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martedì 8 gennaio 2019

Morti di Praga/ Morte di Praga

Cum l'omu dû specchiu...
lu viannanti et lu turcu...
vanitati, avaritia...
et luxuria ca sunnu...

unni cuntu si faci d'astri...
comu dû tiempu misura...
d'ossa facta Morti...
accussì 'n Praga talìa...
l'omu et la so sorti.

Italiano:

Con dello specchio l'uomo...
il viandante ed il turco...
vanità, avarizia...
e lussuria che sono...
ove conto si fa d'astri...
d'ossa fatta Morte...
così in Praga mira...
l'uomo e la sua sorte.

Questa poesia, scritta in maccheronico-siciliano ed in italiano, parla di quattro statue dell'orologio astronomico di Praga.
Esso fu realizzato nel 1410 dal maestro orologiaio Nikola da Kadăn e dal professore di astronomia dell'Università Carolina di Praga Jan Šindel.
Nel 1490, furono aggiunti il quadrante del calendario e le sculture gotiche.
Nel 1552 il meccanismo fu riparato da Jan Taborský, il quale scrisse un rapporto nel quale menzionava il mastro orologiaio Hanuš di Růže come realizzatore dell'orologio, cosa poi rivelatasi falsa da studi seguenti.
Nel XVII secolo, furono aggiunte anche le statue mobili.
Le figure lignee degli apostoli furono aggiunte tra il 1865 ed il 1866.
L'orologio si fermò più volte.
Tra il 7 e l'8 maggio 1945, l'orologio fu danneggiato dai tedeschi durante la II Guerra Mondiale.
Esso tornò a funzionare nel 1948, grazie ad uno sforzo della popolazione locale.
Esiste una leggenda relativa alla costruzione dell'orologio della Città Vecchia. Come s'è accennato, si pensava che l'orologio fosse stato costruito nel 1490 da Hanuš di Růže e dal suo assistente Jakub Čech. Secondo la leggenda Hanuš sarebbe stato accecato per ordine dei consiglieri della città di Praga per impedirgli di costruirne un altro simile. Per vendicarsi dell'accecamento, mastro Hanuš fermò l'orologio e lo riattivò soltanto quando il consiglio della città lo supplicò di farlo, e come ricompensa gli permise di continuare il mestiere di orologiaio. Nonostante l'accecamento mastro Hanus continuò a lavorare anche grazie all'aiuto di Jakub Čech e di mastro Mikulas, suo allievo.
Ora, le quattro statue mobili che si trovano ai lati dell'orologio sono interessanti
Si tratta gruppo di quattro statue mobili che ritraggono un uomo con lo specchio, un viandante con la borsa, uno scheletro ed un turco.
Le figure sono allegoriche.
L'uomo con lo specchio rappresenta la vanità, il viandante rappresenta l'avarizia, il turco rappresenta la lussuria e lo scheletro rappresenta la morte.
Proprio lo scheletro rappresenta il messaggio eloquente del "Memento mori".
Esso ricorda la caducità dell'essere umano.
Vi è anche una curiosità: in origine, al posto del viandante, che rappresenta l'avarizia, vi era una figura di un usuraio ebreo.
Questa figura fu sostituita con quella del viandante dopo il restauro successivo alla II Guerra Mondiale.
La storia ha insegnato qualcosa.

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