"Se ignora che gli ebrei della sua città furono deportati alla Risiera di San Sabba e da lì ad Auschwitz. E che soltanto tre donne sopravvissero alle camere a gas e tornarono indietro. Fossi il sindaco mi informerei se una delle tre fosse ancora viva e andrei a chiederle scusa. È una delle più terribili menzogne linguistiche, politiche e ideologiche che lo scemo collettivo distribuisce come fa lo spacciatore con l'hashish sotto casa. Siamo tutti Anne Frank. E gli ebrei non sono più niente".
Sono d'accordo con queste parole.
Il sindaco di Padova Sergio Giordani ha fatto un paragone fuori luogo tra gli ebrei morti nella Shoah e gli immigrati che muoiono in mare.
Gli ebrei morti nella Shoah non cercarono una cosa del genere ma furono vittime innocenti di un regime criminale come quello nazista.
Al contrario, gli immigrati (irregolari) che vengono qui in Italia dall'Africa viaggiano a bordo di barconi precari.
Dunque, essi fanno ciò sapendo di rischiare di finire molto male.
Nessuno ha voluto la morte degli africani che hanno tentato di venire qui.
Essi hanno semplicemente tentato di attraversare il mare a bordo di catorci galleggianti.
Inoltre, trovo che sia vergognoso strumentalizzare la memoria di un fatto grave (come la Shoah) per fare della propaganda.
Vogliamo aiutare i poveri africani?
Aiutiamoli in casa loro, per esempio, finanziando opere giuste.
Anche non emigrare deve essere un diritto.
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