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martedì 13 giugno 2017

Roncoferraro, giunta oramai appesa ad un filo...pronto a spezzarsi

Nel Comune di Roncoferraro le acque sono agitate.
Il Consiglio comunale aperto è stato incentrato sul caso dell'impianto di teleriscaldamento "Fossil Free Energy" ma il tema di fondo è stato il caso dell'amministrazione del sindaco Federico Baruffaldi che è da tempo in crisi nei rapporti con il Partito Democratico, dal quale è fuoriuscito.
Ora, il Consiglio si è tenuto presso la Sala Civica "I Casoni" della frazione di Governolo.
Debbo dire che l'aria è stata "frizzante".
Il gruppo di minoranza "2014 Volta Pagina" ha esposto la sua interpellanza in merito al caso dell'impianto di teleriscaldamento.
L'impianto in questione è stato spento dal sindaco Baruffaldi dopo la relazione stilata dal perito incaricato dall’Amministrazione, l’ingegner Alberto Resta, il quale l'ha depositata, e nella quale in pratica si evince che l’impianto non avrebbe in realtà mai funzionato secondo le potenzialità dichiarate, che non si produce risparmio rispetto al normale funzionamento a metano .
L'articolo del quotidiano "La Gazzetta di Mantova" ne parla.
Dopo è seguito il dibattito tra il sindaco ed i consiglieri comunali.
Qui è emerso che tra il sindaco ed il Partito Democratico si è oramai creata una spaccatura profonda e (a quanto pare) insanabile.
Si è creato il gruppo consiliare del Partito Democratico con i consiglieri Paolo Braganza e Luca Garabelli.
Questo gruppo è uscito dal gruppo civico "Fare", il gruppo di Baruffaldi.
Alla domanda posta dal capogruppo di "2014 Volta Pagina" Mario Rigoni sulla situazione dell'amministrazione, Baruffaldi ha dato la parola agli assessori che fanno parte del Partito Democratico e la risposta è stata data dal vice-sindaco Filiberto Speziali, uno di questi.
Speziali ha detto che l'amministrazione resterà per sbrigare gli affari correnti e poi ci saranno le dimissioni.
I Tre assessori, il vicesindaco Filiberto Speziali, Veronica Giatti e Silvia Bissoli,  una volta che si saranno chiuse le partite amministrative ancora aperte, lascerebbero la giunta (la data non è stata peraltro indicata) restando comunque in consiglio comunale dove aderirebbero al neonato gruppo Partito Democratico del quale fanno oggi parte Garabelli e Braganza.
A quel punto, il gruppo civico "Fare"  resterebbe costituito solo da 3 consiglieri contro i 5 del Partito Democratico che a quel punto, con la maggioranza relativa, prenderebbe in mano la gestione politica dell’amministrazione per poter garantire una navigazione (a vista) sino a fine mandato (2019).
Dopo, è stata data la parola ai cittadini.
Il primo ad intervenire sono stato io e ho parlato della questione dell'impianto "Fossil Free Enegy".
L'ho fatto solo da un punto di vista tecnico.
La questione di quell'impianto non è la causa scatenante dell'attuale situazione politica dell'amministrazione.
Questa situazione viene da più lontano, da quando Baruffaldi ha deciso di sostenere la candidatura di Giorgio Rebuschi alla presidenza della Provincia di Mantova, contro il candidato del Partito Democratico e del centrosinistra Beniamino Morselli.
Quindi non ne ho parlato sul piano politico.
Non ne ho parlato neppure da un punto di vista giuridico, dato che riguardo alla vicenda è stato fatto anche un esposto in procura, io non sono un avvocato e penso che i processi si facciano in tribunale e non nelle piazze, in rete, sui giornali e nelle aule dei consigli comunali.
Ergo, la giustizia faccia il suo corso.
Sul piano tecnico, di fatto,  ho rilevato che quell'impianto è di per sé un problema per la nostra zona.
Un impianto del genere va bene per zone come la Svezia, le Alpi o gli Appennini, ove vi sono boschi e foreste e quindi non manca il legname con cui produrre il cippato da bruciare in esso.
La nostra realtà, invece, è una pianura antropizzata e che di certo non ha grandi foreste e boschi.
Quindi, ho posto una domanda sul senso di un progetto del genere.
Questa domanda ha avuto la risposta dall'ex-assessore dell'Ambiente Annalisa Gazzoni, la quale ha parlato delle piantumazioni che si sarebbero dovute fare per produrre il cippato che si sarebbe dovuto produrre in zona,  ma (se debbo essere sincero) questa risposta non mi ha convinto.
In primis, questa risposta non mi ha convinto perché la filiera per la produzione del cippato ad una distanza massima di 60 Km da Roncoferraro non si sarebbe mai potuta realizzare, proprio perché la nostra è un'area antropizzata.
Si sa che il cippato si fa con alberi grandi e non con piante messe a dimora da poco tempo.
Inoltre, il nostro clima è umido ed un cippato umido non dà una grande resa.
Per fare andare quell'impianto sono stati usati pellet e cippato proveniente dal Trentino-Alto Adige.
In secondo luogo, l'ex-assessore ha parlato della questione della difesa dell'ambiente.
Ora, faccio notare che uno dei problemi della nostra zona è il PM10, il materiale presente nell'atmosfera in forma di particelle microscopiche, il cui diametro aerodinamico è uguale o inferiore a 10 µm, ovvero 10 millesimi di millimetro.
Le combustioni generano PM10.
Nell'impianto in questione vi è una combustione.
Tra l'altro, l'impianto è vicino alla Scuola Media "Luca Fancelli".
Per questo, la risposta non mi ha convinto.
Comunque, resterà da capire cosa farà Baruffaldi con l'assessore all'Urbanistica Francesco Scarpari ed i tre consiglieri rimasti del gruppo "Fare" contro i cinque consiglieri del Partito Democratico che sono fuoriusciti dal suo gruppo.
Da uomo di centrodestra, io penso che si debba creare un gruppo alternativo (ovviamente di centrodestra) che sia pronto a qualsiasi evenienza.
Chi vivrà vedrà.






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