Vogliamo diventare come la Cina?

Su "Bitter Winter", vi è un articolo di Li Mingxuan che parla di una donna gravemente malata che è stata arrestata per la sua fede religiosa e che è costretta ai lavori forzati.
Questo è uno dei tristi episodi che accadono in Cina.
Sinceramente, trovo inquietante che qui in Italia si faccia tanta apologia del "modello cinese".
In Cina, la libertà non esiste.
Una persona non può credere liberamente secondo ciò che dice la sua religione né secondo ciò che dice la sua coscienza.
Chi si esprime in modo diverso da ciò che dice il regime diventa un "nemico pubblico", una persona "pericolosa" da abbattere.
Forse, noi italiani non diamo tanto valore alla libertà.
Anzi, la diamo per scontata.
Però, la libertà non è affatto scontata.
Quello che ci sta accadendo ora con il COVID-19 ce lo deve fare capire.
Oggi, noi non possiamo uscire di casa né avere una vita sociale.
Questo ci deve fare riflettere.
Ora, noi vogliamo vivere in una società libera o in una società come quella cinese, in una società in cui la delazione diventa un fatto "normale"?
Se scegliessimo la seconda opzione, noi faremmo un danno a noi stessi e ai nostri figli.