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martedì 29 gennaio 2019

Henrici Dandoli ossa/ Le ossa di Enrico Dandolo

Accussì 'n factu 'mpiraturi...
factu 'n Nova Roma ca vinni...
iddu, Venetiae dominus,

Henricus Dandolus,
ca ibi ancu iddu murìu...
ma riposu nun appi in Sancta Sophia...
ca lu turcu a li cani desi...
sò l'ossa...comu d'ogni anima pia.

Italiano:

Così in fatto imperatore...
fatto in Nuova Roma che venne...
egli, di Venezia signore,
Enrico Dandolo,
che ivi anche morì...
ma riposo non ebbe in Santa Sofia...
che il turco ai cani diede...
sue le ossa...come d'ogni anima pia.

Questa poesia, scritta in maccheronico-siciliano ed in italiano, parla di Enrico Dandolo (1107-maggio 1205).
Dal 1192 al giorno della sua morte, egli fu doge di Venezia.
Dandolo fu coinvolto nella IV Crociata, la spedizione che si concluse con il sacco di Costantinopoli nel 1204.
La IV Crociata fu indetta da Papa Innocenzo III (22 febbraio 1161-16 febbraio 1216) all'indomani della sua elezione, che avvenne nel 1198.
Essa sarebbe dovuta partire da Venezia nel 1201.
Tuttavia, mancarono i fondi.
Ad un certo punto,  intervenne il principe bizantino Alessio Angelo (1182-8 febbraio 1204).
Questi era il figlio dell'imperatore romano d'Oriente Isacco II (1156-8 febbraio 1204), il cui fratello Alessio (1153-1211) gli aveva sottratto il trono, assumendo il nome di Alessio III.
Allora, ci fu l'accordo: i crociati ed i veneziani avrebbero aiutato Isacco II a riprendersi il trono e in cambio avrebbero avuto i fondi.
Nel 1202, la crociata partì, con Enrico Dandolo in testa.
Nel 1204, arrivò a Costantinopoli.
L'usurpatore fu cacciato via e fu rimesso sul trono Isacco II, il quale associò il trono al figlio Alessio, che preso il nome di Alessio IV.
Tuttavia, l'imperatore ed il suo co-imperatore non poterono mantenere le promesse.
L'accordo (che fu stipulato a Zara) prevedeva che i due imperatori avrebbero dato i fondi per la crociata e che avrebbero riconosciuto il Papa come capo della Chiesa greca, ricomponendo lo scisma del 1054.
Purtroppo, le casse dell'Impero Romano d'Oriente erano vuote e tra la gente c'era chi non accettava l'idea di ricongiungere la Chiesa d'Oriente a Roma.
L'8 febbraio 1204, ci fu una congiura ordita dal cortigiano Alessio Dukas (1140-dicembre 1204).
Questi fece strangolare Isacco II ed Alessio IV e divenne imperatore con il nome Alessio V detto "Murzuflo".
Questi decise di espellere i latini crociati ma questi ultimi, con a capo Dandolo, decisero di occupare Costantinopoli.
Alessio fuggì con l'amante Eudocia Angelina e la madre di lei e moglie di Alessio III, Eufrosina Ducena Camatera (1155-1211).
Il fatto avvenne il 12 aprile.
Il giorno dopo, fu acclamato imperatore Costantino XI Lascaris ma non essendo stato in grado di persuadere la Guardia Variaga a continuare a combattere contro i latini, lasciò Costantinopoli e si rifugiò a Nicea.
Alessio V si rifugiò a Mosinopoli, ove aveva posto la residenza l'ex-imperatore Alessio III.
All'inizio fu ben accolto ed ottenne la mano di Eudossia Angelina ma in seguito, desiderando di ottenere il trono per sé, Alessio III fece accecare il genero e lo abbandonò nella città che ormai rischiava di essere occupata dalle truppe latine. Catturato, fu accusato di tradimento per aver deposto ed assassinato Alessio IV.
Condannato a morte, il corpo di Alessio V fu esposto sulla colonna di Teodosio.
Così, Costantinopoli fu presa dai latini, i quali offrirono la corona imperiale ad Enrico Dandolo.
Dandolo rifiutò, lasciando la corona al conte Baldovino IX di Fiandra, che divenne imperatore dell'Impero Latino d'Oriente con il nome di Baldovino I (luglio 1171-1205).
L'Impero Latino d'Oriente fu un impero fantoccio in mano ai veneziani che durò fino al 1261, anno in cui i Bizantini (con l'imperatore Michele VIII Paleologo) ripresero il potere da Nicea.
Dandolo preferì ottenere per Venezia tre ottavi delle terre dell'Impero Romano d'Oriente, tra cui l'isola di Candia (Creta) e le isole dell'Egeo.
Enrico Dandolo morì nel 1205 a Costantinopoli.
Aveva 98 anni.
Il suo corpo fu sepolto nella basilica di Santa Sofia, nel matroneo, tra i posti riservati alla famiglia imperiale.
Tuttavia, la pace durò fino al 29 maggio 1453.
Quando arrivarono, secondo la tradizione,  i turchi ottomani scoperchiarono la tomba e gettarono le ossa di Dandolo ai cani.
Del resto, questo tipo di profanazioni non fu un fatto insolito presso i turchi.
Ancora oggi, Dandolo è ricordato per essere stato il padre dell'impero coloniale della Repubblica di Venezia.

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