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martedì 29 gennaio 2019

Giornata della Memoria, rispetto e non strumentalizzazioni

Prendo spunto dall'amico Matteo Vincenzi, che su "La Voce di Mantova" ha scritto un articolo intitolato "In trecento per la Giornata della Memoria".
L'articolo parla della commemorazione della Shoah che c'è stata qui a Roncoferraro, in Provincia di Mantova.
Io sono stato presente.
Riporto uno stralcio dell'articolo:

"RONCOFERRARO La diffusione dell’antisemitismo che ha portato al genocidio degli ebrei durante la seconda guerra mondiale fu il risultato di una più antica e lunga crisi dell’Europa. Il metodo di sterminio, che purtroppo ben conosciamo, fu quello dei campi di concentramento, ma ad esserne interessati non furono solo gli ebrei, ma anche oppositori politici, malati di mente, rom, sinti e omosessuali".

Aggiungo che anche i preti furono interessati dalla Shoah
Penso al pastore protestante Dietrich Bonhoeffer e ai preti cattolici, come San Massimiliano Kolbe e ed il Beato Giuseppe Girotti.
Ora, la memoria è un tesoro da custodire per fare in modo che certi fatti tragici non si ripetano.
La memoria merita rispetto e non strumentalizzazioni.
Per esempio, io non posso accettare le parole di chi dice: "Gli ebrei morti nella Shoah furono solo 6.000.000 mentre altri genocidi più gravi non sono commemorati allo stesso modo". 
Vorrei ricordare che il nazismo durò dodici anni, un tempo relativamente breve
Il prototipo di lager fu aperto Dachau il 22 marzo del 1933, due mesi dopo l'insediamento di Hitler al potere.
Infatti, il criminale si insediò il 29 gennaio 1933.
Quindi,  i morti della Shoah furono fatti in un lasso di tempo tutto sommato breve.
Anche questo deve essere tenuto in considerazione.
Trovo altrettanto inaccettabili le parole di coloro che paragonano le vittime della Shoah ai migranti di oggi.
Ricordo che i deportati della Shoah furono presi a forza, tra bastonate e latrati di cani feroci, caricati su vagoni usati per il bestiame, senza cibo ed acqua, e portati a morire nei campi di concentramento, vere macchine di morte.
I migranti di oggi, invece, partono volontariamente dall'Africa e viaggiano su dei catorci galleggianti, i quali possono affondare.
Per questo, il paragone non regge.
La memoria deve essere 




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