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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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lunedì 28 gennaio 2019

Commento alle parole di Liliana Segrè

Questo è il commento dell'amico e socio Morris Sonnino alle parole della senatrice Liliana Segrè sul caso dei migranti:
"Ma come può la Sig.ra Segrè fare un accostamento del genere, proprio lei che è sopravvissuta ai campi di sterminio? Lei che ha vissuto sulla sua pelle tutti quegli orrori? Una tale dichiarazione, è di una gravità inaudita, perché uccide una seconda volta tutti gli ebrei vittime dei crimini nazisti. Usare la Shoah per fare propaganda sull’immigrazione è di uno squallore assurdo. A me non risulta che gli ebrei durante la prigionia nei campi nazisti, fossero assistiti con cibi e bevande così come viene invece garantito ai migranti che sono sulle imbarcazioni. Se avesse un minimo di decenza e decoro, si dovrebbe dimettere subito dalla carica di senatrice a vita.".

Ricordo che Morris perse i bisnonni nel campo di concentramento.
Dunque, egli ha lo stesso titolo che ha la senatrice Segrè di dire certe cose.
Il paragone fatto dalla senatrice non regge.
Lo scrivo con tutto il rispetto per le sue vicende umane.
I migranti vengono qui volontariamente e su barche precarie.
Per questo, essi muoiono.
Quelle morti non sono volute da nessuno ma sono dovute alle condizioni in cui queste persone viaggiano.
Le persone deportate dai nazisti, invece, furono prese a forza con i cani che abbaiavano e bastonate continue, caricati su dei vagoni da bestiame piombati,  per essere portate ai campi di concentramento a morire.
Le morti furono volute dai nazisti.
I campi di concentramento furono vere macchine di morte.
Qui sta la differenza.

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