevere delle nozioni ma significa anche stare con altre persone e socializzare.
Socializzare vuole dire crescere come persone.
Inoltre, non tutti hanno la possibilità di accedere ad internet.
Come può apprendere le nozioni chi non può accedere ad internet?
Dunque, serve una soluzione che possa permettere alla società di andare avanti.
Per esempio, il primario di pneumologia dell'Ospedale "Carlo Poma" di Mantova, il professor Giuseppe De Donno, ha curato tanti malati Covid con la terapia al plasma.
Perché non si riprende quel progetto?
Inoltre, vi è anche la questione delle libertà individuali che sono state sospese.
Qui in Italia si è deciso di implementare una soluzione alla cinese.
Purtroppo, gli effetti di ciò si vedono.
Il Coronavirus non è debellato e ci sono tanti poveri.
Le persone sono sempre più sole.
Bisogna pensare alla salute della gente ma anche al benessere economico e sociale.
Antonio Gabriele Fucilone-Morris Sonnino
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