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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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martedì 6 febbraio 2018

Perché non si parla dei reati non denunciati?

Secondo l'articolo di Luca Misculin su "Il Post", i reati sarebbero calati e quindi non vi sarebbe alcun rapporto tra immigrazione e reati.
Riprendo questo stralcio dell'articolo:

"Dopo l’attentato razzista avvenuto sabato a Macerata, compiuto da un 28enne italiano vicino all’estrema destra, in molti hanno difeso o giustificato l’attentatore sostenendo che abbia reagito in maniera esagerata a una minaccia reale: la presunta “immigrazione fuori controllo” che porterebbe allo “scontro sociale”, come ha sostenuto fra gli altri il segretario della Lega, Matteo Salvini.

Salvini non è l’unico nella storia contemporanea ad avere ipotizzato un legame fra immigrazione e criminalità; come lui la pensano anche molti italiani, che secondo uno studio annuale della Commissione Europea sono fra i più preoccupati dall’immigrazione in tutta Europa. Ma se per la maggior parte dei periodi storici non abbiamo dati sufficienti per esprimerci, sull’Italia degli ultimi anni ne abbiamo diversi, analizzati da vari studi e ricerche. Quasi nessuna delle ricerche a disposizione sostiene un legame diretto fra l’aumento dell’immigrazione sperimentato dall’Italia negli ultimi anni e i reati commessi nel nostro paese, e alcune lo smentiscono esplicitamente. I numeri delle denunce e delle presenze in carcere sembrano confermare la tesi dei politici di destra e le paure degli italiani, ma vanno spiegati e contestualizzati.


Prima domanda: più stranieri significa più reati?
La risposta è no, per quanto riguarda l’Italia negli ultimi anni. Prendiamo il periodo fra il 2007 e il 2015. In questo periodo il numero degli stranieri residenti in Italia è passato da circa 3 milioni a poco più di 5. Nel frattempo, tutti i principali indicatori con cui misuriamo la criminalità sono diminuiti. Il numero delle denunce di delitti – cioè dei reati più gravi – è passato da 2,9 milioni a 2,6. Sono diminuiti gli omicidi, che non sono mai stati così pochi dall’unità d’Italia, ma anche le rapine e le violenze sessuali, passate dalle quasi cinquemila alle quattromila del 2015. Il numero dei furti è rimasto sostanzialmente invariato
.".

Letti così, i numeri possono anche sembrare corretti.
Tuttavia, essi non tengono di un fattore che è preoccupante.
Infatti, sono sempre più coloro che non denunciano i reati.
Un reato non denunciato non figura nelle statistiche.
Queste ultime si basano solo sulle denunce. 
C'è gente che è così sfiduciata da uno Stato che troppo spesso non fa nulla che non denuncia il reato subito.
Questo è il punto.
C'è gente che non si sente più tutelata dallo Stato.
Quante sono le persone in queste condizioni?
Quante sono le persone che, per esempio,  non denunciano un furto subito?
Infatti, il furto può anche essere denunciato ma può accadere che le forze dell'ordine non siano in grado di prendere l'autore del reato (com'è accaduto con il killer di Budrio Igor il Russo) o che un magistrato decida di non dare una giusta sanzione al medesimo e che quest'ultimo di fatto la faccia franca.
Il fatto che ci sia gente che non denuncia i reati subiti è allarmante, dato che questo è il segnale (molto brutto) di uno scollamento tra le istituzioni e la società civile.
Per questo, c'è da stare attenti.
Non parliamo poi dei casi di certe famiglie di immigrati in cui, per esempio, la moglie è maltrattata e non denuncia. 
I numeri possono essere letti in qualsiasi modo ma i fatti dicono che l'Italia di oggi sia un Paese insicuro.
Quanto accaduto in questi ultimi giorni è solo la punta dell'iceberg.



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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screemshot de "Il Corriere della Sera".