Su "Atlantico Quotidiano", vi è un articolo di Anna Bono che è intitolato "Terrore islamico a Nizza: siamo “casa della guerra” e da Ankara a Teheran ce lo ricordano".
Questo ne è uno stralcio:
Un jihadista crede che per meritare il paradiso non basti cercare di seguire meglio che si può le prescrizioni della fede islamica. Deve anche imporre ai confratelli di seguirle devotamente e castigare chi non lo fa. Il 27 ottobre in Pakistan, a Peshawar, un attentato dinamitardo jihadista contro una madrassa, una scuola coranica, ha ucciso otto persone e ne ha ferite più di 80".
Che sia sunnita (come in Turchia) o sciita (come in Iran) la situazione non cambia.
Si tratta sempre di Islam.
Nella concezione islamica più integralista il mondo si divide in due parti: la "Dar al Salam" (Casa della Pace) e la "Dar al Harb" (Casa della Guerra).
La "Dar al Salam" è la parte del mondo nella quale l'Islam predomina e la "Dar al Harb" è il resto.
Nella "Dar al Harb", l'islamico fanatico fa la sua jihad, la sua "guerra santa".
Oramai, abbiamo capito che il problema sta tutto qui.
Per l'Islam applicato alla lettera noi Occidentali (ebrei, cristiani, atei, agnostici e di altra fede) siamo nemici da abbattere.
Per l'Islam applicato alla lettera il peccato ed il reato sono la stessa cosa.
La nostra società, invece, separa la concezione di peccato e di reato.
Per esempio, per molti di noi l'adulterio è immorale ma non è illegale.
Per l'Islam più integralista l'adulterio è anche da punire penalmente.
Questo rende incompatibile l'Islam con la nostra società.
Peccato che chi ci governa non voglia capirlo.
Antonio Gabriele Fucilone-Morris Sonnino
Nessun commento:
Posta un commento