comu dissiru di li so' anni l'omini...
di iddu, Petrus, pì lu pilu dâ faccia...
et cun Catarina maritari fici iddu la riggina...
pì forza et minazza....pirchì d'iddu mali fu taccia...
ma l'appariri cuntru nun fu iddu animali...
cà 'n omu nun fu iddu filici...com'appi di sapiri...
ma comu nun appi prima...l'omu nun appi sali.
Italiano:
Figlio del diavolo o mezzo lupo...
come dissero dei suoi anni le genti...
di egli, Petrus, per il pelo della faccia...
e con Caterina maritare fece egli la regina...
per forza e per minaccia...perché chiodo fu quel male...
ma l'apparire contro non fu egli animale...
che un uomo non fu felice...come di saper ebbe...
ma come non ebbe prima...l'uomo non tiene sale.
Questa mia poesia (scritta in maccheronico-siciliano ed i in italiano) parla di una storia particolare.
Forse, non tutti sanno che dietro la storia della "Bella e la Bestia" potrebbe esserci una storia vera, una storia italiana.
Petrus Gonsalvus fu un nobile spagnolo vissuto nella corte di re Enrico II di Francia (31 marzo 1519-10 luglio 1559).
Il suo vero nome fu Pedro Gonzalez o Gonzales.
Anzi, per il suo lignaggio, egli fu don Pedro Gonzalez.
Era originario di Tenerife.
Gonzalez fu noto per la sua ipertricosi, un aumento di peli anche in zone in cui non dovrebbero essere presenti.
Si tratta di un'anomalia genetica.
Per questo, Gonzalez fu chiamato "El Hombre lobo canario".
Gli uomini e le donne dell'epoca lo guardavano come un "maledetto" o come un essere che nulla aveva di umano, se non come una bestia.
Eppure, egli fu una persona istruita.
Conosceva le discipline umanistiche ed il latino. Forse, da qui provenne la latinizzazione del suo nome in Petrus Gonsalvus.
In quegli anni, regnò in Francia Caterina de'Medici (13 aprile 1559-5 gennaio 1589).
Donna dispotica e pronta anche a fare delle cattiverie, la regina fece sposare Petrus ad una sua dama di compagnia, Catherine.
Fu un matrimonio combinato e celebrato per mettere in ludibrio la sua dama.
Tra il 1580 ed il 1590, questa famiglia particolare si spostò in Italia.
Prima visse presso la corte di Margherita di Parma (28 dicembre 1522-18 gennaio 1586) e poi si trasferì a Capodimonte, in Provincia di Viterbo.
A dispetto di tutto, il matrimonio fu felice.
Catherine ed il suo irsuto sposo ebbero sei figli, di cui quattro affetti da ipertricosi.
Gonsalvus morì a Capodimonte nel 1618.
Questo dimostra che a volte le apparenze ingannano.
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