"“Israele non puó durare, gli arabi sono destinati a vincere”. Drammatica intervista di Benny Morris, storico israeliano di fama. “I palestinesi guardano tutto da una prospettiva ampia, a lungo termine. Vedono che al momento ci sono cinque-sei-sette milioni di ebrei, circondati da centinaia di milioni di arabi. Non hanno motivo di arrendersi, perché lo stato ebraico non può durare. Sono destinati a vincere. Tra 30 o 50 anni ci supereranno”. Io non sono d’accordo. E penso che Israele fra 30 o 50 anni sarà in una forma straordinaria. Nel 1948 gli israeliani non avevano niente. Oggi hanno uno dei paesi più potenti, invidiati e di maggior successo al mondo. Se c’è un posto e un popolo su cui essere ottimisti, è Israele. E poi, se cade Israele, tanti saluti a tutto l’Occidente. Quella destinata semmai a non durare, se continua così, è l’Europa. È il tema del mio saggio in edicola lunedì sul Foglio. La storia del miracolo israeliano".
Evidentemente, lo storico Benny Morris è progressista.
Questi progressisti hanno sempre l'idea disfattista del "senso di colpa verso gli altri".
Questa idea disfattista è distruttiva.
Infatti, secondo questa idea, noi (Occidentali) dobbiamo sentirci in colpa di tutti i mali degli altri.
Però, ricordo che anche nel mondo musulmano (per esempio) vi fu anche la schiavitù.
Peccato che i progressisti non vogliano dire ciò.
Per i progressisti, il male è rappresentato dalla nostra civiltà e da tutto ciò che da essa è prodotto.
Per esempio, per i progressisti, gli evangelizzatori cristiani furono dei colonizzatori.
Inoltre, essi sputano nel piatto in cui mangiano, poiché si sono formati nel nostro contesto.
Dunque, il male che attanaglia la nostra civiltà sta dentro di essa.
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