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mercoledì 30 gennaio 2019

Hitler ed i disabili uccisi da lui

Ringrazio di cuore l'amica e collaboratrice Silvia Morelli che mi ha portato all'attenzione l'articolo del "Corriere della Sera" che è intitolato "Giorno della memoria: la strage dei disabili che mise in crisi Hitler".
Riporto queste parole:

"Chi non è sano e degno di corpo e di spirito, non ha diritto di perpetuare le sue sofferenze nel corpo del suo bambino. Qui, lo Stato nazionale deve fornire un enorme lavoro educativo, che un giorno apparirà quale un’opera grandiosa, più grandiosa delle più vittoriose guerre della nostra epoca borghese".

Queste parole furono scritte da Adolf Hitler sul suo "Mein Kampf" e con esse predicò lo sterminio dei disabili.
Queste parole suonano ancora oggi come disgustose ed offensive verso ogni uomo con almeno un po' di buonsenso.
In poche parole, per Hitler, lo Stato doveva decidere la morte di persone ritenute "indegne di vivere", secondo i "canoni" di un'ideologia criminale.
Allora, stando a certi canoni, se fossi vissuto nella Germania nazista, pure io avrei dovuto essere soppresso, per le mie fobie?
Eh già, avere delle fobie non sarebbe stato compatibile con lo spirito "guerriero" del tedesco.
L'idea di uno Stato che decide di sopprimere una persona perché ritenuta non degna di vivere, poiché non risponde a certi "canoni" di un'ideologia criminale, mi fa rivoltare lo stomaco.
Oggi, questo tema deve essere riportato in auge, perché certi fattacci non si ripetano.


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